Nov 23, 2024 Scritto da 

La reinterpretazione del colore liturgico viola

Incarnazione. La Sicurezza è nella insicurezza: Venuta, Preghiera e svolta, tra fragore di flutti.

(Lc 21,25-28.34-36)

 

Che tipo di Venuta è?

E per quale motivo vogliamo che il Signore si renda presente nella nostra vita?

Attendiamo una scorciatoia - un atto di potenza - che pareggi il mare grosso in tempesta?

Infatti non sembra nello stile d’una Buona Notizia parlare di «fragore del mare e dei flutti» o ribadire: «vegliate sui cuori appesantiti».

Ma c’è un modo sapiente per intendere queste espressioni, che non è quello già collocato nel paradigma morale delle culture religiose.

 

Nella tradizione osservante di tutti i popoli, l’insicurezza è percepita come uno svantaggio.

Secondo luoghi comuni, i maestri spirituali constatano il progresso quando un’anima dall’esistenza mescolata e disordinata supera i suoi parapiglia in favore dell’ordine e della tranquillità.

Ma l’esperienza nello Spirito è più intimamente inquieta che palese. Né è lo stesso di generica “vita spirituale” animata da un senso devoto che si distacca da istanze trasversali, per un ideale di “calma coerente”.

 

Così condizionati da un indottrinamento omologato al saper “stare in società”, attendiamo d’incontrare piamente nostro Signore nei momenti bui, ma affinché ridoni fortuna.

Lo aspettiamo nel tempo dei problemi economici, perché ci renda vantaggio con una vincita; nelle vicende umilianti, per farci risalire la china.

Nella solitudine, perché faccia incontrare la persona giusta. 

Nei pericoli… desiderando che almeno Lui trasmetta forza per ribaltare la situazione.

E nella malattia immaginiamo ridoni vigore giovanile.

Così nella babele, che (infine, almeno) comunichi relax - meglio, trionfo.

 

Nei Vangeli Gesù cerca di far capire ai suoi dove e quando incontrare autenticamente Dio.

Ma nell’attesa delle sue «Promesse» - e che si manifesti addirittura come «nostra-Giustizia» [prima Lettura] - facciamo difficoltà a procedere oltre l’esteriore.

Proiettiamo le nostre idee anche in religione - però la Fede se ne distacca. Valuta con mentalità opposta.

Ad esempio, capita di non riuscire a incontrare un amico perché sbagliamo tempi e luoghi dell’appuntamento.

Succede anche con Dio.

L’insicurezza proclamata dai Vangeli somiglia proprio a un «fragore del mare e dei flutti» (v.25)… ma si tratta di Lieta Novella!

Sebbene tendiamo a dare un senso di permanenza a ciò che abbiamo vissuto e credevamo di “essere”, ripetutamente sperimentiamo che le nostre certezze mutano - proprio come i flutti.

 

Gesù insegna che la vera dubbiosità sorge paradossalmente da un qualche nostro identificativo che tenta (comicamente) di pareggiare le onde della vita.

Invece l’essenza di ciascuno sgorga da una Sorgente vivace, che tutti i giorni fa quel che deve.

Abitudini, visuali, modi di essere rassicuranti di stare con le persone e affrontare situazioni, tagliano fuori la ricchezza delle nostre sfumature preziose; buona parte dei nostri stessi volti.

E nascite e ringiovanimenti che ci appartengono.

L’impatto interiore delle molte sollecitazioni di questo Nucleo cosmico [e personale] insinua uno squilibrio inevitabile e fecondo, che rischiamo però d’interpretare in modo negativo; appunto, come fastidio.

Nella mente dell’uomo che schiva le oscillazioni, quel genere di «onda» che viene per farci ragionare sulle cose antiche è subito identificata come pericolo identitario.

La stessa Provvidenza - l’«onda» che vede avanti - è forse bollata d’inquietudine, anche da chi ci consiglia.

Nell’uomo ideale come cesellato dai moralismi normalizzanti, l’«acqua» paludosa delle pulsioni è quella che sporca e trascina a terra. E il Cielo sarebbe sempre limpido e netto “sopra” la terra.

Invece spesso è il pensiero, un’identificazione culturale a monte, che produce insicurezza e tormento.

Il pregiudizio ci vessa ben più della realtà oggettiva, che scende in campo per rinfrescare la nostra anima e renderla lieve come la «spuma del mare» crudamente incarnata.

 

Per una evoluzione verso il miglioramento, Gesù vuole un discepolo permeabile alle Novità che scuotono l’antico «status».

La mancanza di dubbio che il Signore intende trasmettere non fa rima con il meccanismo delle abitudini.

La certezza che desidera donarci non è quella falsa - dell’immutabilità pigra di cose sempre uguali.

Lo stato di difesa e “prevenzione” sarà forse caratteristica d’una vita trascorsa nel ripiegamento interessato, che dribbla gli scossoni - non cifra della Vita nello Spirito.

 

Il Vangelo di oggi augura ai credenti di essere fortemente critici, e pure insicuri: non dice «tu devi essere così», né «tu sei questo» - «noi ce l’abbiamo fatta, perché non tu?».

[L’identità di s. Benedetto non è quella di s. Francesco, sebbene siano entrambe figure radicate a fondo (come le circostanze) nella medesima Sorgente; Fonte originaria, però di Acqua zampillante].

 

Bisogna tuffarsi nei «flutti», bisogna conoscere queste «onde»; perché il nostro punto fermo non è nelle cose esterne o che lasciamo notare in vetrina, ma alla Scaturigine dell’Essere.

La scorza delle apparenze condanna alla peggiore fluttuazione, alla meno vantaggiosa delle insicurezze: credere che mantenendo (ad es.) i livelli economici o il prestigio, raggiungendo quel traguardo, scalando il tabellone dei titoli, così via, eviteremo frustrazioni, scanseremo angosce, saremo finalmente senza contrasti e persino felici.

Ma in tal guisa la nostra anima non si rafforza, né vola verso territori ancora sconosciuti; piuttosto, si posa nel recinto dell’aia più omologante.

Invece siamo vivi, e la giovinezza che conquista il Regno viene dal caos dei sommovimenti.

I missionari sono animati da questa sola sicurezza: la migliore stabilità è l’instabilità: quel «fragore del mare e dei flutti» dove nessuna onda somiglia alle altre.

 

Insomma, sulla base della Parola di Dio, forse anche il colore liturgico viola dovrebbe assumere una reinterpretazione - assai più vitale, graffiante e profonda di quella che pensavamo di aver capito.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Avvento: per quale motivo vuoi che il Signore Venga e si renda Presente nella tua vita?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Our shortages make us attentive, and unique. They should not be despised, but assumed and dynamized in communion - with recoveries that renew relationships. Falls are therefore also a precious signal: perhaps we are not using and investing our resources in the best possible way. So the collapses can quickly turn into (different) climbs even for those who have no self-esteem
Le nostre carenze ci rendono attenti, e unici. Non vanno disprezzate, ma assunte e dinamizzate in comunione - con recuperi che rinnovano i rapporti. Anche le cadute sono dunque un segnale prezioso: forse non stiamo utilizzando e investendo al meglio le nostre risorse. Così i crolli si possono trasformare rapidamente in risalite (differenti) anche per chi non ha stima di sé
God is Relationship simple: He demythologizes the idol of greatness. The Eternal is no longer the master of creation - He who manifested himself strong and peremptory; in his action, again in the Old Covenant illustrated through nature’s irrepressible powers
Dio è Relazione semplice: demitizza l’idolo della grandezza. L’Eterno non è più il padrone del creato - Colui che si manifestava forte e perentorio; nella sua azione, ancora nel Patto antico illustrato attraverso le potenze incontenibili della natura
Starting from his simple experience, the centurion understands the "remote" value of the Word and the magnet effect of personal Faith. The divine Face is already within things, and the Beatitudes do not create exclusions: they advocate a deeper adhesion, and (at the same time) a less strong manifestation
Partendo dalla sua semplice esperienza, il centurione comprende il valore “a distanza” della Parola e l’effetto-calamita della Fede personale. Il Cospetto divino è già dentro le cose, e le Beatitudini non creano esclusioni: caldeggiano un’adesione più profonda, e (insieme) una manifestazione meno forte
What kind of Coming is it? A shortcut or an act of power to equalize our stormy waves? The missionaries are animated by this certainty: the best stability is instability: that "roar of the sea and the waves" Coming, where no wave resembles the others.
Che tipo di Venuta è? Una scorciatoia o un atto di potenza che pareggi le nostre onde in tempesta? I missionari sono animati da questa certezza: la migliore stabilità è l’instabilità: quel «fragore del mare e dei flutti» che Viene, dove nessuna onda somiglia alle altre.
The words of his call are entrusted to our apostolic ministry and we must make them heard, like the other words of the Gospel, "to the end of the earth" (Acts 1:8). It is Christ's will that we would make them heard. The People of God have a right to hear them from us [Pope John Paul II]
Queste parole di chiamata sono affidate al nostro ministero apostolico e noi dobbiamo farle ascoltare, come le altre parole del Vangelo, «fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8). E' volontà di Cristo che le facciamo ascoltare. Il Popolo di Dio ha diritto di ascoltarle da noi [Papa Giovanni Paolo II]
"In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet". This refers to the solidity of the Word. It is solid, it is the true reality on which one must base one's life (Pope Benedict)
«In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet». Si parla della solidità della Parola. Essa è solida, è la vera realtà sulla quale basare la propria vita (Papa Benedetto)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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