Feb 22, 2025 Scritto da 

Non pagliuzza… ma albero fruttuoso

 Francesco d’Assisi era acerrimo nemico dei giudizi.

La frase del Vangelo, che rimarca questo male era scritta nella sua memoria in modo indelebile.

«Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello ma la trave nel proprio occhio non osservi?» (Lc 6,41).

Era attento a non dimenticare che ogni albero si riconosce dai suoi frutti.

La leggenda dei tre compagni, contenuta nelle Fonti, riferisce:

"Insisteva perché i fratelli non giudicassero nessuno, e non guardassero con disprezzo quelli che vivono nel lusso e vestono con ricercatezza esagerata e fasto, poiché Dio è il Signore nostro e loro, e ha il potere di chiamarli a sé e di renderli giusti […]

Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti.

Molti, che ci sembrano membra del diavolo, possono un giorno diventare discepoli di Cristo" (FF 1469).

Nella Leggenda Perugina troviamo un episodio illuminante in merito all’albero che si caratterizza per i frutti prodotti.

Andò da Francesco un giovane frate bramoso di avere il salterio.

Il padre lo mise in guardia dalla vanità di avere poi il breviario, montando in cattedra come un prelato e chiedendo al fratello di portargli il breviario.

Passati pochi mesi, il frate tornò dal Poverello per parlargli di nuovo del salterio.

Francesco gli disse:

«Va’ e fa’ come ti dirà il tuo ministro» (FF1628).

A quelle parole il giovane cominciò a ritornare per dove era venuto.

Ma il Santo iniziò a riflettere su quanto aveva detto e "d’improvviso gridò dietro a colui:

«Aspettami, fratello, aspettami!».

Andò fino a lui e gli disse:

«Torna indietro con me, fratello, e mostrami il posto dove ti ho detto di fare, riguardo al salterio, quanto ti dirà il ministro».

Arrivati a quel posto, Francesco si inchinò davanti al frate e mettendosi in ginocchio disse:

«Mia colpa, fratello, mia colpa! Chiunque vuol essere un ‘minore’ non deve avere che la tonaca, la corda e le brache, come dice la Regola, e in più le calzature, per chi sia stretto da evidente necessità o malattia».

A tutti i frati che venivano a consultarlo sull’argomento, dava la stessa risposta. E diceva:

«Tanto un uomo sa, quanto fa; e tanto un religioso è buon predicatore, quanto lui stesso agisce».

Come dire: l’albero buono si conosce dal frutto che produce" (FF 1628).

Anche Chiara d’Assisi fu, nella valle Spoletana, albero dai buoni frutti, come la stessa bolla papale Clara Claris Praeclara sottolinea, esaltandone la statura qualitativa.

"Questo fu l’albero alto, proteso verso il cielo, dai rami dilatati, che nel campo della Chiesa produsse soavi frutti di religione, e alla cui ombra piacevole e amena molte seguaci accorsero da ogni parte, e tuttora accorrono per gustarne i frutti" (FF 3294).

 

«Ogni albero infatti si riconosce dal proprio frutto» (Lc 6,44)

 

 

8a Domenica T.O.(C)  (Lc 6,39-45)

147 Ultima modifica il Sabato, 22 Febbraio 2025 06:10
Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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St Teresa of Avila wrote: «the last thing we should do is to withdraw from our greatest good and blessing, which is the most sacred humanity of Our Lord Jesus Christ» (cf. The Interior Castle, 6, ch. 7). Therefore, only by believing in Christ, by remaining united to him, may the disciples, among whom we too are, continue their permanent action in history [Pope Benedict]
Santa Teresa d’Avila scrive che «non dobbiamo allontanarci da ciò che costituisce tutto il nostro bene e il nostro rimedio, cioè dalla santissima umanità di nostro Signore Gesù Cristo» (Castello interiore, 7, 6). Quindi solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possono continuare la sua azione permanente nella storia [Papa Benedetto]
Just as he did during his earthly existence, so today the risen Jesus walks along the streets of our life and sees us immersed in our activities, with all our desires and our needs. In the midst of our everyday circumstances he continues to speak to us; he calls us to live our life with him, for only he is capable of satisfying our thirst for hope (Pope Benedict)
Come avvenne nel corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza (Papa Benedetto)
Truth involves our whole life. In the Bible, it carries with it the sense of support, solidity, and trust, as implied by the root 'aman, the source of our liturgical expression Amen. Truth is something you can lean on, so as not to fall. In this relational sense, the only truly reliable and trustworthy One – the One on whom we can count – is the living God. Hence, Jesus can say: "I am the truth" (Jn 14:6). We discover and rediscover the truth when we experience it within ourselves in the loyalty and trustworthiness of the One who loves us. This alone can liberate us: "The truth will set you free" (Jn 8:32) [Pope Francis]
La verità ha a che fare con la vita intera. Nella Bibbia, porta con sé i significati di sostegno, solidità, fiducia, come dà a intendere la radice ‘aman, dalla quale proviene anche l’Amen liturgico. La verità è ciò su cui ci si può appoggiare per non cadere. In questo senso relazionale, l’unico veramente affidabile e degno di fiducia, sul quale si può contare, ossia “vero”, è il Dio vivente. Ecco l’affermazione di Gesù: «Io sono la verità» (Gv 14,6). L’uomo, allora, scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama. Solo questo libera l’uomo: «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32) [Papa Francesco]
God approached man in love, even to the total gift, crossing the threshold of our ultimate solitude, throwing himself into the abyss of our extreme abandonment, going beyond the door of death (Pope Benedict)
Dio si è avvicinato all’uomo nell’amore, fino al dono totale, a varcare la soglia della nostra ultima solitudine, calandosi nell’abisso del nostro estremo abbandono, oltrepassando la porta della morte (Papa Benedetto)
And our passage too, which we received sacramentally in Baptism: for this reason Baptism was called, in the first centuries, the Illumination (cf. Saint Justin, Apology I, 61, 12), because it gave you the light, it “let it enter” you. For this reason, in the ceremony of Baptism we give a lit blessed candle, a lit candle to the mother and father, because the little boy or the little girl is enlightened (Pope Francis)

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