Nov 6, 2024 Scritto da 

Sconvolgimenti e cose a posto: tra Fede e religione

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie Parole non passeranno»

(Dn 12,1-3;   Sal 15;   Eb 10,11-14.18;   Mc 13,24-32)

 

Anche nell’era del progresso telematico il venir meno dei livelli economici e di numerose antiche sicurezze suscita confusione e apprensioni.

Se tutto sembra rimesso in forse, ci chiediamo: come rapportarsi con i fatti che allarmano, e in che modo coinvolgerci nella cronaca di un mondo sconvolto da rivolgimenti?

L’uomo antico protesta il pericolo di degrado, o abbassa il capo, umiliato.

L’uomo di Fede prende atto; non si abbatte. Piuttosto s’impegna a scorgere nelle pieghe della storia il genio del tempo.

Così affina il suo occhio interiore - e riconoscendo i nuovi guizzi di vita, alza lo sguardo.

Vuole il Tutto, non si accontenta del nulla monocromatico.

 

Al tempo di Gesù gli “apocalittici” nutrivano l’opinione che le vicende del mondo volgessero al peggio.

Una terra in cui gli agnelli sono destinati a soccombere di fronte alle belve non può che retrocedere verso una disunione crescente e il collasso sociale.

Ma da tale corruzione - e constatata l’incapacità dell’uomo - Dio avrebbe fatto sorgere cieli nuovi e terra nuova; per ciascuno una realtà propizia, rigogliosa, fiorente, governata direttamente dal Signore (unico di cui ci si può fidare).

In tale cornice si colloca l’incoraggiamento della prima Lettura: nessuna lacrima, nessun sacrificio svanirà; il nostro coinvolgimento - pur nella fatica o nella beffa - non è destinato a cadere nel vuoto.

Tutto ciò sarà anche frutto di una rinnovata consapevolezza: solo Dio umanizza la terra.

L’autore biblico trasmette questo messaggio attraverso l’icona di ‘Michele’, il cui nome in ebraico מִיכָאֵל [mì-chà-Él] sta a significare «Chi (è) come Dio?».

Domanda retorica per dire che nessuno è come Dio: nessun sostituto può rimpiazzarlo o eguagliarlo.

Quando l’Angelo avrà il sopravvento - ossia quando subentrerà detta coscienza - gli uomini comprenderanno in tutte le sue sfaccettature che solo l’Eterno rende vivibile il mondo.

Egli ci risolleva dal senso di contaminazione o qualunquismo che accompagna l’itinerario del credente.

E non solo non ci lasceremo prendere dal panico dei rovesci esterni, ma neppure da un’impressione d’indegnità legata alla percezione religiosa di peccato [cf. seconda Lettura].

Calamità, rivolgimenti, insicurezze, in Cristo saranno percepiti non come fatti allarmanti e affannosi - per il dramma d’un mondo agonizzante che ci trascinerebbe alla corruzione - ma come tempi e luoghi addirittura favorevoli alla soluzione dei veri problemi.

 

Un popolo trascinato da spinte caotiche sbaglia, ma l’uomo di Fede percepisce gli scompigli esterni quali opportunità grandi di crescita.

L’Apostolo non si fa prendere per il collo dalle doglie di un parto vitale.

Egli vive i disagi, trasformandoli in energia; plasmata in occasione di “terapia”, crescita, e ritorno all'essenziale.

Qui le sporgenze apparentemente avverse divengono motivo e motore di Esodo. Cammino che non può essere scalfito dall’angoscia d’imperfezione.

In tal guisa, sia l’uomo genericamente pio che la persona animata da Fede possono essere considerati madri e padri di Futuro…

Ma con una differenza sostanziale:

I putiferi della realtà sono un’occasione per scoprire nuovi punti di forza interiori.

Se l’abitudine ci ha soffocati, la Provvidenza “interviene” anche buttando tutto all’aria - perché ci vede aridi.

Per questo, l’autentico fedele è sempre un passo avanti e si diversifica dall’uomo pio unilaterale, devoto o sofisticato.

Egli mette sullo sfondo le nevrosi - e non aspetta Futuro, né lo delega… ma lo ‘legge’, lo anticipa, lo costruisce.

 

 

[33.a Domenica (anno B), 17 novembre 2024]

386 Ultima modifica il Domenica, 17 Novembre 2024 12:20
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Herod is a figure we dislike, whom we instinctively judge negatively because of his brutality. Yet we should ask ourselves: is there perhaps something of Herod also in us? Might we too sometimes see God as a sort of rival? Might we too be blind to his signs and deaf to his words because we think he is setting limits on our life and does not allow us to dispose of our existence as we please? (Pope Benedict)
Erode è un personaggio che non ci è simpatico e che istintivamente giudichiamo in modo negativo per la sua brutalità. Ma dovremmo chiederci: forse c’è qualcosa di Erode anche in noi? Forse anche noi, a volte, vediamo Dio come una sorta di rivale? Forse anche noi siamo ciechi davanti ai suoi segni, sordi alle sue parole, perché pensiamo che ponga limiti alla nostra vita e non ci permetta di disporre dell’esistenza a nostro piacimento? (Papa Benedetto)i
John is the origin of our loftiest spirituality. Like him, ‘the silent ones' experience that mysterious exchange of hearts, pray for John's presence, and their hearts are set on fire (Athinagoras)
Giovanni è all'origine della nostra più alta spiritualità. Come lui, i ‘silenziosi’ conoscono quel misterioso scambio dei cuori, invocano la presenza di Giovanni e il loro cuore si infiamma (Atenagora)
Stephen's story tells us many things: for example, that charitable social commitment must never be separated from the courageous proclamation of the faith. He was one of the seven made responsible above all for charity. But it was impossible to separate charity and faith. Thus, with charity, he proclaimed the crucified Christ, to the point of accepting even martyrdom. This is the first lesson we can learn from the figure of St Stephen: charity and the proclamation of faith always go hand in hand (Pope Benedict
La storia di Stefano dice a noi molte cose. Per esempio, ci insegna che non bisogna mai disgiungere l'impegno sociale della carità dall'annuncio coraggioso della fede. Era uno dei sette incaricato soprattutto della carità. Ma non era possibile disgiungere carità e annuncio. Così, con la carità, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio. Questa è la prima lezione che possiamo imparare dalla figura di santo Stefano: carità e annuncio vanno sempre insieme (Papa Benedetto)
“They found”: this word indicates the Search. This is the truth about man. It cannot be falsified. It cannot even be destroyed. It must be left to man because it defines him (John Paul II)
“Trovarono”: questa parola indica la Ricerca. Questa è la verità sull’uomo. Non la si può falsificare. Non la si può nemmeno distruggere. La si deve lasciare all’uomo perché essa lo definisce (Giovanni Paolo II)
Thousands of Christians throughout the world begin the day by singing: “Blessed be the Lord” and end it by proclaiming “the greatness of the Lord, for he has looked with favour on his lowly servant” (Pope Francis)
Migliaia di cristiani in tutto il mondo cominciano la giornata cantando: “Benedetto il Signore” e la concludono “proclamando la sua grandezza perché ha guardato con bontà l’umiltà della sua serva” (Papa Francesco)
The new Creation announced in the suburbs invests the ancient territory, which still hesitates. We too, accepting different horizons than expected, allow the divine soul of the history of salvation to visit us
La nuova Creazione annunciata in periferia investe il territorio antico, che ancora tergiversa. Anche noi, accettando orizzonti differenti dal previsto, consentiamo all’anima divina della storia della salvezza di farci visita

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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