Pietre vive e Liberazione dai mercanti: Segno e Anticipazione
(Gv 2,13-22)
Dove adorare l’Altissimo?
Già il cosmo è come una grande cattedrale, che tesse lodi divine; poi certamente hanno avuto un senso storico sia le alture che i templi.
Ma ora è Cristo il luogo in cui la donna e l’uomo incontrano Dio, il centro d’irruzione e dispiegamento dell’Amore del Padre, nel cosmo.
Il Signore viene volentieri, per fondersi con la vita del credente e dilatare le sue capacità, risorse qualitative, mondo di relazioni.
L’Eterno vive e agisce nell'Amico che - pur inconsapevolmente - ne accoglie le proposte.
Così, anche se i cieli non lo contengono, Egli si degna e diletta di stare tra noi e in noi.
Il grande Sovrano antico era relegato nel Tempio, e nelle vicende del quotidiano ci si dimenticava di Lui. Ora siamo noi i Santuari, veri e vivi.
Quindi, anche se la folla dei turisti si aggira per ammirarne l’arte, le Basiliche sono segno, non realtà.
Siamo noi le ‘chiese’ fuori delle chiese, ove abita la Fonte dell’essere che ‘si rivela’ e dobbiamo far incontrare agli altri.
Segno efficace e anticipazione di un cosmo più umano. In ognuno il Volto di Cristo.
Solo in tal senso «Laterano/ a le cose mortali andò di sopra» [Dante, Paradiso 31, 30-35].
«Era vicina la Pasqua»: tempo della liberazione dalla schiavitù - dai mercanti che avevano sequestrato il Dio dell’Esodo.
Il popolo riteneva di essere emancipato grazie all’acquisizione della ‘terra promessa’, e di praticare un culto gradito.
In realtà era ancora schiavo di una immagine pagana dell’Onnipotente.
Infatti, il complesso del Tempio era costituito da una serie di circuiti che via via scremavano i visitatori.
Gesù vuole smantellare le barriere che impediscono di accostarsi a Dio; tutti i pregiudizi e muri divisori.
La grande Novità è che in Lui ciascuno ha accesso al Padre.
Egli propone la comunione come convivialità delle differenze, non sinergia con scopi qualsiasi.
Poi, il timore inculcato dalla vecchia religiosità aveva trasformato i grandi luoghi di culto dell’oriente antico in banche.
La commistione di preghiera e denaro è davvero insopportabile.
Quando subentrano interessi economici, le conseguenze sulle persone senza peso [e sulla civiltà stessa] sono devastanti.
Così, il Maestro ci sbatte fuori dalla falsa immagine di Dio, per recuperarlo dentro ciascuno di noi.
Insomma, bisogna farla finita con le palizzate - pur “ideali” - in cui la gratuità e la preghiera hanno ben poco di somigliante al rapporto del Figlio col Padre.
Tutto ciò anche spingendoci a capire altrove, navigando verso impossibili territori.
Infine approdando sempre più alla densità del Mistero che vuole viaggiare con noi.
Faremo tutt’altro genere di acquisizioni.
Ormai il mercanteggiare è incompatibile con la nostra azione di ‘pietre vive’.
[Dedicazione della Basilica Lateranense, 9 novembre 2024]