Rivelazione, sostegno, nuova Via e nuovo Popolo
(Mt 2,13-18)
Nei suoi ultimi anni, assurdamente ripiegato in una inquieta adesione a se stesso, Erode fece perire tre dei suoi figli ed emanò un decreto col quale dispose che fossero eliminati i più influenti tra i giudei - sia per cancellare i pretendenti al trono che i dissensi sul territorio.
Nel passo di Vangelo il re è icona della volontà di potenza che uccide coloro i quali richiamano lo spirito d’infanzia del Cristo: il Figlio di Dio poneva nella Missione del Padre il suo essere.
[Tale umiltà decentrata non ci salva solo nell’ordine della grazia, ma anche in quello dell’equilibrio umano].
In Mt la Lieta Notizia rivolta ai convertiti di matrice giudaizzante si proponeva di rivelare Gesù come vero compimento delle Profezie e autentico Messia - nella figura del nuovo Mosè che attua le promesse di liberazione.
Come lui, perseguitato che ha dovuto incessantemente muoversi e fuggire (cf. Es 4,19).
Secondo una credenza generalizzata nel giudaismo, il tempo dell’Unto del Signore avrebbe riattualizzato il tempo di Mosè.
Ma l’antico condottiero de «il Monte» aveva imposto una relazione tra Dio e il popolo fondata sull’obbedire.
Il Figlio genuino e trasparente, invece, propone ora ai fratelli di Fede un rapporto creativo di beatitudine e comunione basato sulla Somiglianza.
Relazione chiamata a superare l’antica giustizia dei farisei (Mt 5,20).
Nessuna paura dunque - anche per noi - delle vessazioni, che vanno semplicemente messe in conto.
Anzi, colte quali occasioni di testimonianza d’amore e coinvolgimento forte nella vicenda stessa del Maestro - reinterpretata in prima persona.
Un cammino inedito, fucina d’inesorabili contrapposizioni.
Il diniego della stessa Via del Signore proietta un’atmosfera oscura: diventa rifiuto dell’umanizzazione… la cui terapia sta nella fiducia dei «piccoli», nell’audacia “infantile” che non conosce l’impossibile.
I bimbi innocenti di quello sterminio sono figura dei figli di Dio di ogni secolo, quali ‘coetanei’ di Gesù, in grado di riattualizzarne il tempo spontaneo - contrario alla violenza e alla morte.
Essi sono i perseguitati e fatti fuori a causa della paradossale forza sovversiva della loro tenera Fede di ‘minuscoli’ e schietti che si lasciano salvare, e non badano a ruoli.
Il contrario dei servili e adulatori, divorati dal calcolo; sempre pronti alla deferenza nei confronti dei feroci detentori del potere. Intimiditi dalla possibilità che una forma di vita morbida e gracile possa destabilizzarne le posizioni.
Ma in caso di gravi angherie, persino l’energia della tristezza che attraversa gli eventi dolorosi (vv.17-18) farà riscoprire quel che conta davvero.
Ciò consentirà di rinascere [nel pianto, nel buio] separando anche noi da quel genere di personaggi.
[Santi Innocenti Martiri, 28 dicembre]