Il Vangelo odierno ci offre un particolare quadretto. Giovanni, fissando lo sguardo su Gesù che passava, esclama: «Ecco l’Agnello di Dio!» (v.36).
Il tema dell’Agnello è ricorrente nella liturgia di questo tempo natalizio: evidenziando il profondo legame tra Incarnazione e Redenzione.
Francesco d’Assisi, che si definiva ‘semplice e idiota’, in realtà aveva ben compreso il sodalizio sopraddetto. Infatti ogni situazione o figura che gli richiamasse, quasi come allegoria, il Servo di Dio fattosi Agnello del Padre per l’umanità tutta, lo portava a fermarsi, a fare suo quell’evento.
Detta verità lo faceva vibrare interiormente e così profondamente da modificare nella sua giornata ogni percorso, ogni decisione per lui meno importante.
Le Fonti francescane, opera delle origini, c’informa di episodi suggestivi ed emblematici.
Apprendiamo che: “Attraversando una volta la Marca d’Ancona, dopo aver predicato nella stessa città, e dirigendosi verso Osimo, in compagnia di frate Paolo […] incontrò nella campagna un pastore, che pascolava il suo gregge di montoni e di capre. In mezzo al branco c’era una sola pecorella, che tutta quieta e umile brucava l’erba. Appena la vide, Francesco si fermò, e quasi avesse avuto una stretta al cuore, pieno di compassione disse al fratello:
«Vedi quella pecorella sola e mite tra i caproni? Il Signore nostro Gesù Cristo, circondato e braccato dai farisei e dai sinedriti, doveva proprio apparire come quell’umile creatura. Per questo ti prego, figlio mio, per amore di Lui, sii anche tu pieno di compassione, compriamola e portiamola via da queste capre e da questi caproni».
Frate Paolo si senti trascinato dalla commovente pietà del beato padre; ma non possedendo altro che le due e ruvide tonache di cui erano vestiti, non sapevano come effettuare l’acquisto; ed ecco sopraggiungere un mercante e offrir loro il prezzo necessario. Ed essi, ringraziandone Dio, proseguirono il viaggio verso Osimo prendendo con sé la pecorina. Arrivati a Osimo, si recarono dal vescovo della città, che li accolse con grande riverenza.
Non seppe però celare la sua sorpresa nel vedersi davanti quella pecorina che Francesco si tirava dietro con tanto affetto. Appena tuttavia il servo del Signore gli ebbe raccontato una lunga parabola circa la pecora, tutto compunto il vescovo davanti alla purezza e semplicità di cuore del servo di Dio, ne ringraziò il Signore.
Il giorno dopo, ripreso il cammino, Francesco pensava alla maniera migliore di sistemare la pecorella, e per suggerimento del fratello che l’accompagnava, l’affidò alle claustrali di S. Severino, che accettarono il dono della pecorina con grande gioia come un dono del cielo, ne ebbero amorosa cura per lungo tempo, e poi con la sua lana tessero una tonaca che mandarono a Francesco, mentre teneva un capitolo alla Porziuncola.
Il Santo l’accolse con devozione e festosamente si stringeva la tonaca al cuore e la baciava, invitando tutti ad allietarsi con lui” (FF 456).
Feria propria del 4 gennaio (Gv 1,35-42)