Gen 11, 2025 Scritto da 

Brindisi con l’acqua e nervosismo

(Nozze di Cana: Prototipo dei Segni)

(Gv 2,1-11)

 

Nella Bibbia l’immagine più pregnante che esprime l'Amore di Dio per il suo popolo è quella coniugale.

Il Signore è lo Sposo che incessantemente va a riprendersi l’amata anche traditrice, perché non si lascia condizionare dalle infedeltà.

 

In Gv il Signore non “inizia” da un rito assorto, pensoso e neutrale.

Si esprime in una Festa, dove non devono mancare le carezze: questo il «prototipo dei segni» (Gv 2,11 testo greco).

L’episodio di Cana è il riassunto emblematico di tutti i prodigi in cui si manifesta l’azione del Redentore, anche grazie alle nostre scelte.

Come dire: l’opera della Fede è tenera, simpatica e totale; non esclusiva o gelosa. Così diventa capace persino di recuperi inspiegabili.

 

La religione antica tendeva a trasmettere un modello di vita striminzito e normale, individualistico e distratto.

Ma in quello nuziale e festoso del credente autentico, ‘perfezione’ fa rima con mettersi a disposizione.

Solo chi ha la libertà di scendere e prestare attenzione agli invitati al banchetto si rende conto ed è in grado di far capire (anche ai navigati: Gv 2,9) come si ravviva un panorama scolorito e insipido.

Anche se fossero novellini, coloro che si fanno servitori e si rendono presenti, sanno da cosa deriva il gusto dell’amore.

Essi comprendono come si trasforma l’insoddisfazione pallida e il disinteresse unilaterale in meraviglia e desiderio di esserci.

Insomma, “credere in Gesù” non è un bagaglio che volta per volta si amministra, bensì una Relazione in crescendo - sempre fresca.

 

Mentre gli egemoni si mettono forse di traverso, nell’affettuosità delle persone il Signore celebra le Nozze con-noi e proclama la sua Lieta Notizia.

Non siamo sotto la cappa d’un Giudizio che condiziona e plagia, per renderci sterilizzati; privi di fragranza.

Anche ai responsabili di comunità - quando severi censori - raccomanda di fare finalmente attenzione: il Padre non si esprime in codici, ma nella felicità dei suoi figli, anche principianti.

Il meglio non è alle spalle e adatto solo a gente grigia, ripiegata, ovvero à la page e senza costrutto; superstiti e reduci, o idealisti disincarnati. Deve ancora venire!

Sgretolata la canicola dei pregiudizi, siamo abilitati a guardare le situazioni antiche e nuove come Alimento, e tutte le persone quali opere uniche del Creatore, suoi capolavori.

 

La Fede porge un’attitudine a tale Pienezza, che lascia affrontare le vicende in armonia e con perfezione.

Quando invece subentra il gelo forense, selettivo, o un pensiero astratto, senza spina dorsale, ecco il panorama (desolante) d’inamovibili giare di fredda pietra - persino vuote d’acqua.

Non solo incapaci di purificare o dissetare, ma neppure utili a lavarsi lo sporco più epidermico, insieme alle sofisticazioni.

 

Solo invase da ragnatele.

450 Ultima modifica il Domenica, 19 Gennaio 2025 12:05
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

In today’s Gospel passage, Jesus identifies himself not only with the king-shepherd, but also with the lost sheep, we can speak of a “double identity”: the king-shepherd, Jesus identifies also with the sheep: that is, with the least and most needy of his brothers and sisters […] And let us return home only with this phrase: “I was present there. Thank you!”. Or: “You forgot about me” (Pope Francis)
Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una “doppia identità”: il re-pastore, Gesù, si identifica anche con le pecore, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi […] E torniamo a casa soltanto con questa frase: “Io ero presente lì. Grazie!” oppure: “Ti sei scordato di me” (Papa Francesco)
Lent is like a long "retreat" in which to re-enter oneself and listen to God's voice in order to overcome the temptations of the Evil One and to find the truth of our existence. It is a time, we may say, of spiritual "training" in order to live alongside Jesus not with pride and presumption but rather by using the weapons of faith: namely prayer, listening to the Word of God and penance (Pope Benedict)
La Quaresima è come un lungo “ritiro”, durante il quale rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio, per vincere le tentazioni del Maligno e trovare la verità del nostro essere. Un tempo, possiamo dire, di “agonismo” spirituale da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, ma usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza (Papa Benedetto)
Thus, in the figure of Matthew, the Gospels present to us a true and proper paradox: those who seem to be the farthest from holiness can even become a model of the acceptance of God's mercy and offer a glimpse of its marvellous effects in their own lives (Pope Benedict)
Nella figura di Matteo, dunque, i Vangeli ci propongono un vero e proprio paradosso: chi è apparentemente più lontano dalla santità può diventare persino un modello di accoglienza della misericordia di Dio e lasciarne intravedere i meravigliosi effetti nella propria esistenza (Papa Benedetto)
Man is involved in penance in his totality of body and spirit: the man who has a body in need of food and rest and the man who thinks, plans and prays; the man who appropriates and feeds on things and the man who makes a gift of them; the man who tends to the possession and enjoyment of goods and the man who feels the need for solidarity that binds him to all other men [CEI pastoral note]
Nella penitenza è coinvolto l'uomo nella sua totalità di corpo e di spirito: l'uomo che ha un corpo bisognoso di cibo e di riposo e l'uomo che pensa, progetta e prega; l'uomo che si appropria e si nutre delle cose e l'uomo che fa dono di esse; l'uomo che tende al possesso e al godimento dei beni e l'uomo che avverte l'esigenza di solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini [nota pastorale CEI]
The Cross is the sign of the deepest humiliation of Christ. In the eyes of the people of that time it was the sign of an infamous death. Free men could not be punished with such a death, only slaves, Christ willingly accepts this death, death on the Cross. Yet this death becomes the beginning of the Resurrection. In the Resurrection the crucified Servant of Yahweh is lifted up: he is lifted up before the whole of creation (Pope John Paul II)
La croce è il segno della più profonda umiliazione di Cristo. Agli occhi del popolo di quel tempo costituiva il segno di una morte infamante. Solo gli schiavi potevano essere puniti con una morte simile, non gli uomini liberi. Cristo, invece, accetta volentieri questa morte, la morte sulla croce. Eppure questa morte diviene il principio della risurrezione. Nella risurrezione il servo crocifisso di Jahvè viene innalzato: egli viene innalzato su tutto il creato (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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