Il sabato é stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, dice il Signore. La priorità è la persona, non la legge che va pur rispettata.
In Francesco d’Assisi questa verità è alla base del suo cammino, motivo conduttore del suo squisito agire.
Libero da pastoie legaliste, pur sempre in una obbedienza fattiva alla Parola, dinanzi alle necessità della creatura era capace di andare oltre le apparenze a modo, che in realtà lo costernavano nell’impellenza dell’essenziale.
Basta ricordare un episodio:
”Una volta venne a conoscenza che un frate ammalato aveva desiderio di mangiare un po’ d’uva.
Lo accompagnò in una vigna e, sedutosi sotto una vite, per infondergli coraggio, cominciò egli stesso a mangiare per primo” (FF 762).
Allo stesso modo Chiara evidenziava le medesime prerogative, comportandosi come colei che “signoreggiava” sulle regole, perché la Regola per eccellenza è la Carità del Signore.
E alla luce di questa si comportava di conseguenza con le povere Dame di S. Damiano.
Le Fonti attestano:
«Le sorelle […] osservino ancora silenzio continuo in chiesa, in dormitorio e in refettorio soltanto quando mangiano.
Si eccettua l’infermeria, dove, per sollievo e servizio delle ammalate, sarà sempre permesso alle sorelle di parlare con moderazione.
Possano tuttavia, sempre e ovunque, comunicare quanto necessario, ma con brevità e sottovoce» (FF 2783).
«Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27)
Martedì 2a sett. T.O. (Mc 2,23-28)