Gesù evidenzia agli occhi dei farisei che vogliono incastrarlo, la bontà fontale del matrimonio, ma altresì il valore di una vita donata direttamente al Signore e che per questo si rende «eunuca» per il Regno dei cieli.
Guardando nelle Fonti francescane notiamo che il Povero d’Assisi stimava il matrimonio, nella vita cristiana, come luogo di testimonianza dell’amore sorgivo di Dio per l’uomo e la donna, sapendo accogliere e attendere in ogni situazione i tempi della Provvidenza.
Nelle Fonti è narrato che, una volta, si recò da lui una nobildonna per chiedere al Santo il rimedio verso un marito molto cattivo, che la osteggiava nel servizio di Cristo.
“Dopo averla ascoltata, le disse: «Va’ in pace e sta’ sicura che fra poco avrai dal tuo uomo la consolazione che desideri».
E aggiunse: «Gli dirai da parte di Dio e mia che ora è tempo di misericordia, poi, di giustizia».
Ricevuta la benedizione, la donna ritorna, trova il marito e gli riferisce quelle parole.
Scende sopra di lui lo Spirito Santo che, trasformandolo in un uomo nuovo, così lo induce a rispondere con tutta mansuetudine:
«Signora mettiamoci a servire il Signore e salviamo l’anima nostra».
Dietro esortazione della santa moglie, condussero una vita da celibi per parecchi anni, finché ambedue nello stesso giorno tornarono al Signore” (FF 1193 - Leggenda maggiore).
Ma per chi, come Francesco e Chiara d’Assisi, segue la propria chiamata a farsi discepolo/a in povertà al seguito di Cristo [eunuchi per il Regno di Dio] la vita si svolge diversamente.
Leggiamo a riguardo di S. Chiara:
“Quando dunque cominciò ad avvertire i primi stimoli del santo amore, ritenne spregevole il perituro e falso fiore della mondanità, istruita dall’unzione dello Spirito Santo ad attribuire scarso valore alle cose che ne hanno poco.
E infatti sotto le vesti preziose e morbide portava nascostamente un piccolo cilicio, apparendo al di fuori adorna per il mondo, ma rivestendosi interiormente di Cristo.
Infine, volendola i suoi accasare nobilmente, non acconsentì in alcun modo: ma, fingendo di voler rimandare a più tardi le nozze terrene, affidava al Signore la sua verginità” (FF 3160).
Francesco e Chiara ci attestano con i fatti quanto sia importante rispondere e vivere bene la chiamata specifica e irripetibile, rivolta a ciascuno.
«Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non separi […] E ci sono eunuchi che hanno fatto eunuchi se stessi per il regno dei cieli» (Mt 19,6b.12b).
Venerdì della 19.a sett. T.O. (Mt 19,3-12)