Chiamò a Sé: emergenza per Nome, prima che dattorno
(Lc 6,12-19)
Lc riflette il doppio indirizzo del culto nelle comunità primitive: la Preghiera come significativa apertura al Padre e celebrazione interna fra discepoli (vv.13-17) - e il pubblico Annuncio con opere, al popolo.
La comunità è vicina: Dio è nella nostra storia. L’idea di un Regno distante produce separazioni, piramidi pastoralmente inconsistenti, e dispersiva coltivazione d’interessi.
Insomma, è fondamentale prima maturare, ovunque viviamo.
Chi coltiva molte brame, le proietta; procura i suoi stessi influssi torbidi. Per questo è necessaria l’orazione e la riflessone, che - dall’Ascolto - ci trasmettono il senso del nostro stare al mondo e una retta disposizione.
Sembra un paradosso, ma l’interesse verso i bisogni delle moltitudini è un problema squisitamente radicato nell’intimo.
È da se stessi e a partire dalla comunità che si guarda con empatia il mondo stesso, sapendone recuperare i lati opposti.
È la Via dell’Interno che compenetra e attiva la via dell’esterno.
In tal guisa c’immergiamo nella Fonte dell’essere: per spostare lo sguardo precipitoso. Chi non è libero non può liberare.
Unico modo saggio di scrutare lontano è attenersi alla ragione delle cose, principio che si conosce attivamente, se non fuorviati da superficialità e riduzioni.
Intesa la natura delle creature e conformandovisi in modo crescente, tutti vengono ispirati a trasmutare e completarsi, arricchendo anche la sclerosi culturale senza forzature alienanti.
Tutto ciò, esercitando una pratica di bontà anche con se stessi.
Non per distinguere il momento della Vocazione da quello dell’Invio ministeriale: la via del Cielo è intrecciata alla strada della Persona.
È insomma per avvicinarsi al senso dell’unicità missionale di ciascun Apostolo che Gesù trascorre un’intera notte in preghiera (v.12).
Gran parte dei primi seguaci ha nomi tipici del giudaismo, addirittura del tempo dei Patriarchi - il che indica un’estrazione mentale e spirituale radicata più nella religione antica che nella nuova Fede: realtà non facile da gestire.
Ma anche per loro il Signore sprigiona la sua forza di Vita piena, malgrado in sé fossero individui comuni, pieni di limiti.
Tuttavia il Regno è «locale e universale» [Fratelli Tutti, nn.142-153], Vicino e per Nome - come si evince dal passo del Vangelo di Lc.
Questa la forza molteplice, graffiante, impareggiabile, prossima e appunto personale, la quale vince ogni possibilità di sabotaggio ideale [a motivo di circostanze avverse].
Potenza attinta sia dalla preghiera diretta al Padre in Cristo - nel suo Ascolto notturno (v.12) - nonché dalle opere d’amore (vv.17-19).
Potenze in simbiosi personale, sensibile, condivisa.
Missione non per soli eccellenti, né unilaterale, bensì per un contagio inquieto.
Annuncio di nuova Luce accolta in Dono: dove appunto non appare una sola forma o un solo colore.
E l’Asse è stare talora nascosti con Lui.
«È quanto la tradizione ha poi formulato con la nota espressione: “Contemplata aliis tradere” (cfr San Tommaso, Summa Theologiae, IIa-IIae, q. 188, art. 6)» [Papa Benedetto].
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Nella tua esperienza, quale catena ha unito il Cielo e la terra?
[Ss. Simone e Giuda, 28 ottobre 2024]