Premesso che Francesco considerava i predicatori della Parola «lampada del mondo» e che lo Spirito di Dio lo rendeva tale, meraviglioso è quanto leggiamo nelle Fonti, raccolta esimia delle realtà francescane.
“Irradiato dagli splendori della luce eterna, scrutava le profondità delle Scritture con intelletto limpido e acuto.
Il suo ingegno, puro da ogni macchia, penetrava il segreto dei misteri, e dove la scienza dei maestri resta esclusa, egli entrava con l’affetto dell’amante.
Leggeva, di tanto in tanto, i libri sacri e riteneva tenacemente impresso nella memoria quanto aveva una volta assimilato: giacché ruminava continuamente con affettuosa devozione ciò che aveva ascoltato con mente attenta” (FF 1187).
Allo stesso modo Chiara, serafica pianticella, viene riconosciuta nella
Leggenda come colei in cui “Dio misericordioso […] fece splendere alle donne una chiarissima lampada: e tu, Padre beatissimo*, ascrivendola al novero dei Santi, spinto dalla forza e dall’evidenza dei miracoli, hai posto questa lampada sul candelabro, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (FF 3151).
“Dunque Chiara, mentre era in vita, rifulgeva per la luce dei suoi meriti: e ora, che é inabissata nella chiarità senza fine, non di meno risplende tuttora, per la meravigliosa luce dei miracoli, fino alle estremità della terra” (FF 3262).
Era un miracolo vederla (quando viveva fra le mura damianite che trasudavano santità):
"[…] per Mattutino, prevenire le giovinette e, svegliandole senza rumore con cenni, le invitava alle lodi di Dio. Spesso, mentre tutte dormivano ancora, accendeva le lampade, spesso suonava lei stessa, con le sue mani la campana" (FF 3200).
“Certamente, nella sua dolcezza, Dio aveva dato convito alla poverella e, dopo averle inondato l’animo nell’orazione con la sua Luce eterna, lo manifestava al di fuori sensibilmente” (FF 3199).
«Viene forse la lucerna perché sia messa sotto il moggio o sotto il letto?» (Mc 4,21).
- La canonizzazione di S. Chiara avvenne ad Anagni per opera di Papa Alessandro IV in una data imprecisata, che oscilla tra l’agosto, il 26 settembre e il 19 ottobre 1255.
Giovedì 3.a sett.T.O. (Mc 4,21-25)