Lampade: Chiara, Francesco, la Madre di Dio e Teresa.
Edhit Stein, di origine ebraica, in religione Suor Teresa Benedetta della Croce, andò incontro a Cristo quale vittima della Shoah, tenendo sempre davanti agli occhi il suo Oriente: Gesù!
Come lei anche S. Chiara è stata vergine sapiente e vigile che ha rinnovato la Chiesa con la sua vita, fecondata dalla potenza sempre nuova dello Spirito di Dio.
Vergine andata incontro allo Sposo spendendo, giorno dopo giorno, la sua vita per gli altri, senza risparmio.
Nelle Fonti leggiamo:
“Era solita, per Mattutino, prevenire le giovinette; svegliandole senza rumore con cenni, le invitava alle lodi di Dio.
Spesso, mentre tutte dormivano ancora, accendeva le lampade; spesso suonava lei stessa, con le sue mani, la campana.
Non c’era posto nel suo monastero per la tiepidezza, non c’era posto per l’accidia lì dove la pigrizia era scossa da un pungente impulso a pregare e a servire il Signore” (FF 3200).
All’inizio della Leggenda di S. Chiara, troviamo un passo illuminante:
“Perciò Dio misericordioso suscitò la venerabile vergine Chiara e in lei fece splendere alle donne una chiarissima lampada: e tu Padre beatissimo […] hai posto questa lampada sul candelabro, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (FF 3151).
“Imitino le donne Chiara, impronta della Madre di Dio, nuova guida delle donne” (FF 3153).
Chiara durante tutta la sua breve esistenza fu vergine saggia in attesa solerte dello Sposo, facendo sì che “Chiara di nome e chiara per virtù” (FF 3154) rifulgesse quale donna nuova della valle Spoletana.
Infatti era tanto amorevole verso le sue figlie e sorelle tanto che “assai spesso nel freddo della notte di propria mano le ricopre mentre dormono e vuole che quelle che vede incapaci di osservare l’austerità comune, si accontentino di un regime meno severo.
Se qualcuna era turbata da una tentazione, se qualcuna, come può avvenire, era presa da mestizia, chiamandole da parte le consolava piangendo.
Talvolta si prostra ai piedi delle afflitte per alleviare con materne carezze la violenza del dolore” (FF 3233).
Lo stesso Francesco, racconta il suo biografo Celano, aveva “riguardo per le lucerne, lampade e candele, e non vuole spegnerne di sua mano lo splendore, simbolo della Luce eterna” (FF 750).
Aveva compreso, per rivelazione del Crocifisso di S. Damiano, il compito assegnatogli: riparare la Chiesa di Cristo, acquistata col suo Sangue, ed ora in rovina.
Da qui il suo gesto solerte di far porre dinanzi a quell’immagine una lampada ad olio, sollecita e immediata risposta del Poverello a farsi testimone concreto di una esistenza-attesa in trasparenza per Cristo: per Colui che si era degnato chiamarlo a vivere per Lui e di Lui.
«Ecco lo Sposo! Uscite incontro [a Lui]!» (Mt 25,6).
9 agosto 2022. S. Teresa B. della Croce patr. d’Europa (Mt 25,1-13)