Quando i popoli verranno radunati davanti al Signore, per loro parleranno le opere di benedizione compiute.
Saranno nella condizione divina quanti riconobbero nei bisognosi di ogni genere Cristo stesso, magari senza essersene resi conto.
Non saranno nella Luce eterna coloro che invece non servirono i piccoli e malfermi.
Francesco, creatura dal cuore nobile e sensibile, fin dalla sua giovane età, dinanzi ai poveri sentì nella coscienza la necessità di non girarsi dall’altra parte.
Questa tenera inclinazione aumentò notevolmente dopo aver incontrato il Signore.
Leggiamo nelle Fonti stupende documentazioni di vita reale.
"Dio, infatti, aveva infuso nell’animo del giovane Francesco un sentimento di generosa compassione, che, crescendo con lui dall’infanzia, gli aveva riempito il cuore di bontà; tanto che già allora, ascoltatore non sordo del Vangelo, si propose di dare a chiunque gli chiedesse, soprattutto se chiedeva per amor di Dio.
Una volta, tutto indaffarato nel negozio, mandò via a mani vuote, contro le sue abitudini, un povero che gli chiedeva l’elemosina per amor di Dio. Ma subito, rientrato in se stesso, gli corse dietro, gli diede una generosa elemosina e promise al Signore Iddio che, d’allora in poi, quando ne aveva la possibilità, non avrebbe mai detto di no a chi gli avesse chiesto per amor di Dio.
E osservò questo proposito fino alla morte, con pietà instancabile, meritandosi di crescere abbondantemente nell’amore di Dio e nella Grazia.
Diceva, infatti, più tardi, quando si era ormai perfettamente rivestito dei sentimenti di Cristo, che, già quando viveva da secolare, difficilmente riusciva a sentir nominare l’amore di Dio, senza provare un intimo turbamento" (FF 1018).
«Venite, benedetti del Padre mio […] perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25,34)
Le Fonti, inoltre, raccontano di una donna venuta da Machilone a Rieti per farsi curare gli occhi.
Il medico, recatosi da Francesco, gli narrò di questa creatura povera, sostenendo che l’avrebbe curata gratuitamente, pagandone lui stesso le spese.
Il Poverello, allora, subito andò dal suo guardiano, affermando che si doveva restituire la roba d’altri.
Il superiore gli chiese a cosa si riferisse e Francesco replicò:
«Questo è il mantello che abbiamo preso in prestito da quella donna poverella e malata d’occhi: dobbiamo renderglielo» (FF 1602).
Il guardiano acconsentì.
Allora il Minimo chiamò un uomo spirituale, con cui era in intimità. Gli consegnò il mantello e dodici pani, esortandolo a recarsi dall’oculista e farsi indicare la donna povera a cui consegnare il tutto.
«Va’ e dirai a quella donna povera e inferma: ‘Il povero, al quale tu hai prestato questo mantello, ti ringrazia di cuore del prestito fatto. E adesso, prendi quello che ti appartiene’» (FF 1602).
L’amico fece come il Santo gli aveva suggerito. La donna, non riuscendo a raccapezzarsi e in preda a disagio e sospetto, rispose: «Lasciami in pace. Non so cosa stai dicendo» (FF1602).
Ma quello gli mise in mano il mantello e i dodici pani. Allora la povera si convinse che diceva sul serio, confusa tra preoccupazione e felicità. Temendo, poi, che le venisse tolto l’aiuto ricevuto, di notte se ne tornò a casa sua.
Francesco aveva incaricato il suo guardiano di pagare le spese della povera malata ogni giorno, finché fosse rimasta a Rieti.
Le Fonti sottolineano, inoltre, quanto attestato dai suoi frati:
«Noi che siamo vissuti con lui, possiamo testimoniare che Francesco, sano o infermo che fosse, traboccava di amore e tenerezza non solo per i suoi frati, ma verso tutti i poveri, tanto in buona salute che ammalati.
Si privava del necessario, che i fratelli gli procuravano con sollecitudine e affetto - non senza mostrarsi carezzevole con noi, affinché non ne rimanessimo male - per offrirlo con molta gioia agli altri, sottraendo al proprio corpo anche ciò che gli era indispensabile» (FF 1602).
La Carità parla da sola!
«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno […] perché avevo fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25,34)
Lunedì 1a sett. in Quaresima (Mt 25,31-46)