Nel Vangelo di oggi Gesù, circondato da grande folla, guarisce molti, e gli spiriti impuri lo chiamano col suo Nome: «Tu sei il Figlio di Dio»
(Mc 3,11).
Le Fonti raccontano che Francesco, nella Lettera a tutto L’Ordine, così si esprime:
«Frate Francesco, uomo di poco conto e fragile, vostro piccolo servo, augura salute in Colui che ci ha redento e ci ha lavati nel suo preziosissimo sangue.
Ascoltando il nome di Lui, adoratelo con timore e riverenza, proni verso terra: Signore Gesù Cristo, Figlio dell’Altissimo è il suo nome, che è benedetto nei secoli» (FF 215).
Il Poverello presenta sempre Gesù come Colui che non ha dove porsi. Infatti, anche nel brano odierno, Cristo, a causa della folla, chiede ai discepoli di tenergli pronta una barca per non essere schiacciato.
Gesù mostra la dimensione precaria del suo vivere in ogni circostanza.
Innamorato della povertà, Francesco rivolge ai suoi frati l’espressione del Vangelo:
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo hanno il nido; ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo […]».
“[Così] ammaestrava i frati a costruire casupole poverelle […] ad abitare in esse non come case proprie, ma come in case altrui, da pellegrini e forestieri.
Diceva che il codice dei pellegrini è questo:
«Raccogliersi sotto il tetto altrui, sentir sete della patria, passar via in pace»” (FF1120).
E poiché ripeteva che figli di Dio sono coloro che compiono le sue opere, il Minimo d’Assisi si distingueva quale figlio di Dio, e nello Spirito operava molte guarigioni.
“Gente di ogni età e d’ogni sesso correva a vedere e ad ascoltare quell’uomo nuovo, donato dal cielo al mondo.
Egli pellegrinava per le varie regioni, annunciando con fervore il Vangelo; e il Signore cooperava, confermando la Parola con i miracoli che l’accompagnavano.
Infatti, nel nome del Signore, Francesco, predicatore della verità, scacciava i demoni, risanava gli infermi, e, prodigio ancor più grande, con l’efficacia della sua parola inteneriva e muoveva a penitenza gli ostinati e, nello stesso tempo, ridonava la salute ai corpi e ai cuori» (FF 1212).
«Infatti curò molti così che si precipitavano su di lui per toccarlo, quanti avevano infermità» (Mc 3,10)
Giovedì 2.a sett. T.O. (Mc 3,7-12)