Piccola Casa di Dio? Non si mercanteggia più
(Lc 19,45-48)
L’insegnamento di Gesù nel luogo sacro viene presentato da Lc come duraturo: «stava insegnando ogni giorno» (v.47). Argomento preponderante: la Grazia.
Così nel tempo impariamo la convivialità: incoraggiati a dialogare con la nostra personale, irripetibile Vocazione, che avvince perché corrisponde davvero.
E l’intima convinzione è sola, incomparabile, preziosa energia di valenza trasformatrice - che porta a non recedere da se stessi, né soprassedere la realtà dei fratelli.
Piuttosto induce a fare Esodo, esplorare nuove condizioni dell’essere, trasfigurare la percezione in azione beata.
Cacciando i falsi amici della religiosità, il Signore non si orienta tanto a risarcire la purezza del Luogo, né a rabberciare e riproporre lo smalto del sobrio culto originario - come pur volevano i Profeti.
Rende un servizio santo non al Dio antico, bensì alla gente - da quel sistema [o groviglio] resa totalmente inconsapevole della propria dignità vocazionale: solo incatenata, munta, e tosata.
La prima Tenda di Dio è dunque l’umanità stessa, il suo cuore pulsante - non uno spazio delimitato:
Entrato in Gerusalemme, il Maestro prende possesso della Casa celeste - che non è il Tempio, bensì il Popolo.
Non insegna a entrare in armature abitudinarie e formali accette al contorno, ma distanti dalle persone.
Piuttosto, stimola a non frenare la nostra vera natura con delle cappe di costume, secondo le quali “non è mai abbastanza”.
Il nostro mondo interno non va istericamente considerato alla stregua di un pericoloso estraneo.
Le radici innate e la nostra energia naturale hanno il diritto di fiorire e prevalere sulle maniere o idee comuni: sono traccia sperimentale del Divino.
In esse sussiste un legame Personale, che vince ogni tarlo.
Bisogna dunque cambiare approccio. È Lui stesso il punto essenziale del culto all’Eterno.
In tale luce di Persona nella sua Persona, ciascuno può abbracciare proposte che non sono altrui e intruse; che non risulteranno zavorra.
Il fantasmagorico culmine antico sta diventando periferia, sta decadendo. E a ritrovarsi, facciamo difficoltà.
Occasione da non perdere per procedere in modo vivo e singolare, in sintonia con un sempre nuovo insegnamento sull’Amore inedito, che prende il nostro passo.
È l’Appello bruciante de «il Monte», che centra sulla ‘passione’: proprio sul Desiderio.
Non più un severo richiamo ai “no” delle grandi apparenze - ma finalmente Ascolto della Voce nell’anima, che stupisce (v.48).
Autentico sacro del tempio.
Con ciò che non corrisponde, anche dal punto di vista culturale, sociale e spirituale, non si mercanteggia più.
[Venerdì 33.a sett. T.O. 22 novembre 2024]