L’Immacolata Concezione. Dio ci benedica e la Vergine ci protegga!
Domenica prossima celebreremo la solennità dell’’Immacolata Concezione. Oggi invio solo alcune testimonianze sul dogma dell’Immacolata Concezione, mentre dopodomani invierò come d’abitudine, il commento ai testi biblici della liturgia della Solennità. Trovate qui oggi alcune testimonianze sul dogma dell’Immacolata Concezione di teologi cattolici latini, orientali, ortodossi e anche di convertiti. Unisco in coda, semplicemente per informazione, la testimonianza di un teologo sufi musulmano per capire quale ruolo abbia Maria per l’islam. Aggiungo in conclusione quanti sono e quali sono i dogmi della Chiesa cattolica su Maria.
1. Testimonianze di teologi, santi e convertiti.
*San Bonaventura, uno dei teologi francescani più importanti, scrisse che Maria è stata preservata dal peccato per essere la “degna dimora” di Cristo. Pur non avendo vissuto quando il dogma fu formalizzato (1854), la sua visione anticipa la logica del dogma dell’Immacolata Concezione. Egli dice che, essendo Maria scelta per essere Madre di Dio, Dio l’ha preservata dal peccato originale fin dal primo istante della sua esistenza.
*Il Beato Giovanni Duns Scoto, un altro teologo francescano del XIII secolo, è uno dei più noti difensori della dottrina dell’Immacolata Concezione, che poi sarebbe stata proclamata dogma da Pio IX nel 1854. Scoto introdusse il concetto di “redenzione preventiva”. Secondo Duns Scoto, Maria è stata preservata dal peccato originale in previsione dei meriti di Cristo sulla croce. In altre parole, anche se Maria è stata salvata come tutti gli altri esseri umani, è stata salvata prima ancora di cadere nel peccato, proprio per il ruolo unico che avrebbe avuto come Madre di Dio. Questo è spesso riassunto nella frase: “Potuit, decuit, ergo fecit” (“Dio poteva farlo, era conveniente farlo, dunque lo fece”).
*San Massimiliano Kolbe è uno dei santi che ha reso il dogma dell’Immacolata Concezione accessibile e comprensibile attraverso la sua profonda devozione mariana. Egli collegava Maria allo Spirito Santo, definendola:“L’Immacolata è la Sposa dello Spirito Santo.”
Kolbe vedeva Maria come il riflesso perfetto della purezza e dell’amore di Dio. La sua immacolatezza era necessaria affinché potesse accogliere Cristo senza alcuna ombra di peccato. Secondo Kolbe, Maria, nella sua purezza assoluta, è il modello di santità per l’intera Chiesa.
*San Giovanni Paolo II ha spiegato il dogma dell’Immacolata Concezione in modo pastorale e accessibile, mettendo in relazione Maria con l’umanità redenta. Durante un’omelia per l’Immacolata Concezione (8 dicembre 1982), disse: “In Maria Immacolata vediamo il compimento della redenzione di Cristo, che non solo ha liberato l’umanità dal peccato, ma ha anche preservato Maria dal peccato fin dall’inizio.” Per Giovanni Paolo II, il dogma non è solo un mistero teologico, ma anche un messaggio di speranza: Maria è la prova che la grazia di Dio può trasformare completamente la vita umana.
In conclusione: Tra i teologi, il Beato Duns Scoto ha fornito una delle spiegazioni più eleganti e fondamentali del dogma dell’Immacolata Concezione con la teoria della redenzione preventiva. Tuttavia, per una visione più spirituale e pastorale, san Massimiliano Kolbe e san Giovanni Paolo II offrono riflessioni comprensibili e ricche di devozione, rendendo accessibile a tutti il significato profondo di Maria come “l’Immacolata”.
*Fra i teologi orientali chi ha scritto in modo particolarmente bello e profondo sull’Immacolata Concezione di Maria è San Giovanni Damasceno (675-749), uno dei più grandi Padri della Chiesa orientale. Anche se il dogma dell’Immacolata Concezione sarebbe stato definito ufficialmente dalla Chiesa cattolica solo nel 1854, San Giovanni Damasceno ha anticipato con il suo pensiero molti elementi che sarebbero stati fondamentali per la comprensione di questo mistero. San Giovanni Damasceno, nel suo “Discorso sulla Natività di Maria”, celebra la purezza e la santità unica di Maria fin dal momento della sua concezione. Egli descrive Maria come la “Tutta Santa” (Panaghía), il tempio vivente di Dio, il tabernacolo incontaminato scelto per accogliere il Verbo incarnato. Secondo il Damasceno, Maria è stata preservata da ogni macchia di peccato per essere degna Madre di Dio (Theotókos). Ecco un passaggio particolarmente significativo del suo pensiero: “Oggi la natura umana riceve i primi frutti della sua glorificazione. La Vergine, la dimora pura e immacolata del Dio d’ogni purezza, è condotta alla luce.” Anche quindi se non sviluppa esplicitamente la dottrina dell’Immacolata Concezione come sarà definita più tardi, Giovanni Damasceno mette in evidenza la santità originaria e straordinaria di Maria, che è al centro della riflessione orientale sulla Madre di Dio.
*La Chiesa Ortodossa non accetta la dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria, così come è intesa e formulata dalla Chiesa cattolica (ossia che Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento), ma vale la pena conoscere come molti teologi ortodossi hanno riflettuto profondamente sulla santità di Maria e sulla sua purezza unica, sebbene con un accento diverso rispetto alla teologia cattolica. C’è sicuramente una differenza di prospettiva tra cattolici e ortodossi perché per la Chiesa cattolica, l’Immacolata Concezione riguarda la preservazione dal peccato originale, mentre
per la Chiesa Ortodossa, Maria è venerata come Panaghía (Tutta Santa), ma senza la necessità di postulare una preservazione dal peccato originale come definito in Occidente. Gli ortodossi sottolineano piuttosto la progressiva divinizzazione (theosis) di Maria attraverso la sua libera cooperazione con la grazia di Dio.
Ecco qualche testo di ortodossi sulla purezza di Maria. Uno dei più profondi teologi ortodossi che hanno scritto sulla santità e la purezza di Maria è San Nicola Cabasilas (XIV secolo). Nel suo commento sulla vita della Vergine Maria, egli afferma: “La Vergine, fin dal primo momento della sua esistenza, ha iniziato a partecipare in modo unico alla santità di Dio, crescendo sempre più in essa fino a diventare il Tempio vivente del Verbo.”
Anche San Gregorio Palamas (1296-1359), grande teologo esicasta, ha scritto in modo significativo sulla purezza di Maria. Egli sottolinea la sua progressiva santificazione e l’azione speciale dello Spirito Santo su di lei: “La Madre di Dio è stata purificata e santificata più di ogni altra creatura, non solo prima della sua nascita, ma anche nel corso della sua esistenza, fino a divenire il trono vivente di Dio.”In conclusione, anche se la dottrina dell’Immacolata Concezione non sia accettata nella teologia ortodossa, molti Padri e teologi ortodossi hanno scritto testi profondi sulla purezza, la santità, e il ruolo unico di Maria nel piano della salvezza. La differenza non sta nel negare la purezza di Maria, ma piuttosto nella comprensione diversa del peccato originale e della santificazione.
*Presento pure qualche scrittore e teologo convertiti al cattolicesimo che hanno scritto pagine profonde e ispirate sull’Immacolata Concezione di Maria, cogliendo la bellezza teologica e spirituale di questo dogma. Tra questi, spiccano nomi di grande rilievo per il loro contributo letterario e teologico. In primo luogo, John Henry Newman (1801-1890), convertito dall’anglicanesimo e diventato poi cardinale e canonizzato da papa Francesco nel 2019. Egli ha dedicato riflessioni intense a Maria, anche se inizialmente trovò difficile accettare il dogma dell’Immacolata Concezione. Col tempo, Newman comprese che questa verità era perfettamente coerente con la dottrina dell’incarnazione e della redenzione e scrisse: “Maria è stata preservata dal peccato originale non per sé, ma per Cristo, affinché potesse essere un tabernacolo puro e degno per il Figlio di Dio.” Nel suo famoso saggio “Lettera a Pusey”, Newman difende con chiarezza la devozione mariana e il dogma dell’Immacolata Concezione. G.K. Chesterton (1874-1936) scrittore e apologeta inglese, convertito al cattolicesimo dall’anglicanesimo, non ha scritto direttamente trattati sull’Immacolata Concezione, ma nelle sue opere traspare un profondo amore e rispetto per la figura di Maria. In particolare, Chesterton la descrive come il modello di umiltà e purezza, essenziale per comprendere l’incarnazione. In “L’Uomo Eterno”, scrive: “Il cristianesimo ha reso l’universo più piccolo per rendere un cuore più grande, e il mondo ha trovato una Regina nell’umiltà della Vergine.” Edith Stein (Santa Teresa Benedetta della Croce, 1891-1942), nata ebrea, poi filosofa e discepola di Husserl, si convertì al cattolicesimo e divenne suora carmelitana. Nei suoi scritti spirituali e filosofici, ha trattato la figura di Maria come esempio di purezza, umiltà e totale apertura alla volontà di Dio. Riferendosi all’Immacolata Concezione, scrisse: “Maria è l’immagine della creatura perfettamente redenta: non solo non ha mai peccato, ma è stata preservata fin dall’inizio, per essere totalmente di Dio e Madre del suo Figlio.” Nel suo libro “La donna e la sua vocazione”, esalta la maternità spirituale di Maria come frutto della sua immacolata purezza. Louis Bouyer (1913-2004), pastore luterano e successivamente teologo cattolico, Bouyer ha approfondito la dottrina mariana nei suoi studi teologici. Nel suo libro “Il Trono della Sapienza”, esplora il ruolo di Maria nel piano salvifico di Dio, sottolineando come l’Immacolata Concezione sia il primo passo della nuova creazione: “Maria è stata pensata da Dio come il compimento dell’antico Israele e l’alba della nuova umanità, senza macchia, per accogliere il Verbo che si fa carne.”
Jacques Maritain (1882-1973), filosofo francese convertito dall’agnosticismo al cattolicesimo, ha scritto sull’Immacolata Concezione sottolineando il suo significato metafisico e spirituale. Nel suo libro “La Vie de la Grâce”, Maritain definisce Maria come il capolavoro della grazia preveniente di Dio: “Maria è la donna redenta in anticipo, l’immagine perfetta dell’uomo come Dio l’aveva pensato prima della caduta.”
*Maria è venerata e amata anche nella religione islamica con tutte le differenze di natura teologica che occorre mai dimenticare. Vale la pena però conoscere, anche se non collegato al dogma dell’Immacolata Concezione ma comunque concernente Maria, un testo particolarmente significativo sulla figura di Maria (Maryam) nell’ambito della mistica islamica (tasawwuf), quello di Ibn ’Arabi (1165-1240), uno dei più grandi sufi della storia islamica. Nel suo capolavoro Futuhat al-Makkiyya (Le Rivelazioni della Mecca), Ibn ‘Arabi dedica riflessioni profonde a Maria, riconosciuta nell’Islam come un modello di purezza, obbedienza e vicinanza a Dio. Ibn ‘Arabi descrive Maria come una delle più alte manifestazioni della wilaya (santità) femminile e la vede come un simbolo dell’anima perfettamente purificata che accoglie il Verbo divino. Egli la paragona ai profeti, attribuendole un ruolo spirituale unico: “Maria è il simbolo della Vergine dell’Anima che, purificata da ogni contaminazione del mondo, diventa il luogo in cui il Verbo divino si incarna. Come Gesù (ʿĪsā) è nato da Maria per il mondo, così la conoscenza divina nasce nell’anima che si è resa pura.” Secondo Ibn ’Arabi, la maternità di Maria non è solo fisica, ma anche spirituale. In lei si compie il mistero dell’unione tra il cielo e la terra, tra il divino e l’umano: “Maria rappresenta l’essere umano che, pur restando creatura, diventa il ricettacolo della Parola di Dio (Kalimatullah), accogliendo nel suo cuore il soffio dello Spirito Santo (Ruh al-Qudus).” Ibn ’Arabi sottolinea che la verginità di Maria non è solo un fatto fisico, ma un simbolo della purezza interiore necessaria per ricevere la conoscenza di Dio. Maria diventa quindi il prototipo dell’essere umano che raggiunge la perfezione spirituale attraverso la completa sottomissione alla volontà divina: “Quando l’anima umana è libera da ogni attaccamento, essa diventa come Maria: pronta a concepire, nel suo cuore verginale, il Verbo che proviene da Dio.”
Per i sufi, Maria è la manifestazione di una delle qualità divine fondamentali: la taharah (purezza). La sua figura è venerata non solo per la sua maternità fisica, ma per il suo ruolo spirituale come esempio di serva perfetta di Dio (abd Allah), che si abbandona completamente alla volontà divina: “Dio ha scelto Maria, l’ha purificata e l’ha eletta su tutte le donne del mondo” (Corano 3,42). In questo senso, Maria non è solo la madre di Gesù, ma anche una guida per i mistici sufi che cercano l’unione con Dio attraverso la purezza, l’umiltà e l’amore divino. In definitiva, per Ibn ’Arabi e altri mistici sufi, Maria non è solo una figura storica, ma un simbolo eterno della possibilità di ogni anima di divenire il luogo in cui Dio si manifesta. La sua vita rappresenta il viaggio interiore verso la conoscenza, la purezza e l’unione con il divino.
2. Infine, per completezza d’informazione, riassumo i quattro dogmi della Chiesa cattolica che concernono Maria
1.Dogma della Maternità divina (Theotókos), Maria è Madre di Dio. Fu proclamato con il concilio di Efeso nel 431 e questa è la frase centrale del Concilio di Efeso: “Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio (Theotókos), sia anatema.”;
2.Dogma della perpetua verginità di Maria. Maria è sempre vergine: prima, durante e dopo il parto di Gesù e il dogma fu proclamato e definito ufficialmente dal Concilio Lateranense del 649, ma creduto fin dai primi secoli. La frase centrale del dogma: “Maria ha concepito verginalmente, partorito senza corruzione, ed è rimasta vergine perpetua.”
3.Dogma dell’Immacolata Concezione (Maria è senza peccato originale). Il dogma dell’Immacolata Concezione fu definito l’8 dicembre 1854 dal beato papa Pio IX con la bolla pontificia “Ineffabilis Deus”. Il dogma proclama che Maria, fin dal primo istante della sua concezione, è stata preservata immune dal peccato originale, grazie ai meriti di Gesù Cristo. La definizione dogmatica si trova nella parte finale della bolla, e recita: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina la quale sostiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è stata rivelata da Dio e, perciò, deve essere fermamente e costantemente creduta da tutti i fedeli.”
*“Primo istante della sua concezione”: Indica che Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal momento in cui è stata concepita nel grembo di sua madre, Sant’Anna.
*“Per singolare grazia e privilegio”: Questo stato speciale di Maria non è per merito proprio, ma un dono gratuito di Dio.
*“In previsione dei meriti di Gesù Cristo”: Maria è stata salvata dal peccato non indipendentemente da Cristo, ma grazie alla redenzione operata da suo Figlio. È una redenzione preventiva, unica nel suo genere.
*“Rivelata da Dio”: Il dogma si basa su una verità rivelata, che è stata creduta dalla Chiesa lungo i secoli, anche se formalizzata solo nel 1854. La fede nell’Immacolata Concezione di Maria era già radicata nella tradizione della Chiesa, specialmente nella teologia medievale e nella devozione popolare. Nel 1854, Papa Pio IX volle proclamare ufficialmente questa dottrina per rafforzare la fede cattolica, in un’epoca segnata da crescenti sfide al cristianesimo. Il dogma fu mirabilmente confermato pochi anni dopo, nel 1858, quando la Vergine apparve a Santa Bernadette Soubirous a Lourdes, presentandosi con le parole: “Io sono l’Immacolata Concezione.” Questo evento rafforzò ulteriormente la devozione e la comprensione del dogma da parte dei fedeli.
4 Dogma dell’Assunzione di Maria. Maria è stata assunta in anima e corpo alla gloria del cielo. E’ stato proclamato da papa Pio XII nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus il 1° novembre 1950. Questa la frase centrale del dogma: “La Vergine Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.” Alla fine della sua vita terrena, Maria non ha subito la corruzione del corpo, ma è stata glorificata in cielo. Non viene specificato se sia morta oppure direttamente assunta alla vita eterna.
+Giovanni D’Ercole