Set 11, 2024 Scritto da 

Difforme Purità, antidoto al vuoto

Sobrietà soddisfatta: nuova Profondità

(Lc 9,1-6)

 

Al tempo di Gesù non mancavano diversi movimenti di rinnovamento che cercavano di rinverdire la vita di comunità, insidiata dal collasso economico e sociale, e dal servilismo politico e religioso.

Esseni, Farisei e Zeloti avevano i loro missionari, che sebbene inviati proprio da coloro che più radicalmente desideravano un nuovo modo di convivere, erano totalmente prevenuti nei confronti di altri interlocutori.

Non si fidavano della gente, né delle consuetudini o del cibo altrui, anch’esso considerato legalmente impuro.

Invece gli Apostoli devono imparare ad accettare l’ospitalità, confidare nelle persone, e immaginare di essere accolti persino da coloro che la devozione comune considera contaminati.

L’uomo di Fede si distingue dal credente religioso fondamentalista, perché ha un criterio di fraternità e coesistenza opposto: denuncia le leggi di esclusione rituale, culturale e sociale.

Ha una nuova profondità.

 

L’accesso alla ‘purezza’ è nel rapporto intimo e personale con Dio, e nella qualità di relazioni aperte; non altrove. E la Chiesa è realtà eccentrica; non vive per sé, per i vantaggi, per vincere.

Essa ha solo il compito di tenere vivo il Messaggio che guida tutti alla Felicità piena.

Ciascuno, e la Comunità stessa, puntano sull’Annuncio [reale, con la vita] che ha forza trasformante. Assolutamente la Chiesa non è costituita per imporre idee e trionfare, tutt’altro.

Così il figlio di Dio in itinere non può trascorrere il suo tempo a migliorare l’alloggio, come fosse un segno di rango sociale e spirituale - magari passando da una prima sistemazione di fortuna a forme sempre più agiate e appariscenti sul territorio (v.4).

Il testimone autentico ha in cuore ben altra Promessa.

 

Lc insiste sul fatto che la Missione debba svolgersi nella più assoluta povertà - condizione per continuare l’assunto di Gesù - e toglie al fedele in Cristo persino l’inerme penuria del bastone da viaggio che invece Mc (6,8) gli lascia.

Il rapporto con gli eventi, le relazioni con le persone e le forze cieche del potere, e degl’imprevisti naturali, devono in noi diventare Incontro.

Sbalordimento di Empatia nuova che in se stessa annuncia sapienza, cura, guarigione, e vittoria sull’infermità (vv.1-2) - introducendo anche i lontani e disperati alla incisività della Fede.

Questo Viaggio di ritrovamento della propria e altrui vita nelle mani del Padre non è ancora terminato.

La Verità del Risorto è aperta a una Speranza aggiornata e di prospettiva, non inquadrata - da tenere viva. L’esigenza di opere trasmutanti il mondo antico acquista un’attualità sempre rinvigorita.

Continua ai nostri giorni, ma con esigenze, motivi, orizzonti e offerte di redenzione in forme “divine” sorprendenti - anche a motivo di poliedrici contesti culturali [o perfino d’interferenze interne, coi loro immutati tentativi di offuscamento perbenista rigido e devoto - o modaiolo - dello spirito umano].

 

Ciò che conta non sono i mezzi, diversi secondo ambiente o più o meno miseri, ma l’Annuncio della Verità che si ‘fa’, non che si ‘ha’.

In sé l’indigenza materiale è una cattedra, ma pure una vetrina. In altre religioni, ci sono forme di povertà ed esproprio individuale [confrontate alle nostre] eroiche e sorprendenti, forse però inaccessibili e di cerchia, nel loro incredibile atletismo - e spersonalizzazione.

La Chiesa dev’essere libera, disponibile, tutta dedita, inerme.

Il suo peso specifico - vera garanzia di credibilità - resta da discernere in ordine a una vita universale e perfetta ‘da salvati’ [recuperati per Grazia], non da fenomeni asettici e cesellati nei minimi dettagli.

Lo vediamo oggi, nel tempo della crisi globale: bisogna reinventarsi per rinascere, anche dal punto di vista dei criteri di sacralità.

Insomma: smettere di sabotare le nostre risorse naturali spontanee, e diventare ciò che siamo a partire dalle reali fragilità - in modo più genuino [e al contempo, più profondo].

Talora bisognerà far leva proprio sugli aspetti che un tempo erano considerati cagionevolezza di carattere... appunto da escludere, in un mondo tutto esteriore, falsamente estroverso, manierista, supponente di sé.

 

Al fine di costruire una sola Famiglia e un solo Popolo di Dio, liberato da pastoie che umiliano la gioia, tutti i ‘fatti’ credibili e i ‘mezzi’ conformi - fragranti e spontanei, o anche culturalmente affinati - possono essere accolti, presi in considerazione, reinventati.

Opzione assoluta e non negoziabile è il bene della donna e dell’uomo concreti, non un convincimento di purità, o di adeguatezza “culturale”.

Ciò che conta è la sollecitudine per il nostro rapporto con Dio nella relazione di Comunione coi fratelli e sorelle, alla pari, per una convivialità delle differenze che ci arricchisce, personalmente e insieme.

La qualità d’intesa basta a tutto, e marca una saggia differenza nei confronti di aspetti idolatrici… quali rivalse materiali, controllo delle coscienze deboli, ed espansione sul territorio - cifre così importanti per le ideologie e purtroppo anche per alcune forme impositive del nostro credo [rigide o di soppiatto].

Se viceversa ci radichiamo in una disposizione di coesistenza, esclusivamente conviviale e di spirito largo, informeremo tutto il nostro modo di vivere. Ciò, nella soddisfatta sobrietà di chi già possiede il Tesoro autentico, dentro e fuori di sé: il Cristo universale, risuscitato a favore delle «moltitudini»; Fonte e Culmine del Regno da edificare.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come annunzi il Regno di Dio?

Porti ciò che per primo hai vissuto, o preferisci idee, atteggiamenti artificiosi, schemi, pensieri, organigrammi e “nomi” altrui?

Cosa ritieni possa complicare l’Annuncio oggi?

 

 

[Mercoledì 25.a sett. T.O.  25 settembre 2024]

388 Ultima modifica il Mercoledì, 25 Settembre 2024 12:01
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The family in the modern world, as much as and perhaps more than any other institution, has been beset by the many profound and rapid changes that have affected society and culture. Many families are living this situation in fidelity to those values that constitute the foundation of the institution of the family. Others have become uncertain and bewildered over their role or even doubtful and almost unaware of the ultimate meaning and truth of conjugal and family life. Finally, there are others who are hindered by various situations of injustice in the realization of their fundamental rights [Familiaris Consortio n.1]
La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte famiglie vivono questa situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell'istituto familiare. Altre sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti [Familiaris Consortio n.1]
"His" in a very literal sense: the One whom only the Son knows as Father, and by whom alone He is mutually known. We are now on the same ground, from which the prologue of the Gospel of John will later arise (Pope John Paul II)
“Suo” in senso quanto mai letterale: Colui che solo il Figlio conosce come Padre, e dal quale soltanto è reciprocamente conosciuto. Ci troviamo ormai sullo stesso terreno, dal quale più tardi sorgerà il prologo del Vangelo di Giovanni (Papa Giovanni Paolo II)
We come to bless him because of what he revealed, eight centuries ago, to a "Little", to the Poor Man of Assisi; - things in heaven and on earth, that philosophers "had not even dreamed"; - things hidden to those who are "wise" only humanly, and only humanly "intelligent"; - these "things" the Father, the Lord of heaven and earth, revealed to Francis and through Francis (Pope John Paul II)
Veniamo per benedirlo a motivo di ciò che egli ha rivelato, otto secoli fa, a un “Piccolo”, al Poverello d’Assisi; – le cose in cielo e sulla terra, che i filosofi “non avevano nemmeno sognato”; – le cose nascoste a coloro che sono “sapienti” soltanto umanamente, e soltanto umanamente “intelligenti”; – queste “cose” il Padre, il Signore del cielo e della terra, ha rivelato a Francesco e mediante Francesco (Papa Giovanni Paolo II)
But what moves me even more strongly to proclaim the urgency of missionary evangelization is the fact that it is the primary service which the Church can render to every individual and to all humanity [Redemptoris Missio n.2]
Ma ciò che ancor più mi spinge a proclamare l'urgenza dell'evangelizzazione missionaria è che essa costituisce il primo servizio che la chiesa può rendere a ciascun uomo e all'intera umanità [Redemptoris Missio n.2]
That 'always seeing the face of the Father' is the highest manifestation of the worship of God. It can be said to constitute that 'heavenly liturgy', performed on behalf of the whole universe [John Paul II]
Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo [Giovanni Paolo II]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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