Ago 25, 2025 Scritto da 

22a Domenica T.O. (anno C)

22a Domenica T.O. (anno C)

(Lc 14,1.7-14)

 

Luca 14:1 Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.

Luca 14:7 Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola:

Luca 14:8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te

Luca 14:9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.

Luca 14:10 Invece quando sei invitato, va’ a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

Luca 14:11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Luca 14:12 Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.

Luca 14:13 Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;

Luca 14:14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

 

 

Il brano si apre con un verbo caro a Luca e con il quale l'evangelista scandisce l'accadere della storia della salvezza, a cui lega un evento che avviene in un giorno di sabato e all'interno della casa di uno dei capi dei farisei: “Kaì egéneto” (e avvenne). Ciò che qui viene ora raccontato, pertanto, ha a che vedere con l'attuarsi della salvezza nell'oggi di Gesù e nell'oggi della chiesa.

Il v. 7 si apre con Gesù che racconta una “parabola” la quale ha per oggetto il comportamento prevaricatore degli invitati. Il racconto coinvolge direttamente i commensali e li colloca in un ipotetico banchetto nuziale al cui interno Gesù detta loro delle regole di “bon tone”. Ma gli insegnamenti di Gesù, è da pensare che vadano ben oltre ciò che appare: semplici regole di buon comportamento sociale. La natura di queste norme riguardano innanzitutto i commensali dove c'è presente anche Gesù, che tra loro si erge a maestro e tutti si trovano all'interno di una casa. Tutte immagini che rimandano alla comunità credente. A questa, pertanto, sono rivolte tali esortazioni che spingono i credenti ad assumere all'interno della loro comunità comportamenti di servizievole umiltà, sui quali pesa un giudizio divino.

Il tema dell'umiltà traluce in tutto il Nuovo Testamento ed ha il suo incipit nello stesso Gesù, il quale non è venuto per essere servito, ma per servire, e lo ha dimostrato lavando, a ridosso della sua passione e morte, i piedi ai suoi discepoli, lasciando intravvedere in questo suo gesto il senso più vero e profondo della sua morte: un servizio di redenzione e riscatto a favore dell'umanità. Ed è proprio in virtù di questa umiltà servizievole che il credente ritrova la sua vera natura del suo essere in Cristo, che abbassatosi in un'obbedienza fino alla morte di croce, ha trovato paradossalmente in questo suo abbassarsi la sua esaltazione.

In tal modo questo atteggiamento umile e servizievole a favore della comunità credente assume un'importanza tale da essere sottoposta al giudizio escatologico: “Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.

Dopo aver stabilito la regola d'oro dell'umiltà, che si fa servizio all'interno della comunità credente, su cui pesa la minaccia di un giudizio divino, Gesù detta una nuova regola, rivolta al padrone di casa; metafora, in qualche modo, di quel bel mondo benestante che si bea di se stesso, scambiandosi reciproci favori: “le tue possibilità spendile con chi non può ricompensarti a motivo della sua triste condizione esistenziale”. Quindi una generosità allo stato puro, che non si aspetta contraccambi, ma fatta soltanto in nome di Gesù e di quell'amore che deve vincolare ogni credente e nel quale si riflette l'amore del Padre per tutti, indistintamente dalle condizioni personali. Una regola che deve qualificare il modo di vivere del credente e che lo contraddistingue come autentico discepolo di Gesù, sul quale è chiamato a riparametrare la sua vita. Una regola che non va presa come un semplice buon consiglio, ma è resa vincolante da quella beatitudine con cui si chiude l'esortazione: “e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (v. 14). In altri termini, la scelta della magnanimità verso i bisognosi ha una sua immancabile risonanza nell'ultimo giorno, nel giorno della risurrezione dei giusti; e così parimenti vale per il comportamento egoistico, il quale, benché non esplicitamente menzionato, traspare comunque tra le righe.

Luca lascia trasparire come tutto ciò che qui sulla terra viene fatto, sia nel bene che nel male, ha un suo riscontro finale. La logica della contropartita per ciò che qui, in questa vita, viene compiuto, risuona anche nel Padre nostro: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La nostra salvezza non solo si gioca qui sulla terra, in questa vita, ma a determinarla sarà proprio il nostro modo di vivere. Una vita, dunque, che va presa in modo estremamente serio, poiché su di essa pesa già fin d'ora il giudizio escatologico, che non ha appelli.

 

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  •  Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede
  •  La Chiesa e Israele secondo San Paolo – Romani 9-11

 

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58 Ultima modifica il Lunedì, 25 Agosto 2025 20:49
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
«The Russian mystics of the first centuries of the Church gave advice to their disciples, the young monks: in the moment of spiritual turmoil take refuge under the mantle of the holy Mother of God». Then «the West took this advice and made the first Marian antiphon “Sub tuum Praesidium”: under your cloak, in your custody, O Mother, we are sure there» (Pope Francis)
«I mistici russi dei primi secoli della Chiesa davano un consiglio ai loro discepoli, i giovani monaci: nel momento delle turbolenze spirituali rifugiatevi sotto il manto della santa Madre di Dio». Poi «l’occidente ha preso questo consiglio e ha fatto la prima antifona mariana “Sub tuum praesidium”: sotto il tuo mantello, sotto la tua custodia, o Madre, lì siamo sicuri» (Papa Francesco)
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
The basis of Christian construction is listening to and the fulfilment of the word of Christ (Pope John Paul II)
Alla base della costruzione cristiana c’è l’ascolto e il compimento della parola di Cristo (Papa Giovanni Paolo II)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un'affannosa ricerca di egemonia [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
But the words of Jesus may seem strange. It is strange that Jesus exalts those whom the world generally regards as weak. He says to them, “Blessed are you who seem to be losers, because you are the true winners: the kingdom of heaven is yours!” Spoken by him who is “gentle and humble in heart”, these words present a challenge (Pope John Paul II)
È strano che Gesù esalti coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati voi che sembrate perdenti, perché siete i veri vincitori: vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore”, queste parole  lanciano una sfida (Papa Giovanni Paolo II)

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