(Gv 1,19-28)
Il cuore del Padre è oltre le attese divisive e puriste, che anche il Battezzatore riteneva indiscutibili e inculcava ai suoi allievi.
Dio opera solo in favore della vita: le sue azioni sono tutte positive - umanizzanti, di recupero - non di rigetto.
L’«essere» si accentua e rallegra solo quando le risorse di ciascuno sono scoperte, accolte, valorizzate; non “riparate”.
Le religioni tradizionali esorcizzano le emozioni negative, l’imperfezione; aborriscono il limite. Vogliono rapporti, cose e anime sempre sistemate.
Il Padre invece desidera far vivere e sbocciare; perciò non è sempre pieno di pareri.
Egli trae meraviglie che faranno scalpore, proprio dai lati oscuri; trasformati in sorgenti di nuove magie.
Gesù ha conosciuto la penuria esistenziale di tutti: i bisogni, la crescita; come ogni uomo. Ed ha vissuto in sé e compreso il valore dell’esplorazione.
Invece che farsi “ritoccare” e riformare, il nuovo Rabbi ha compiuto egli stesso un Esodo non conformista, che lo ha arricchito.
Anch’Egli ha dovuto correggere il percorso iniziale [da discepolo di Giovanni (v.27a) insieme a quelli che sono poi diventati i primi Apostoli] e ricredersi: valore aggiunto, non impurità.
Ha fatto tutto come noi, senza atteggiamenti unilaterali; per questo possiamo riconoscerci davvero in Cristo, nella sua Parola, e nella sua amabilissima vicenda.
E riconoscerlo Sposo dell’anima (v.27b).
È tale dignità unitiva che coinvolge nell’Amore. Non siamo chiamati ad essere forzuti a prescindere.
Nella sua Ricerca tutta umana, Gesù ha via via compreso che la stessa Vita intima del Padre viene offerta come Dono - una Sorpresa a nostro favore: impossibile coniarla su misura dei pregiudizi [antichi, o che seguono l’ultima moda].
L’Altissimo ci spiazza di continuo, e non ricalca assolutamente opinioni consolidate, o manierismi.
La Felicità è fuori da meccanismi sterili che progettano i minimi dettagli. È piuttosto Alleanza con il lato in ombra, che tuttavia ci appartiene.
Sacro Patto che trasmette completezza di essere: percezione-soglia della Gioia.
Insomma, siamo immersi in un Mistero di Gratuità e stupore vitale che travalica la crescita normalizzata, tutta sotto condizioni.
Procedure altrui. Cassiano e infine anche Tommaso d’Aquino le avrebbero forse classificate col titolo di ‘vizi spirituali’, quali espressioni derivate da «fornicatio mentis» [et corporis].
Mentre il Battista e tutta la tradizione seriosa immaginava di dover tanto ‘preparare’ l’avvento del Regno, Gesù ha invece proposto di ‘accoglierlo’: unica possibilità di Perfezione e Giovinezza feconde.
Non esistiamo più in funzione di Dio - come nelle religioni che stanno sempre a disporre tutto - ma viviamo di Lui, con stupore e in modo irripetibile.
È la fine dei modelli per “trattenuti”, non naturali.
Per noi incerti, inadeguati, incapaci di miracolo - Bella questa rassicurazione!
La ricchezza non è fuori di noi.
[Ss. Basilio e Gregorio, 2 gennaio]