Nella festa della conversione dell’Apostolo delle genti, la liturgia propone l’invito alla evangelizzazione.
Il Signore chiede ai suoi intimi di andare in tutto il mondo per annunciare la Parola di Dio, suscitando la Fede e le opere.
Come un tempo i tre fanciulli gettati nella fornace ardente da Nabucodonosor invitavano tutti gli elementi a benedire il Signore, così Francesco, pieno dello Spirito di Dio, non si stancava nella sua predicazione di lodare e annunciare la Buona Novella ad ogni creatura sotto il cielo.
“E quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori […] Subito ricordava la bellezza di quell’altro Fiore il quale, spuntando luminoso nel cuore dell’inverno dalla radice di Iesse, col suo profumo ritornò alla vita migliaia e migliaia di morti.
Se vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione; allo stesso modo le messi e le vigne, le pietre e le selve e le belle campagne, le acque correnti e i giardini verdeggianti, la terra e il fuoco, l’aria e il vento, con semplicità e purità di cuore invitava ad amare e a lodare il Signore.
E finalmente chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella, intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio” (FF 460-461).
Sosteneva che il predicatore chiamato ad annunciare il Vangelo «deve prima attingere nel segreto della preghiera ciò che poi riverserà nei discorsi. Prima deve riscaldarsi interiormente, per non proferire all’esterno fredde parole […] essi sono la vita del corpo, gli avversari dei demoni, essi sono la lampada del mondo» (FF 747).
Questi annunciano la salvezza, compiono segni, perché ciò che portano in cuore trabocca all’esterno e Dio opera con loro.
Tale modello era quanto i frati vedevano in Francesco, quale testimonianza e annuncio fattivo del Risorto.
“I frati che vissero con lui, inoltre sanno molto bene come ogni giorno, anzi ogni momento, affiorasse sulle sue labbra il ricordo di Cristo; con quanta soavità e dolcezza gli parlava, con quale tenero amore discorreva con Lui.
La bocca parlava per l’abbondanza dei santi affetti del cuore, e quella sorgente di illuminato amore che lo riempiva dentro, traboccava anche di fuori.
Era davvero molto occupato con Gesù. Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra […]” (FF 522).
E quando una creatura sparisce, facendo affiorare l’immagine del Figlio di Dio in lei, compie, ovunque si trovi, la più perfetta evangelizzazione, offre il più convincente annuncio.
Così Francesco, uomo nuovo fatto Parola vivente.
«Andando in tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15)
Conversione di s. Paolo (Mc 16,15-18)