Il Povero d’Assisi aveva grande devozione per il pane, perché gli richiamava il Pane vivo disceso dal Cielo per noi, Gesù, fattosi Alimento per la nostra fame d’amore.
Nelle Fonti c’è un particolare episodio che lo sottolinea:
“Anche nelle feste principali, quando ve n’era l’opportunità, era solito andare per l’elemosina. Perché, diceva, nei poveri di Dio si realizza la parola del profeta «l’uomo ha mangiato il pane degli angeli»”.
“Il pane degli Angeli è quello che la Santa povertà raccoglie di porta in porta e che, domandato per amor di Dio, per amore di Dio viene elargito, per suggerimento degli Angeli Santi”.
Una volta, dopo aver chiesto l’elemosina e dopo averla ricevuta si rivolse ai suoi frati per “celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito, e come pellegrini e forestieri e come veri Ebrei” (FF1129).
Francesco aveva una vita centrata sul dono di sé guardando a Gesù, Pane della Vita, e aveva particolare e profondo rispetto del Cibo celeste. Troviamo nei suoi scritti:
“Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile […] e come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne […] così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero” (FF144).
E pensando al suo Ordine ormai esteso e desiderando farsi approvare in perpetuo da papa Onorio la sua forma di vita, Dio lo incoraggiò con questa rivelazione:
“Gli sembrava di aver raccolto da terra delle minutissime briciole di pane, per distribuirle a molti frati affamati, che gli stavano intorno. Aveva timore che, nel distribuirle, quelle briciole così piccole non gli cadessero magari di mano. Ma una voce dall’alto gli disse: «Francesco, con tutte queste briciole, fa un’ostia sola e porgi a chi vorrà mangiare»”.
“Mentre egli così faceva, tutti quelli che non ricevevano il dono con devozione, oppure, dopo averlo ricevuto, lo disprezzavano, subito si distinguevano dagli altri, perché diventavano lebbrosi […] Il giorno seguente, mentre pregava con grande perseveranza, sentì venire dal cielo questa voce: «Francesco, le briciole che hai visto la notte scorsa sono le parole del Vangelo; l’ostia è la Regola, la lebbra è l’iniquità»” (FF1082).
Un cammino, quello di Francesco, in chiave eucaristica, che fa del Pane vivo il suo punto di riferimento in ogni frangente.