Il Signore vuole nuova gente, che Ascolta
(Lc 8,19-21)
Nella vita di chi è interpellato dalla relazione di Fede, per diventare consanguinei del Padre secondo lo Spirito è fondamentale Percepire [nel senso profondo di Ascoltare - non tanto materialmente ‘vedere’].
Neppur vale lo «stare fuori», o voler direttamente ‘parlare’, per ‘convincere’ il Signore (vv.19-21).
È necessario intuire e cogliere: un cammino per incontrare i propri strati profondi dell’essere, la verità delle inclinazioni, e della vita.
Decisivo è accogliere una Parola saziante, che si fa linguaggio e cultura, che ha forza creatrice: data alle orecchie e scoperta dentro. Colta nella storia personale e nella realtà, e trasmessa di nuovo.
Allontanarsi da tale Verbo ed Eros fondante significa distaccarsi da se stessi, disperdersi in rivoli che non ci appartengono, precipitare nel vuoto [“vuoto” non inteso come stato energetico profondo, che prepara i nuovi sviluppi].
Paradossalmente, sia la nostra Libertà che la Salvezza del mondo sono frutto di una Obbedienza - ma non esteriore, o altrui.
È piuttosto sintonizzarsi sulla parte del Logos in noi che sta fiorendo; davvero “perfetta”. Nessun modello condizionante.
Nessuna correzione a priori, né forzatura secondo pregiudizio: piuttosto, un’eterna Metamorfosi - accompagnata dal Verbo, che misteriosamente guida di Esodo in Esodo.
Nessuna aspettativa culturale configurata congiungerebbe alla piena comunione con la grande scintilla e pienezza divina in ciascuno e tutti.
Realizzazione del Regno e di ogni giorno - anche fuori dal tempo.
Per conoscere Cristo da vicino non basta guardarlo e farsi prendere dalla simpatia o dalla commozione religiosa.
È l’Ascolto che allaccia e instaura legami intimi, che non si spengono - di coinvolgente sintonia col Maestro.
Attorno a Gesù la Parola di Dio crea Famiglia nuova, con vincoli di parentela spirituale più stretti di ciò che offriva il legame di clan.
Il Signore vuole altra gente, che nasca appunto dalla Percezione-presentimento.
Il connubio non è più riservato ed esclusivo; diventa accessibile a chiunque e in qualsiasi condizione si trovi - anche fosse “cieco” esteriore, incapace di scorgere quel che è a portata di mano.
Ciascuno è Chiesa, Casa del Padre, e così può realizzare il Sogno di Dio di abitare con gli uomini e passeggiare affianco.
Egli dimora in mezzo a noi e in noi. Nel suo Verbo, senza più ‘distanze’.
In tal guisa, tutte le nostre azioni devono tendere a questo scopo: formare il Tempio di Dio, la sua casata, il Corpo del Cristo vivente.
Per giungere a tale meta compiuta, mezzo essenziale è ospitare la Vocazione che ci trasforma, fondamento assai più profondo di qualsiasi legame o emozione.
Indispensabile non è un’esperienza (iniziale) di entusiasmo, bensì la custodia della Chiamata che interpreta la vita e diventa mentalità, dinamismo dentro che guida [e sfocia in percorsi di periferia].
C’è ben altro Tempio da edificare.
[Martedì 25.a sett. T.O. 24 settembre 2024]