Feb 24, 2025 Scritto da 

Rinunzia ai beni per Cristo

Il Minimo di Assisi per seguire Gesù e vivere il suo Vangelo, dopo la conversione, rinunciò a tutto (alla lettera) per essere libero di seguire le orme del suo Signore.

Aveva compreso che i beni terreni sono un inciampo alla libertà evangelica di ‘farsi uno’ con il Maestro.

Per questo leggiamo nelle Fonti:

"Dietro consiglio del vescovo della città, uomo molto pio, che non riteneva giusto utilizzare per usi sacri denaro di male acquisto, l’uomo di Dio restituì al padre la somma, che voleva spendere per il restauro della chiesa. E davanti a molti che si erano lì riuniti e in ascolto:

«D’ora in poi - esclamò - potrò dire liberamente: Padre nostro, che sei nei cieli, non padre Pietro di Bernardone. Ecco, non solo gli restituisco il denaro, ma gli rendo pure tutte le vesti. Così, andrò nudo incontro al Signore».

O anima nobile di un uomo, al quale ormai basta solo Cristo!" (FF 597).

Quando incominciarono ad arrivare i primi compagni, che volevano vivere come lui, Francesco "insegnava, avendolo appreso per rivelazione, che il primo passo nella santa religione consiste nel realizzare quella parola del Vangelo: se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri.

Perciò ammetteva all’Ordine solo chi aveva rinunciato alla proprietà e non aveva tenuto assolutamente nulla per sé.

Così faceva, in omaggio alla parola del Vangelo, ma anche per evitare lo scandalo delle borse private" (FF 1121).

 

«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del Vangelo, che non riceva il centuplo adesso, in questo tempo, in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel secolo che viene, la vita dell’Eterno» (Mc 10,29-30)

 

Alla luce del Vangelo, nel tempo:

"parecchi uomini della cultura e celebri letterati, sia del laicato che del clero, rinunciando al fascino dei piaceri, al peccato e alle cupidità mondane, entrarono a loro volta nell’Ordine, impegnandosi a seguire, ognuno secondo la particolare grazia ricevuta da Dio, la povertà e gli esempi di Cristo e del suo servo Francesco" (FF 1487- leggenda dei tre compagni).

Nella sezione delle Fonti: «Cronache e altre testimonianze» scopriamo, a riguardo dei frati:

"Si adoperavano poi con tanta diligenza a rinnovare in sé la religione, la povertà e l’umiltà della Chiesa primitiva, attingendo con sete e ardore di spirito alle acque pure che sgorgano dalla sorgente del Vangelo […] rinunciando ad ogni proprietà, rinnegando se stessi e, prendendo la loro croce, nudi seguono Cristo nudo.

Come Giuseppe, depongono il mantello*; come la Samaritana, la loro anfora, e corrono liberi e leggeri, davanti al Volto del Signore, senza mai guardare indietro. Dimentichi delle cose passate, si protendono sempre in avanti […]" (FF 2218).

Il santo amore è contento del frutto dell’orazione ed è sua caratteristica non tener conto dei doni terreni, pensando unicamente a servire la Parola nei fratelli, con libertà di spirito.

 

*Giacomo da Vitry ha colto, in particolare, l’impegno apostolico dei frati minori.

 

 

Martedì 8a sett. T.O.  (Mc 10,28-31)

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Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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In today’s Gospel passage, Jesus identifies himself not only with the king-shepherd, but also with the lost sheep, we can speak of a “double identity”: the king-shepherd, Jesus identifies also with the sheep: that is, with the least and most needy of his brothers and sisters […] And let us return home only with this phrase: “I was present there. Thank you!”. Or: “You forgot about me” (Pope Francis)
Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. Potremmo parlare come di una “doppia identità”: il re-pastore, Gesù, si identifica anche con le pecore, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi […] E torniamo a casa soltanto con questa frase: “Io ero presente lì. Grazie!” oppure: “Ti sei scordato di me” (Papa Francesco)
Lent is like a long "retreat" in which to re-enter oneself and listen to God's voice in order to overcome the temptations of the Evil One and to find the truth of our existence. It is a time, we may say, of spiritual "training" in order to live alongside Jesus not with pride and presumption but rather by using the weapons of faith: namely prayer, listening to the Word of God and penance (Pope Benedict)
La Quaresima è come un lungo “ritiro”, durante il quale rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio, per vincere le tentazioni del Maligno e trovare la verità del nostro essere. Un tempo, possiamo dire, di “agonismo” spirituale da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, ma usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza (Papa Benedetto)
Thus, in the figure of Matthew, the Gospels present to us a true and proper paradox: those who seem to be the farthest from holiness can even become a model of the acceptance of God's mercy and offer a glimpse of its marvellous effects in their own lives (Pope Benedict)
Nella figura di Matteo, dunque, i Vangeli ci propongono un vero e proprio paradosso: chi è apparentemente più lontano dalla santità può diventare persino un modello di accoglienza della misericordia di Dio e lasciarne intravedere i meravigliosi effetti nella propria esistenza (Papa Benedetto)
Man is involved in penance in his totality of body and spirit: the man who has a body in need of food and rest and the man who thinks, plans and prays; the man who appropriates and feeds on things and the man who makes a gift of them; the man who tends to the possession and enjoyment of goods and the man who feels the need for solidarity that binds him to all other men [CEI pastoral note]
Nella penitenza è coinvolto l'uomo nella sua totalità di corpo e di spirito: l'uomo che ha un corpo bisognoso di cibo e di riposo e l'uomo che pensa, progetta e prega; l'uomo che si appropria e si nutre delle cose e l'uomo che fa dono di esse; l'uomo che tende al possesso e al godimento dei beni e l'uomo che avverte l'esigenza di solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini [nota pastorale CEI]
The Cross is the sign of the deepest humiliation of Christ. In the eyes of the people of that time it was the sign of an infamous death. Free men could not be punished with such a death, only slaves, Christ willingly accepts this death, death on the Cross. Yet this death becomes the beginning of the Resurrection. In the Resurrection the crucified Servant of Yahweh is lifted up: he is lifted up before the whole of creation (Pope John Paul II)
La croce è il segno della più profonda umiliazione di Cristo. Agli occhi del popolo di quel tempo costituiva il segno di una morte infamante. Solo gli schiavi potevano essere puniti con una morte simile, non gli uomini liberi. Cristo, invece, accetta volentieri questa morte, la morte sulla croce. Eppure questa morte diviene il principio della risurrezione. Nella risurrezione il servo crocifisso di Jahvè viene innalzato: egli viene innalzato su tutto il creato (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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