Ma può partecipare al rito? Seduto e con l’occhio sui registri, solo poi ricco - anzi, ‘signore’
(Mt 9,9-13)
In alcune assemblee di credenti sorgevano attriti, perché alcuni membri di chiesa ritenevano ancora profano avere contatti o accettare stranieri, non ancora adeguatisi alla mentalità delle consuetudini.
Anche i giudeo-cristiani di Galilea e Siria cui Mt si rivolge avevano bisogno d’imparare a infrangere l’isolamento delle norme di purità antiche. Non dovevano tenersi in disparte.
L’attrito delle opinioni si rendeva particolarmente acuto nel dibattito [tipico di terza generazione] sul genere di partecipazione ammissibile alle riunioni e allo Spezzare il Pane.
La proibizione dev’essere sostituita dall’amicizia.
Il Padre è Presenza amica. La sua iniziativa di vita salvata è per tutti, anche per chi non sa far altro che badare ai suoi registri.
I fedeli in Cristo condividono il Pasto sacro con pagani e peccatori, senza prima pretendere una disciplina dell’arcano, né pratiche che celebrino distanze (come le abluzioni che precedevano il pasto).
Matathiah significa “uomo di Dio”, “dato da Dio”; precisamente «Dono di Dio» [Matath-Yah].
Insomma, secondo l’insegnamento di Gesù, l’unica impurità è quella di non dare spazio a chi lo chiede perché non ne ha.
Le sette osservanti del giudaismo trattavano i pubblicani alla stregua di esseri immondi, da tenere a distanza.
Il germe di società alternativa dei credenti in Cristo li accetta e ne coglie le risorse, il bene per la comunità.
L’ansia di contaminazione nasceva da un’idea falsa, preconcetta ed esclusivista di ciò che non solo in Palestina ma persino in Diaspora era identificato per totale strabismo con «Volontà di Yahweh» - fattore di separazione in mezzo agli altri popoli.
Illusione che non aveva stimolato un atteggiamento di simpatia verso la realtà variegata, né di cordialità verso il prossimo, esterno a cordate di cerchia.
Il Signore vuole condivisione coi trasgressori, non a motivo d’una banalità ideologica: è l’invito a riconoscersi.
Non per sottometterci a una qualche forma di paternalismo umiliante, ma perché sapersi incompleti è una risorsa.
«E avvenne che mentre Egli era steso a mensa nella Casa, ecco molti pubblicani e peccatori venuti erano stesi a mensa con Gesù e i suoi discepoli» [v.10 testo greco].
«Erano stesi»: secondo il modo di celebrare i banchetti solenni, da parte degli uomini liberi - ormai tutti liberi. Che meraviglia, un ostensorio del genere!
Un Corpo vivo del Cristo che profuma di Condivisione: autentico Culto!
È questa tutta empatica e regale la bella consapevolezza che spiana e rende credibile il contenuto dell’Annuncio [vv.12-13].
Cristo chiama, accoglie e redime anche il Matteo in noi, ossia il lato più logoro della nostra personalità. Lo farà addirittura fiorire: diventerà un aspetto irrinunciabile e vincente della futura testimonianza.
Dice il Tao Tê Ching [XLV]: «La grande dirittura è come sinuosità, la grande abilità è come inettitudine, la grande eloquenza è come balbettio».
Fra i discepoli è probabile che ci fossero non pochi membri della resistenza palestinese: guerriglieri che lottavano contro gli occupanti romani.
Per contro, qui Gesù chiama un collaborazionista che si lasciava guidare dal vantaggio.
Come dire: la Comunità nuova dei figli e fratelli non coltiva privilegi, separazioni, oppressioni, odi.
Il Maestro si è sempre tenuto al di sopra degli urti politici, delle distinzioni ideologiche e delle dispute corrive del suo tempo.
Nella sua Chiesa c’è un segno forte di discontinuità.
Egli non invita alla sequela i migliori o i peggiori, ma gli opposti - anche della nostra personalità. Vuole disporci «a conversione» (Lc 5,32): farci cambiare punto di vista, mentalità, princìpi, modo di essere.
In tale avventura non siamo chiamati a forme di dissociazione. Si parte da se stessi.
In tal guisa Gesù inaugura un nuovo tipo di relazioni, anche dentro di noi. Un’Alleanza Nuova, di feconde divergenze.
Non è la ‘perfezione’ o il narcisismo che ci fanno amare l’Esodo.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Qual è il tuo punto di forza spirituale? Come si è generato?
[s. Matteo Ap. Ev. 21 settembre 2024]