Oggi la liturgia propone, attraverso il Vangelo di Marco, la metamorfosi di Levi, divenuto Matteo per seguire Gesù nell’avventura della sua vocazione.
È messa in evidenza la premura di Gesù, venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori.
Quando la Luce divina gli fece comprendere che il Signore lo chiamava a seguirne le orme, Francesco lasciò tutto immediatamente e si dedicò a come fare per meglio vivere il Vangelo.
Gesù gli aveva fatto capire che la Misericordia deve avere sempre la meglio nelle vicende.
Nelle Fonti:
“L’olio ed il vino, la verga e il bastone, lo zelo e l’indulgenza […] ogni cosa ha il suo tempo. Tutto ciò richiede il Dio delle vendette e il Padre delle misericordie: però preferisce la misericordia al sacrificio” (FF 763).
Un giorno mentre stava pregando sentì dirsi:
«Francesco, se vuoi conoscere la mia volontà, devi disprezzare e odiare tutto quello che mondanamente amavi e bramavi possedere. Quando avrai cominciato a fare così, ti parrà insopportabile e amaro quanto per l’innanzi ti era attraente» (FF 1407).
Da qui il suo amore per i lebbrosi:
“Trascorsi pochi giorni, prese con sé molto denaro e si recò all’ospizio dei lebbrosi; li riunì e distribuì a ciascuno l’elemosina, baciandogli la mano.
Nel ritorno, il contatto che dianzi gli riusciva repellente, quel vedere cioè e toccare dei lebbrosi, gli si trasformò veramente in dolcezza” (FF 1408).
Già, il divin Maestro fa convito con i malati, non li abborrisce, perché sono essi ad avere bisogno del medico e da essi Francesco fu guarito nell’anima.
“Un giorno, pieno di ammirazione per la misericordia del Signore in tutti i benefici a lui elargiti, desiderava conoscere dal Signore che cosa sarebbe stato della sua vita e di quella dei suoi frati.
A questo scopo si ritirò, come spesso faceva, in un luogo adatto alla preghiera. Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Dominatore di tutta la terra, ripensando con amarezza gli anni passati malamente e ripetendo:
«O Dio, sii propizio a me peccatore!».
A poco a poco si sentì inondare nell’intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza.
Cominciò come a uscire da sé: l’angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell’animo per timore del peccato, scomparvero, e gli fu infusa la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia” (FF 363).
«Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17b).
Sabato 1.a sett. T.O. (Mc 2,13-17)