L’evangelista Marco pone attenzione all’affermazione blasfema degli scribi che vede in Gesù un posseduto da Beelzebùl, principe dei demoni. Ma il Signore li spiazza con risposte inattaccabili.
Il ‘giullare di Dio’, proprio perché amante di Lui, fu molto perseguitato ed ebbe strenue lotte con chi punta il dito davanti a Dio giorno e notte contro i fratelli.
Le Fonti raccontano di varie circostanze nelle quali il servo di Dio ebbe a soffrire per causa sua, difendendosi con la preghiera continua e profonda, che trasferiva nella sua anima lo Spirito Santo.
“Arrivò un giorno ad Arezzo, mentre tutta la città era scossa dalla guerra civile e minacciava prossima la sua rovina. Il servo di Dio venne ospitato nel borgo fuori città, e vide sopra di essa demoni esultanti, che rinfocolavano i cittadini a distruggersi fra loro. Chiamò frate Silvestro, uomo di Dio e di ragguardevole semplicità, e gli comandò:
«Va’ alla porta della città, e da parte di Dio Onnipotente comanda ai demoni che quanto prima escano dalla città».
Il frate pio e semplice si affrettò ad obbedire, e dopo essersi rivolto a Dio con inno di lode, grida davanti alla porta a gran voce:
«Da parte di Dio e per ordine del nostro padre Francesco, andate lontano di qui, voi tutti demoni!».
La città poco dopo ritrovò la pace e i cittadini rispettarono i vicendevoli diritti civili con grande tranquillità.
Più tardi parlando loro, Francesco all’inizio della predicazione, disse:
«Parlo a voi come a persone un tempo soggiogate e schiave dei demoni. Però so che siete stati liberati per le preghiere di un povero»” (FF 695).
«Se un regno è diviso contro se stesso, quel regno non può stare in piedi» (Mc 3,24).
Anche Chiara d’Assisi ebbe da combattere più volte.
Nella Leggenda troviamo:
«Tra le Ore del Giorno, a Sesta e a Nona è presa per solito da maggiore compunzione, volendo immolarsi col Signore immolato.
Così accadde una volta che, mentre pregava nella sua celletta all’Ora Nona, il diavolo la colpì sulla mascella e le soffuse di sangue un occhio, le illividì una guancia» (FF 3215).
Questi due grandi testimoni della fede sapevano che il male é invidioso del Bene, ma pure che quest’ultimo gli toglie terreno palmo a palmo, visto che le tenebre non possono prevalere sulla Luce.
Lunedì 3.a sett. T.O. (Mc 3,22-30)