Ago 13, 2024 Scritto da 

Nella notte della vita guarda la stella, invoca Maria! 

Solennità dell’Assunzione di Maria (15 agosto 2024)

1. Nel cuore dell’estate la liturgia c’invita a celebrare la Vergine Maria assunta in cielo, segno di consolazione e di sicura speranza per tutti. Fu papa Pio XII, il 1° novembre dell’Anno Santo del 1950, a dichiarare come dogma (cioè verità di fede) l’Assunzione di Maria alla gloria celeste in anima e corpo. L’odierno Vangelo di Luca presenta Maria come colei che è beata perché ha creduto. Al saluto di Elisabetta: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”, lei risponde con il suo silenzio che si espande alla fine nel canto del Magnificat.  Al suo posto parla in maniera misteriosa Gesù in gestazione dentro di lei facendo sussultare di gioia Giovanni Battista nel ventre dell’anziana Elisabetta. Eccola Maria, Arca della nuova alleanza, primo itinerante tabernacolo dell’Eucarestia nella storia dell’umanità, modello di evangelizzazione: annunciare il vangelo senza bisogno di parole, recando Cristo nel cuore. Fra i mussulmani san Charles de Foucauld scelse l’icona della Visitazione come riferimento per la sua missione di piccolo fratello di tutti. Volle essere come Maria in adorazione costante dell’Eucarestia e in ascolto dei bisogni della gente dapprima a Beni-Abbès, al confine tra Algeria e Marocco e poi a Tamanrasset fra i tuareg del deserto del Sahara. Arca della nuova alleanza, Maria continua a camminare anche oggi ed entra nelle nostre case come fece nell’Antico Testamento l’Arca dell’alleanza che da Gerusalemme fu portata sulle colline della Giudea ed entrò per restarvi tre mesi nella casa di Obed Edom recandovi gioia (2 S 6,11-12). La preghiera, il cantico del Magnificat con cui risponde ad Elisabetta, è una silloge di tanti piccoli frammenti di testi biblici e salmi. Non ha voluto inventare la sua preghiera, ma ha ripreso diverse espressioni degli antenati nella fede incarnando così la sua preghiera nella vita dell’umanità. Maria, donna umile e credente, ci offre un prezioso insegnamento: in questo tempo tanto difficile per l’umanità dove si sta provocando Dio con ogni offesa e si rischia una guerra che potrebbe creare l’autodistruzione dell’umanità dobbiamo tornare al silenziare tante polemiche e tanti dibattiti e scontri. Dobbiamo avvertire la responsabilità di ciò che diciamo e facciamo sapendo che siamo parte di una stessa umanità e nel bene come nel male tocchiamo la vita di tutti. Il credente non può dimenticare che ogni vocazione, pur nella pluralità delle differenze, ci rende servitori dell’unico popolo chiamato ad affrontare in ogni epoca una dura lotta contro le potenze del male.   

2. A questa guerra senza fronti fa riferimento la prima lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse, che vede vincitrice la “Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”, accompagnata da altre simboliche immagini: l’Arca dell’alleanza, il dragone e il bambino appena nato.  L’Arca dell’alleanza, come già detto, è il richiamo all’Arca di legno dorato che accompagnava il popolo di Dio durante l’esodo verso il Sinai. Quando Giovanni scrive l’Apocalisse, l’Arca dell’alleanza si era persa già da molti anni durante l’esilio babilonese e tutti pensavano che il profeta Geremia l’avesse nascosta in un posto segreto del monte Nebo (2 M 2,8) e sarebbe riapparsa all’arrivo del Messia. Se Giovanni la descrive ritrovata, vuol dire che ormai si è compiuta la promessa, si è definitivamente attuata l’alleanza di Dio con l’umanità grazie alla nascita del Messia (Ap 11,19). La “Donna vestita di sole” è incinta e “grida per le doglie del parto”. La Donna è immagine del popolo eletto all’interno del quale nasce il Messia, un parto doloroso perché è un popolo segnato da sofferenze, divisioni e persecuzioni. Con l’avvento di Gesù non fu difficile ai primi cristiani associare nella Donna dell’Apocalisse il richiamo alla Chiesa, nuovo Israele e a Maria, la Madre del Salvatore. Davanti alla Donna si apposta “un dragone rosso con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi” per divorare il figlio appena nato, simbolo impressionante delle forze del male scatenate contro il piano di Dio.  La sua testa e le corna indicano l’intelligenza e la violenza del potere di satana che vuole distruggere l’umanità. Il drago sembra prevalere perché abbatte un terzo delle stelle de cielo per precipitarle a terra, eloquente parabola del travaglio di un universo mai in pace. Nonostante però la sua potenza, riesce ad abbattere soltanto un terzo delle stelle. Si tratta quindi di una vittoria illusoria e il messaggio è chiaro: il potere del male è provvisorio e ad abbatterlo definitivamente sarà il bambino appena nato destinato a governare tutte le nazioni. Tutti riconoscono in questo neonato, trionfatore delle potenze sataniche, il Messia essendoci nell’Apocalisse chiari riferimenti ai salmi che ne prevedevano la venuta: ”Il Signore mi ha detto : Tu sei mio figlio , io oggi ti ho generato . Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre lontane. Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai.” (Sal 2,7-9).  Inoltre, nel rapimento del neonato è simboleggiata la risurrezione di Cristo risorto, vincitore della morte e assiso alla destra del Padre. Al Messia si unisce il richiamo a Maria, la vergine Madre Immacolata, rappresentata sempre nell’atto di schiacciare la testa del serpente- dragone, il quale avendo fallito in cielo non riuscirà nemmeno sulla terra. Come allora non amare Maria entrando nel suo Cuore Immacolato, “sicuro rifugio delle anime”?

3. Maria è sostegno della nostra speranza perché è Donna della fede che ha accettato il progetto di Dio senza tutto comprendere, anzi una spada le ha trafitto l’animo come aveva predetto il vecchio Simeone (Lc 2,35). La tradizione della Chiesa fin dall’inizio l’ha associata inscindibilmente a Gesù, il modello insuperabile della totale adesione alla volontà di Dio. Anzi lui stesso c’insegna con l’orazione del “Padre nostro” ad abbandonarci senza paura tra le braccia del Padre celeste dicendogli con la vita: “si compia la tua volontà”. Maria ha conosciuto come tutti noi la fatica, il dolore e la morte; per uno speciale privilegio però la morte è stata per lei un addormentarsi entrando così nella gloria in Dio. Contemplandola possiamo capire ciò che attendeva l’uomo se i nostri progenitori non avessero compiuto il primo peccato che ci ha resi condannati ai patimenti della morte. Alla luce di Maria possiamo dunque affermare due verità: Il nostro corpo, a causa del peccato originale, è soggetto alle fatiche, alla sofferenza e alla morte che decompone il nostro essere mortale. Maria assunta in cielo ci assicura però che, se a causa del peccato è entrata la morte, Dio può trasformarla e ridarci in dono la vita immortale. Questo è il messaggio dell’odierna festa dell’Assunzione, un’occasione per riflettere, pregare e confidare nella misericordia di Dio che in Maria ci mostra la vittoria dell’amore sull’odio e della vita sulla morte. Fermiamoci a contemplare Maria con questa preghiera di san Bernardo: “Chiunque tu sia, tu che avverti che nel flusso di questo mondo stai ondeggiando tra burrasche e tempeste invece di camminare sicuro sulla terra, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalle tempeste! Se si alzano i venti della tentazione, se t’imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira o l’avarizia o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, confuso dalla indegnità della coscienza, impaurito dall’orrore del giudizio, tu cominci ad essere inghiottito nel baratro della tristezza, nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Non s’allontani dalla tua bocca, non s’allontani dal tuo cuore. E per ottenere il suffragio della sua preghiera, non abbandonare l’esempio della sua vita raccolta in Dio. Seguendo Lei non ti smarrisci, pregando Lei non ti disperi, pensando a Lei non sbagli. Se Lei ti tiene, non cadi; se Lei ti protegge, non temi; se Lei ti guida, non ti stanchi; se Lei ti dà il suo favore, tu arrivi al tuo fine, e così sperimenti in te stesso quanto giustamente sia stato detto: «E il nome della Vergine era Maria” (In laudibus Virginis Matris II,17).

+ Giovanni D’Ercole

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Today, as yesterday, the Church needs you and turns to you. The Church tells you with our voice: don’t let such a fruitful alliance break! Do not refuse to put your talents at the service of divine truth! Do not close your spirit to the breath of the Holy Spirit! (Pope Paul VI)
Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo! (Papa Paolo VI)
Sometimes we try to correct or convert a sinner by scolding him, by pointing out his mistakes and wrongful behaviour. Jesus’ attitude toward Zacchaeus shows us another way: that of showing those who err their value, the value that God continues to see in spite of everything (Pope Francis)
A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore, quel valore che continua a vedere malgrado tutto (Papa Francesco)
Deus dilexit mundum! God observes the depths of the human heart, which, even under the surface of sin and disorder, still possesses a wonderful richness of love; Jesus with his gaze draws it out, makes it overflow from the oppressed soul. To Jesus, therefore, nothing escapes of what is in men, of their total reality, in which good and evil are (Pope Paul VI)
Deus dilexit mundum! Iddio osserva le profondità del cuore umano, che, anche sotto la superficie del peccato e del disordine, possiede ancora una ricchezza meravigliosa di amore; Gesù col suo sguardo la trae fuori, la fa straripare dall’anima oppressa. A Gesù, dunque, nulla sfugge di quanto è negli uomini, della loro totale realtà, in cui sono il bene e il male (Papa Paolo VI)
People dragged by chaotic thrusts can also be wrong, but the man of Faith perceives external turmoil as opportunities
Un popolo trascinato da spinte caotiche può anche sbagliare, ma l’uomo di Fede percepisce gli scompigli esterni quali opportunità
O Lord, let my faith be full, without reservations, and let penetrate into my thought, in my way of judging divine things and human things (Pope Paul VI)
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane (Papa Paolo VI)
«Whoever tries to preserve his life will lose it; but he who loses will keep it alive» (Lk 17:33)
«Chi cercherà di conservare la sua vita, la perderà; ma chi perderà, la manterrà vivente» (Lc 17,33)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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