La Chiamata dei pescatori
(Mt 4,18-22)
Non è la chiamata del capo, ma l’invito dell’Amico, che vive in prima persona ciò che predica, esponendosi.
Ad Abramo Dio dice «Va’ nella terra che ti indicherò». Gesù non dice «Andate», bensì «Venite»: è Lui che rischia e precede avanti, porgendosi come Agnello.
Abramo è solo un inviato; il discepolo di Cristo in cammino ripropone una Persona in relazione e tutta la sua vicenda.
«Pescatori di uomini»: il senso dell’espressione è più chiaro in Lc 5,10 [testo greco]: la nostra missione è sollevare alla vita coloro che non respirano più, soffocano, avvolti da onde impetuose, da forze di negatività.
Tirarli fuori da gorghi inquinati dove si vive in modo disumanizzante. Collocare tutti in un’acqua trasparente, con valori che non sono più quelli della società ripiegata e corrotta degli astuti.
Il Figlio di Dio chiama per invitarci a tagliar via ciò che degrada l’esperienza della pienezza personale. Egli promuove in ciascuno il dna del Dio che non crea competizione, bensì comunione.
Fondamentale è abbandonare le «reti»: ciò che avviluppa e impedisce, blocca. Anche la «barca», ossia il modo di gestire il lavoro.
Persino il «padre», che in famiglia trasmetteva la tradizione, le consuetudini (che rischiavano di offuscare la Luce nuova).
Tutte maglie da spezzare. Significa: un nuovo approccio, anche se si continua a svolgere la vita precedente.
I valori non sono più statici e banali [ricerca del consenso, sistemarsi...]: sfavillii fatui, che inculcano idoli esteriori, regolanti e uniformanti.
Per dare questi nuovi impulsi Gesù sorvola i palazzi di corte, dai quali non sarebbe nato nulla.
Neppure designa qualcuno col titolo che spetta a Lui solo: «Pastore».
Abbiamo bisogno di attenzione, non di direttori e capi che giudicano, o binari che non ci riguardano; né di modelli mentali inutili.
La donna e l’uomo d’ogni tempo hanno necessità solo di sostegno sapiente; compagni di viaggio che aiutano a scoprire i propri lati nascosti, incogniti, segreti, che possono fiorire.
La dimensione Persona è essenziale.
Certo, bisogna distrarre la mente dal conosciuto, e intraprendere la Via del ‘più in là’: nessuna scorciatoia priva d’incognite.
Strada percorsa a piedi, che cambia la propria e altrui atmosfera mentale; che sorvola il modo usato, qualunquista, esterno, di vedere le cose.
Qui, stando nella nostra Chiamata e naturalezza, saremo noi stessi a tutto tondo. E ci sorprenderemo.
Ciò nell’azzardo dell’Amore imprevedibile: solo così in grado di contattare i propri stati profondi, conoscersi; quindi realizzare sogni inattesi di vita aperta e completa, attivare energie sopite.
E come Gesù, in grado di mettere in azione chiunque s’incontra - recuperando i lati opposti e le eccentricità, per un ideale totale.
[S. Andrea Apostolo, 30 novembre 2024]