E preoccuparsi del numero
(Lc 14,25-33)
Gesù è preoccupato di vedere attorno a sé «molte folle» (v.25).
Inusuale che una proposta di dono totale e rischio dell’intera vita - beni, relazioni, prestigio, speranze - possa trovare consenso oceanico.
In effetti non sono pochi coloro che non sanno «dove» va. Non a prendere il potere e parteciparlo agli amici - insieme al bottino.
Il Signore è preoccupato (v.25) e deve ricominciare a insegnare. Avere tanti ammiratori è cosa strana per Chi propone d’implicarsi e non cedere all’indifferenza.
Ancora oggi il Maestro interpella, e c’incalza, punge.
Per coloro che fanno la scelta dell’amore gratuito, la prima disposizione è l’integrazione degli affetti, persino “famigliari”. Non per farci rinunciare a vivere.
Le cerchie possono staccarci dalle esigenze sconfinate d’un rapporto tra persone che condividono grandi ideali oltre confine.
Sentimenti e legami vanno ricollocati; devono acquistare una luce nuova.
Nessuno è tanto eroe da riuscire a non pensare più a se stesso e i suoi, ma subentra una dimensione prospettica, nell’esperienza di un Padre che provvede a creare svolte più sapienti.
Tutte le logiche di buonsenso assumono un altro significato.
Persino l’attaccamento alla propria immagine e reputazione: «prendere, sollevare, portare il braccio della Croce» [v.27: senso del verbo greco].
Era il momento della massima solitudine e percezione di fallimento.
Chi è agitato per l’opinione-attorno si limita, non inizia percorsi, non s’affida alle proprie doti e neppure le scopre; non impara a prendere il passo di ciò che avviene, né sovverte ciò che va detestato.
Il contrasto coi poteri forti che chiedono la solita fedeltà a doppio taglio, è semplicemente da mettere in conto.
Terzo “impegno” (v.33): i beni in eccesso servono solo per costruire Relazione. Questa è la soglia della Felicità: rende simili a Dio.
Affare assurdo, ma fonte di gioia incondizionata, che ci porta assai più dell’emozione. Quindi bisogna aprire bene gli occhi.
Perché in missione non si vive di adrenalina, ma di convinzioni che riflettono la vita intima e la pienezza di essere.
Chi ci mette la faccia deve però prima incontrare e misurare se stesso molto molto a fondo, perché egli va come in guerra (vv.31-32).
Qui non si scherza: i gendarmi dei clan consolidati sono capaci di tutto, per continuare a darsi importanza e occupare posizioni.
Si paga di persona. Non si partecipa di un corteo trionfale: piuttosto, si viene respinti.
Ma la Fede sostiene: crede che il Signore non eserciti soprusi, né voglia attorno testimoni rassegnati.
Il suo Sogno valica il buonsenso - per farci trasalire d’un imprevisto ‘pondus’ che ritroviamo gratis in cuore.
D’ora in poi non si mercanteggia più: questa la nuova Torre (vv.28-30) da costruire.
[Mercoledì 31.a sett. T.O. 6 novembre 2024]