Feb 22, 2025 Scritto da 

Travi e pagliuzze, mole e Frutto

(Lc 6,39-45)

 

«Quanto ha bisogno la nostra famiglia umana di imparare a vivere insieme in armonia e pace senza che dobbiamo essere tutti uguali!» (Papa Francesco FT n.100).

 

Nelle assemblee dei primi secoli i battezzati erano detti «illuminati», persone in grado di orientarsi, scegliere e farsi autonomi.

Il Signore non consentiva ai suoi di fregiarsi del ruolo di “guide” della vita altrui (v.39).

Gli apostoli di tutti i tempi devono solo annunciare e restare discepoli, ossia alunni dello Spirito - non fare gli esperti.

La via di Dio è il Cristo stesso. Non può essere comunicata da docenti: non è un’informazione che va a colmare teste vuote e vicende inutili, da riempire di esteriorità.

Il contesto del brano di oggi abolisce il giudizio, nell’ideale d’una esistenza personale trasformata in ricchezza e dono - che ridicolizza ogni tendenza di dominio.

Nessuno è padrone della sorte e della personalità di chi non si orienta, altrimenti tutti vanno fuori strada (v.39) - pur coi migliori propositi.

Gesù stesso non comandava né dirigeva, ma educava e aiutava. I rabbini si facevano pagare: Lui offriva tutto, vivendo coi suoi [per una reciproca identificazione, però a maglie larghe].

Atteggiamento trasparente e creativo: questa la vera e unica norma di condotta per gli apostoli di tutti i tempi, spesso non in grado di cogliere la loro stessa cecità - perché ancora unilaterali.

Poi, d’una pianta non conta la mole e l’apparenza, ma il frutto (vv.43-45). Motivo in più per risottolineare che gli animatori di chiesa non sono superiori agli altri, né i depositari di verità assolute.

Infatti Gesù è imparagonabile: Maestro sui generis (v.40).

Non ha un’aula arredata con cattedra e banchi. E ancora insegna lungo la strada: lì c’introduce a incontrare noi stessi, i fratelli e la realtà circostante; in un processo, in un cammino.

Non tiene tranquille lezioni di chiosa, compilatorie o moralistiche: stupisce.

Non reinterpreta il ginepraio di saperi, costumanze e disposizioni arcaiche - o mode - autentiche «travi» (vv.41-42) ficcate nell’occhio libero dell’anima, che ne deformano lo sguardo.

Propone la sua Persona e la sua Vita. Nonché i suoi rimproveri - ma proprio quelli e non altri (scontati) volatili come «pagliuzze» (vv.41-42).

Ciò mentre i falsi maestri si ritenevano amici di Dio e destinatari di ovvio riconoscimento.

Da come si atteggiavano, sembrava si sentissero nettamente superiori non solo alla gente, ma allo stesso Maestro (v.40).

Ma Egli li bolla per quello che sono: «ipocriti» (v.42). In lingua greca significa teatranti, gente che recita.

Gesù mette in guardia i suoi [che a parole lo chiamano volentieri Signore: v.46] dalla presunzione di fare i capitani della truppa.

C’è un solo Maestro che dirige e sa dove andare; e ‘unica’ ogni persona - forse inesperta e ritenuta cieca, ma che ‘vede’ meglio dei grandi nomi. 

Questi, dal loro cattivo tesoro tireranno fuori - appena dietro l’angolo - il brutto e corrotto anche per gli altri (vv.43-45; testo greco).

Invece l’uomo di Fede prova ancora una nuova Beltà dentro, che vuole esprimersi e restare di prima mano - non accontentarsi di strappare un “pareggio mediocre”.

Peggiore dei fossi (v.39) in cui si cade insieme.

 

«Siamo assolutamente perduti se ci viene a mancare questa particolare Individualità, l’unica cosa che possiamo dire veramente nostra e la cui perdita costituisce anche una perdita per il mondo intero. Essa è preziosissima, appunto perché non è universale» (Tagore).

 

 

[8.a Domenica T.O. (anno C),  2 marzo 2025]

283 Ultima modifica il Domenica, 02 Marzo 2025 12:00
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Lent is like a long "retreat" in which to re-enter oneself and listen to God's voice in order to overcome the temptations of the Evil One and to find the truth of our existence. It is a time, we may say, of spiritual "training" in order to live alongside Jesus not with pride and presumption but rather by using the weapons of faith: namely prayer, listening to the Word of God and penance (Pope Benedict)
La Quaresima è come un lungo “ritiro”, durante il quale rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio, per vincere le tentazioni del Maligno e trovare la verità del nostro essere. Un tempo, possiamo dire, di “agonismo” spirituale da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, ma usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza (Papa Benedetto)
Thus, in the figure of Matthew, the Gospels present to us a true and proper paradox: those who seem to be the farthest from holiness can even become a model of the acceptance of God's mercy and offer a glimpse of its marvellous effects in their own lives (Pope Benedict)
Nella figura di Matteo, dunque, i Vangeli ci propongono un vero e proprio paradosso: chi è apparentemente più lontano dalla santità può diventare persino un modello di accoglienza della misericordia di Dio e lasciarne intravedere i meravigliosi effetti nella propria esistenza (Papa Benedetto)
Man is involved in penance in his totality of body and spirit: the man who has a body in need of food and rest and the man who thinks, plans and prays; the man who appropriates and feeds on things and the man who makes a gift of them; the man who tends to the possession and enjoyment of goods and the man who feels the need for solidarity that binds him to all other men [CEI pastoral note]
Nella penitenza è coinvolto l'uomo nella sua totalità di corpo e di spirito: l'uomo che ha un corpo bisognoso di cibo e di riposo e l'uomo che pensa, progetta e prega; l'uomo che si appropria e si nutre delle cose e l'uomo che fa dono di esse; l'uomo che tende al possesso e al godimento dei beni e l'uomo che avverte l'esigenza di solidarietà che lo lega a tutti gli altri uomini [nota pastorale CEI]
The Cross is the sign of the deepest humiliation of Christ. In the eyes of the people of that time it was the sign of an infamous death. Free men could not be punished with such a death, only slaves, Christ willingly accepts this death, death on the Cross. Yet this death becomes the beginning of the Resurrection. In the Resurrection the crucified Servant of Yahweh is lifted up: he is lifted up before the whole of creation (Pope John Paul II)
La croce è il segno della più profonda umiliazione di Cristo. Agli occhi del popolo di quel tempo costituiva il segno di una morte infamante. Solo gli schiavi potevano essere puniti con una morte simile, non gli uomini liberi. Cristo, invece, accetta volentieri questa morte, la morte sulla croce. Eppure questa morte diviene il principio della risurrezione. Nella risurrezione il servo crocifisso di Jahvè viene innalzato: egli viene innalzato su tutto il creato (Papa Giovanni Paolo II)
St John Chrysostom urged: “Embellish your house with modesty and humility with the practice of prayer. Make your dwelling place shine with the light of justice; adorn its walls with good works, like a lustre of pure gold, and replace walls and precious stones with faith and supernatural magnanimity, putting prayer above all other things, high up in the gables, to give the whole complex decorum. You will thus prepare a worthy dwelling place for the Lord, you will welcome him in a splendid palace. He will grant you to transform your soul into a temple of his presence” (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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