Avvento: Perfezione, nell’insicurezza
(Ger 33,14-16; Lc 21,25-28.34-36)
Che tipo di Venuta è? Una scorciatoia o un atto di potenza che pareggi le nostre onde in tempesta?
Infatti non sembra nello stile d’una ‘buona notizia’ parlare di «fragore del mare e dei flutti» o ribadire: «vegliate sui cuori appesantiti».
Ma nell’attesa delle sue «Promesse» - e che si manifesti addirittura come «nostra-giustizia» [prima Lettura] - facciamo difficoltà a procedere oltre l’esteriore.
Nella tradizione osservante di tutti i popoli, l’insicurezza è percepita come uno svantaggio.
Così aspettiamo nostro Signore nel tempo dei problemi economici, perché ci renda vantaggio con una vincita; nelle vicende umilianti, per farci risalire la china.
Nella solitudine, perché ci faccia incontrare la persona giusta.
Nei pericoli… desiderando che almeno Lui trasmetta forza per ribaltare la situazione.
E nella malattia immaginiamo ridoni vigore giovanile.
Così nella babele, che [infine, almeno] comunichi relax - meglio, trionfo.
Però la Fede se ne distacca. Valuta con mentalità opposta.
Ad esempio, capita di non riuscire a incontrare un amico perché sbagliamo tempi e luoghi dell’appuntamento.
Succede anche con Dio.
L’insicurezza proclamata dai Vangeli somiglia proprio a un «fragore del mare e dei flutti» (v.25)… ma si tratta di Lieta Novella!
Nella mente dell’uomo che schiva le oscillazioni, quel genere di «onda» che viene per farci ragionare sulle cose antiche è subito identificata come pericolo identitario.
La stessa Provvidenza - l’«onda» che vede avanti - è forse bollata d’inquietudine.
Nell’uomo ideale come cesellato dai moralismi più normalizzanti, l’«acqua» paludosa delle pulsioni è quella che sporca e trascina a terra; e il Cielo sarebbe sempre limpido e netto “sopra” la terra.
Invece spesso è un’identificazione culturale a monte che produce insicurezza, ben più della realtà oggettiva che ‘scende’ in campo per rinfrescare la nostra anima e renderla lieve come la «spuma del mare» (crudamente incarnata).
Il Vangelo di oggi ci augura di essere fortemente critici, e pure insicuri: non dice «tu devi essere così», né «tu sei questo».
Bisogna ‘tuffarsi’ nei «flutti», bisogna conoscere queste «onde»; perché il nostro punto fermo non è nelle cose esterne.
I missionari sono animati da questa certezza: la migliore ‘stabilità’ è l’instabilità: quel «fragore del mare e dei flutti» dove nessuna onda somiglia alle altre.
Insomma, sulla base della Parola di Dio… anche il colore liturgico viola dovrebbe forse assumere una reinterpretazione viva - assai più graffiante e profonda di quella che pensavamo di aver capito.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Avvento: per quale motivo vuoi che il Signore… Venga e si renda Presente nella tua vita?
[1.a Domenica di Avvento (anno C), 1 Dicembre 2024]