Giu 3, 2025 Scritto da 

Pentecoste (Rm 8,8-17)

(Rm 8,8-17) 

Romani 8:8 Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.

Romani 8:9 Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

 

Paolo non vuole che qualcuno si faccia illusioni: quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Questa è la verità. Dall'accettazione di questa verità nasce in noi la possibilità di un cammino nuovo. Se invece ci lasciamo conquistare dall'illusione, finisce tutto; ogni cammino verso l'alto diventa impossibile, e sarà sempre impossibile finché l'uomo avrà l'illusione di piacere a Dio, mentre a Dio non piace perché è guidato e condotto dalla sua carne.

La carne vuole l'affermazione di sé e l'annullamento di Dio, vuole la divinizzazione dell'uomo e di conseguenza la sottrazione dell'uomo a Dio. Chi vive secondo la carne è in rivolta a Dio, anzi Dio è considerato un nemico, colui che toglie spazio all'uomo perché ne vuole governare la vita. Costui per affermarsi nella sua carne vuole la morte di Dio.

Questa drammaticità divenne realtà con Gesù Cristo. Egli fu messo in croce, fu condannato a morte, perché la sua presenza richiedeva la morte della carne nella quale l'uomo è caduto. La carne uccise Dio, lo appese al legno della croce, lo tolse di mezzo. Questa opposizione tra la carne e Dio accompagnerà l'uomo per tutti i giorni della sua vita, poi si trasformerà o in morte eterna o in vita eterna, o per sempre lontano da Dio, o per sempre vicino a Dio.

Noi possiamo e dobbiamo piacere a Dio, perché non siamo sotto il dominio della carne, ma sotto il dominio dello Spirito Santo che abita in noi: «Voi però non siete sotto il dominio della carne». Con il battesimo l'uomo è morto al dominio della carne, è risorto con Cristo alla vita nuova. Questa è la verità che deve essere fatta propria da ogni cristiano. Con il battesimo è avvenuto un cambiamento di regno, dal regno della carne si è passati al regno dello Spirito. Questo passaggio è reale, vero, anche se rimane da compierlo fino alla fine, fino alla risurrezione del corpo. Questa fede deve essere la luce che muove ogni azione del cristiano, la forza che lo spinge verso la conquista della piena libertà in Cristo. Egli è ormai libero; la schiavitù è finita, è iniziato il cammino lungo, faticoso, pieno di pericoli che dovrà condurlo verso la patria del cielo, nella completa libertà da ogni schiavitù.

«...ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi». La verità che Paolo non smette di ricordare è che il cristiano è sotto il dominio dello Spirito, e lo attesta il fatto che lo Spirito di Dio abita in lui. Però Paolo non dice "dal momento che", ma “eiper”, "se davvero", o "se è così". A Paolo piace insinuare il dubbio, per farci più attenti e più solleciti alle cose di Dio.

C'è ormai un solo principio di vita che deve regnare nel cristiano e questo principio è la stessa vita divina che deve divenire vita del credente. La carne è menzogna, egoismo, disobbedienza, allontanamento da Dio. Lo Spirito invece crea libertà, amore, comunione, obbedienza, sottomissione a Dio; crea nell'uomo la morte della sua carne che lo rende schiavo del peccato. Questa è la missione dello Spirito nel cristiano. Per questo ogni battezzato nel quale dimora lo Spirito del Signore non può essere sotto il dominio della carne, perché lo Spirito è la distruzione della carne. Quando si parla di essere nella carne o nello Spirito si va a toccare l'ontologia del credente e, quindi, la sua stessa essenza, ed evidenzia come l'essere credenti e l'essere stati battezzati coinvolgono profondamente la persona ad ogni livello, facendone una nuova creatura.

«Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene». Affermazione ovvia e banale, se non fosse per il fatto che troppo facilmente si presume di essere di Cristo. Se lo Spirito opera la distruzione della carne, se lo Spirito crea l'uomo nuovo, se lo Spirito conduce il credente verso la pienezza della vita e della verità, è anche vero che chi è senza lo Spirito di Cristo non può appartenere a Cristo. Non appartiene a Cristo perché appartiene alla carne, e anche se Cristo lo ha comprato a caro prezzo spargendo il suo sangue sulla croce, se l'uomo è ricaduto ed è ritornato per sua volontà sotto il dominio della carne, quest'uomo non può appartenere a Cristo. Appartenere a Cristo non è semplicemente un'appartenenza dovuta al fatto che con il sacramento del battesimo l'uomo è uscito dal dominio della carne per entrare in quello dello Spirito. Questa è appartenenza iniziale, incipiente. È necessario che questa appartenenza si trasformi in dimora abituale dello Spirito dentro di noi. Siamo di Cristo, apparteniamo a Lui perché Lui ci ha comprati con il suo sangue preziosissimo, ma noi possiamo liberamente uscire da questa appartenenza attraverso la nostra consegna al peccato e alla morte.

In questo caso lo Spirito non abita più in noi e noi non siamo più di Cristo, non gli apparteniamo più. È pertanto vera appartenenza a Cristo solo quella che si trasforma in dimora abituale dello Spirito. Ogni altra appartenenza non è vera, è falsa, perché lo Spirito non guida i nostri passi, non illumina la nostra mente.

Ecco allora tutto il fine della predicazione, dell'evangelizzazione, della celebrazione dei sacramenti: appartenere a Dio non per sacramentalizzazione, non per aggregazione, non perché siamo Chiesa visibile, bensì per ascolto, per compimento della Sua volontà, per realizzazione della Sua parola. Questa opera la può compiere solo lo Spirito Santo che ci è stato dato.  

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  •  Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede
  •  La Chiesa e Israele secondo San Paolo – Romani 9-11

 

(Acquistabili su Amazon)    

                                                                       

154 Ultima modifica il Martedì, 03 Giugno 2025 22:30
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
She is finally called by her name: “Mary!” (v. 16). How nice it is to think that the first apparition of the Risen One — according to the Gospels — took place in such a personal way! [Pope Francis]
Viene chiamata per nome: «Maria!» (v. 16). Com’è bello pensare che la prima apparizione del Risorto – secondo i Vangeli – sia avvenuta in un modo così personale! [Papa Francesco]
Jesus invites us to discern the words and deeds which bear witness to the imminent coming of the Father’s kingdom. Indeed, he indicates and concentrates all the signs in the enigmatic “sign of Jonah”. By doing so, he overturns the worldly logic aimed at seeking signs that would confirm the human desire for self-affirmation and power (Pope John Paul II)
Gesù invita al discernimento in rapporto alle parole ed opere, che testimoniano l'imminente avvento del Regno del Padre. Anzi, Egli indirizza e concentra tutti i segni nell'enigmatico "segno di Giona". E con ciò rovescia la logica mondana tesa a cercare segni che confermino il desiderio di autoaffermazione e di potenza dell'uomo (Papa Giovanni Paolo II)
Without love, even the most important activities lose their value and give no joy. Without a profound meaning, all our activities are reduced to sterile and unorganised activism (Pope Benedict)
Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato (Papa Benedetto)
In reality, an abstract, distant god is more comfortable, one that doesn’t get himself involved in situations and who accepts a faith that is far from life, from problems, from society. Or we would even like to believe in a ‘special effects’ god (Pope Francis)
In realtà, è più comodo un dio astratto, distante, che non si immischia nelle situazioni e che accetta una fede lontana dalla vita, dai problemi, dalla società. Oppure ci piace credere a un dio “dagli effetti speciali” (Papa Francesco)
It is as though you were given a parcel with a gift inside and, rather than going to open the gift, you look only at the paper it is wrapped in: only appearances, the form, and not the core of the grace, of the gift that is given! (Pope Francis)
È come se a te regalassero un pacchetto con dentro un dono e tu, invece di andare a cercare il dono, guardi soltanto la carta nel quale è incartato: soltanto le apparenze, la forma, e non il nocciolo della grazia, del dono che viene dato! (Papa Francesco)
The Evangelists Matthew and Luke (cf. Mt 11:25-30 and Lk 10:21-22) have handed down to us a “jewel” of Jesus’ prayer that is often called the Cry of Exultation or the Cry of Messianic Exultation. It is a prayer of thanksgiving and praise [Pope Benedict]
Gli evangelisti Matteo e Luca (cfr Mt 11,25-30 e Lc 10, 21-22) ci hanno tramandato un «gioiello» della preghiera di Gesù, che spesso viene chiamato Inno di giubilo o Inno di giubilo messianico. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode [Papa Benedetto]
It may have been a moment of disillusionment, of that extreme disillusionment and the perception of his own failure. But at that instant of sadness, in that dark instant Francis prays. How does he pray? “Praised be You, my Lord…”. He prays by giving praise [Pope Francis]
Potrebbe essere il momento della delusione, di quella delusione estrema e della percezione del proprio fallimento. Ma Francesco in quell’istante di tristezza, in quell’istante buio prega. Come prega? “Laudato si’, mi Signore…”. Prega lodando [Papa Francesco]

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.