Ago 24, 2024 Scritto da 

L’Eucaristia cuore e provocazione del Cristianesimo

XXI Domenica del tempo ordinario B (25 agosto 2024)

1. In questa XXI domenica del tempo ordinario si conclude nel vangelo il discorso sul pane di vita che Gesù ha tenuto nella sinagoga di Cafarnao. San Giovanni non narra dopo l’ultima cena l’istituzione dell’Eucaristia come i sinottici, ma sviluppa qui una lunga catechesi sull’Eucarestia probabilmente rivolta alle prime comunità cristiane che vivevano molte divisioni e contrasti all’interno, mentre dall’esterno erano perseguitate a causa della loro conversione a Cristo. Il discorso si chiude con l’invito di Gesù a prendere una decisione e questo costituisce un motivo essenziale, una vera provocazione, analogamente a quanto leggiamo nella prima lettura tratta dal libro di Giosuè, dove il popolo, finalmente giunto alla terra promessa, viene da Giosuè provocato a decidere: “Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire”. Allo stesso modo, gli ascoltatori a Cafarnao sono posti da Gesù al muro: sicuramente quello che dice è duro da intendere e da recepire, ma occorre scegliere se accettare o rifiutare, abbandonarlo o seguirlo fidandosi totalmente di lui. Ecco la domanda ineludibile che il Signore rivolge a ogni credente perché il mistero dell’Eucaristia costituisce il cuore e la provocazione del cristianesimo. Siamo al paradosso della fede: Gesù pronuncia parole dal punto di vista umano incomprensibili ed inaccettabili, eppure danno la vita. Che fare allora? Partire e abbandonarlo come tanti oppure lasciarsi attrarre da Cristo e, come gli apostoli, scegliere di seguirlo? Pietro a nome di tutti proclama: “Signore, da chi andremmo? Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e sappiamo che tu sei il Santo di Dio”. Per il cristiano ogni celebrazione eucaristica, memoria sempre attuale del sacrificio di Cristo sulla croce, è una provocazione a rinnovare quest’adesione di fede. Al termine “celebrazione eucaristica”, entrato ormai nel linguaggio del discorso teologico contemporaneo, va sempre unito e sottointeso quello del sacrificio della croce. Il mondo protestante volentieri condivide il termine di celebrazione eucaristica ma si rifiuta di parlare del sacrificio della Croce reso presente e attuale sull’altare. E così, col cambiamento del vocabolario liturgico, si potrebbe rischiare di sminuire anche la nostra fede. Ho incontrato sacerdoti che purtroppo hanno abbandonato la Santissima Eucarestia come sacramento e la messa per loro non è il sacrificio della Croce, ma un servizio al popolo per unificarlo e spingerlo ad impegnarsi per la giustizia, la solidarietà e la pace. Occorre tornare spesso a questa pagina del vangelo di Giovanni che ha guidato la spiritualità di secoli sollecitando una fede semplice e profonda nel mistero eucaristico dinanzi al quale occorre lasciare che le parole di Cristo nutrano e penetrino nel cuore senza pretendere di poterle intenderle e poi spiegarle. E’ la grande lezione dell’Eucaristia: non è nei libri che possiamo trovare la spiegazione del Mistero. Possiamo soltanto accogliere in dono il pane di vita senza pretendere di tutto capire. Adorando e celebrando l’Eucarestia con fede permettiamo a Cristo di vivere in noi e di condurci come e quando vuole nel cuore di questo mistero di Vita Trinitaria che nell’Eucaristia totalmente ci avvolge ci trasforma.

2. In verità ci si rende conto facilmente che tutto il quarto vangelo ruota intorno alla domanda fondamentale per il cristiano: credo oppure non credo? Se Gesù è veramente il Messia promesso, il Figlio di Dio, è stoltezza, addirittura follia, non accogliere con stupore e gratitudine il dono di sé stesso che, senza alcun nostro merito, Iddio Trinità Santissima ci fa nel pane e nel vino consacrati. Gesù aveva già insistito: “Le mie parole sono spirito e vita; ma vi sono tra voi alcuni che non credono” e - precisa l’evangelista - “Gesù infatti sapeva fin dal principio chi erano coloro che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito”. E’ vero, da quel momento alcuni, anzi diversi, lo abbandonano ed è a questo punto che Pietro, a nome dei Dodici, rinnova l’adesione della nostra fede. Tutto ciò avviene a Cafarnao e ci si domanda perché l’evangelista ritiene utile precisarlo ben tre volte, nei versetti 17, 24, 59, se il mistero pasquale, il tradimento, la morte e la risurrezione di Cristo si consumano a Gerusalemme. La ragione è perché proprio a Cafarnao, in Galilea, in quest’occasione Gesù annuncia la sua passione e si verifica l’abbandono di alcuni che preannuncia e prefigura il dramma della croce. Gesù è rifiutato da molti, se ne va la folla di oltre cinquemila persone che aveva assistito alla moltiplicazione dei pani e dei pesci e solo i Dodici decidono di restare con Cristo.  A differenza dei vangeli sinottici, san Giovanni non racconta né la professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo, né riporta gli annunci della passione. C’è però qui l’equivalente: l’annuncio della passione è contenuto in queste sue parole: “il pane che darò è la mia carne per la vita del mondo” mentre la professione di fede di Pietro è insita in queste parole: “Signore, da chi andremmo? Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e sappiamo che tu sei il Santo di Dio”.

4. Il discorso si chiude con l’annuncio drammatico di Gesù: “Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno d voi è un diavolo!” E commenta l’evangelista: “Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota, costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici”. Quando si pensa a Giuda lo si considera assetato di denaro e di potere, ma non si considera che la prima volta in cui si parla del suo tradimento è proprio quando Gesù annuncia l’Eucaristia e la sua storia è legata alla Pasqua degli Ebrei: il primo annuncio dell’Eucaristia avviene in occasione della prima Pasqua e l’istituzione dell’Eucaristia si consuma in occasione di un’altra, l’ultima sua Pasqua. E’ vero: la prima frattura nell’anima di Giuda si verifica quando Gesù annuncia il dono del suo corpo e del suo sangue come cibo di vita e il tradimento si è compiuto quando durante l’ultima cena quando Gesù ha istituito l’Eucaristia. La prima volta che Giuda appare come traditore è proprio quando Gesù si è rivela come il pane di vita. In quell’occasione ci sono stati tre tipi di abbandono e di distacco da Cristo: La folla che l’abbandona perché Gesù rifiuta di proclamarsi re capace di assicurare benessere materiale e annuncia invece se stesso come pane di vita; anche molti dei discepoli lo abbandonano perché considerano l’Eucaristia come uno scandalo, restano i Dodici, ma non tutti: Giuda da quel momento entra nel piano diabolico. C’è qui un insegnamento da non sottovalutare da parte nostra, sacerdoti al servizio del popolo cristiano. L’Eucaristia è legata alla vita e alla missione del presbitero, la sua fedeltà e la sua santità come la sua caduta e il tradimento sono connessi con il suo rapporto con l’Eucaristia. Il primo indebolimento della vita d’un prete comincia quando inizia a trascurare l’amore, la devozione, la cura spirituale visibile con cui ama, adora, cura e celebra la Messa, quando si affievolisce sino a sparire la sensibilità del suo amore per il Santissimo Sacramento, di cui è istituito custode e servitore fedele. Preghiamo per la fedeltà e dei sacerdoti!

+ Giovanni D’Ercole

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Today, as yesterday, the Church needs you and turns to you. The Church tells you with our voice: don’t let such a fruitful alliance break! Do not refuse to put your talents at the service of divine truth! Do not close your spirit to the breath of the Holy Spirit! (Pope Paul VI)
Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo! (Papa Paolo VI)
Sometimes we try to correct or convert a sinner by scolding him, by pointing out his mistakes and wrongful behaviour. Jesus’ attitude toward Zacchaeus shows us another way: that of showing those who err their value, the value that God continues to see in spite of everything (Pope Francis)
A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore, quel valore che continua a vedere malgrado tutto (Papa Francesco)
Deus dilexit mundum! God observes the depths of the human heart, which, even under the surface of sin and disorder, still possesses a wonderful richness of love; Jesus with his gaze draws it out, makes it overflow from the oppressed soul. To Jesus, therefore, nothing escapes of what is in men, of their total reality, in which good and evil are (Pope Paul VI)
Deus dilexit mundum! Iddio osserva le profondità del cuore umano, che, anche sotto la superficie del peccato e del disordine, possiede ancora una ricchezza meravigliosa di amore; Gesù col suo sguardo la trae fuori, la fa straripare dall’anima oppressa. A Gesù, dunque, nulla sfugge di quanto è negli uomini, della loro totale realtà, in cui sono il bene e il male (Papa Paolo VI)
People dragged by chaotic thrusts can also be wrong, but the man of Faith perceives external turmoil as opportunities
Un popolo trascinato da spinte caotiche può anche sbagliare, ma l’uomo di Fede percepisce gli scompigli esterni quali opportunità
O Lord, let my faith be full, without reservations, and let penetrate into my thought, in my way of judging divine things and human things (Pope Paul VI)
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane (Papa Paolo VI)
«Whoever tries to preserve his life will lose it; but he who loses will keep it alive» (Lk 17:33)
«Chi cercherà di conservare la sua vita, la perderà; ma chi perderà, la manterrà vivente» (Lc 17,33)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)

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