Nella Liturgia odierna Gesù richiama a correggere in modo discreto e fraterno, prima di assumere misure più drastiche.
I due Poveri d’Assisi furono persone esemplari nell’amore fraterno e nelle eventuali correzioni da fare, sempre condite di saggezza, umanità e carità.
Severi con se stessi; attenti e misericordiosi con il prossimo.
Francesco prima d’intervenire verso i frati pregava e ancor prima esaminava se stesso.
Chiara d’Assisi amava definirsi «pianticella del Serafico Padre Francesco».
Fu sempre Madre sollecita e di grande esempio per le sue figlie e sorelle nel Monastero di S. Damiano.
Anche quando era necessario esortare o riprendere sapeva correggere con amorevolezza e sapienza che le venivano dall’alto.
Le Fonti attestano [Regola di S. Chiara]:
«L’abbadessa ammonisca e visiti le sue sorelle e le corregga con umiltà e carità, non comandando loro cosa alcuna che sia contro la sua anima e la forma della nostra professione» (FF 2806).
E ancora, con uno sguardo lungimirante estensivo, la stessa Chiara continua:
«Ammonisco ed esorto nel Signore Gesù Cristo tutte le mie sorelle, presenti e future, che si studino sempre di imitare la via della santa semplicità, dell’umiltà e della povertà, ed anche l’onestà di quella santa vita, che ci fu insegnata dal beato Padre nostro Francesco fin dal principio della nostra conversione a Cristo» (FF 2845 - Testamento).
«E amandovi a vicenda nell’amore di Cristo, quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere, affinché le sorelle, provocate da questo esempio, crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità» (FF 2847 - Testamento).
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15).
Mercoledì 19.a sett. T.O (Mt 18,15-20)