Gesù guarisce un ragazzo epilettico corroborando la sinergia di Fede e Preghiera.
Il Povero d’Assisi sapeva per esperienza diretta che i demoni temono la preghiera fatta con fede e umiltà.
Sanno, infatti, ch’essa oltrepassa le nubi ed è gradita a Dio, accrescendo il fiducioso abbandono in Lui.
Le Fonti francescane sono un pozzo di esperienza e ricchezza spirituale in merito.
In esse leggiamo: "Là erano continuamente intenti a pregare Iddio applicandosi all’esercizio dell’orazione e della devozione più con la mente che con la voce, per la ragione che non avevano ancora i libri liturgici […]
Ma, al posto di quei libri, leggevano ininterrottamente, sfogliandolo e risfogliandolo il libro della croce di Cristo, giorno e notte, istruiti dall’esempio e dalla parola del Padre, che continuamente faceva loro il discorso della croce di Cristo" (FF 1067).
È chiaro che su questa base granitica s’incuneava una grande fede, che rendeva possibile guarigioni d’ogni genere, liberazioni demoniache, perché fecondate da tanta Grazia.
Il Signore agiva attraverso Francesco e i suoi frati operando cose prodigiose:
"Nel borgo di Sangemini il servo di Dio ricevette ospitalità da un uomo devoto, la cui moglie era tormentata dal demonio. Dopo aver pregato, comandò, per virtù d’obbedienza, al demonio di uscire dalla donna e, con l’aiuto della potenza divina, lo costrinse ad una fuga immediata: dimostrazione chiara che l’ostinazione dei demoni non può resistere alla virtù della santa obbedienza […]" (FF 1219).
"E disse loro: «Questa specie di demoni non può uscire con nulla se non con preghiera»” (Mc 9,29).
Poiché Francesco sapeva che tutto é possibile per chi crede, egli incessantemente ripeteva ai suoi fratelli e nei suoi scritti:
«Tutti i piccoli e i grandi […] e tutti gli uomini d’ogni parte della terra, che sono e saranno, noi tutti frati minori, servi inutili, umilmente preghiamo e supplichiamo perché perseveriamo nella vera fede e nella penitenza, poiché nessuno può salvarsi in altro modo» (FF 68).
«Tutti amiamo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le forze […] il Signore Iddio […] che ci ha creati, redenti e ci salverà per sua sola misericordia» (FF 69).
Il Poverello, spesso, pregava così davanti al Crocifisso:
«Altissimo glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.
Et dame fede dricta,
speranza certa e carità perfecta
senno e cognoscemento,
Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento.
Amen».
(FF 276).
Lunedì 7a sett. T.O. (Mc 9,14-29)