Fede e Guarigione, o esclusione
(Mc 5,21-43)
A Roma, al tempo di Mc, la situazione di confusione generata dalla guerra civile sembrava potesse divenire letale per la sopravvivenza delle giovani comunità perseguitate, che alcuni deridevano (v.40).
Sotto la diseducazione ossessiva delle guide spirituali, in particolare sul senso di peccato e indegnità - in aggiunta, il terrore religioso dei demoni - tutto sembrava seminasse panico.
Le paure assorbivano gran parte delle risorse emotive - peggiorando la situazione delle persone (v.26).
Per questo la donna si muove cogliendo il Maestro «da dietro» (v.27) - appunto, di nascosto! Ma il suo non era affatto un sacrilegio.
La trasgressione dei “contaminati” che addirittura seguono la loro coscienza [a quel tempo, una doppia vergogna] è colta dal Signore come espressione di Fede viva (v.34)!
«Figlia»: Cristo accoglie la donna nella sua Chiesa, e in Lei valorizza tutti coloro che gli habitué tengono a distanza di sicurezza.
Neppure pretende che vada al Tempio a offrire ai sacerdoti il sacrificio prescritto dalla Legge.
Solo dice: «La tua Fede ti ha salvata. Va’ in Pace».
Ossia: procedi pure verso la gioia di una vita piena, senza più sul groppone il solito giudizio d’inadeguatezza.
In effetti, anche il capo della devozione antica non può che generare “figli” [ossia, tutto un popolo spirituale] già morti in partenza (v.35).
Ma dal momento in cui egli si volge all’autentico Maestro, inizia a compiere il passaggio dalla religiosità elementare alla Fede (v.36).
In tal guisa, la fine prematura rigenera vita, giovinezza, felicità.
La lezione non è solo per la sinagoga tradizionale, ma anche per i massimi esponenti della Chiesa nascente: gli orgogliosi Pietro, Giacomo e Giovanni (v.37).
Proprio perché autoritari, precipitosi e testardi - tutti gli altri fedeli di comunità è bene che stiano a distanza da un ambente che strepita disperato, perché ancora immagina la morte fisica quale steccato invalicabile (v.38).
E qui sorge una nuova trasgressione religiosa: il libro del Levitico proibiva di toccare un cadavere (v.41).
Con tale incredibile gesto Cristo ribadisce: chi osserva la legge che non umanizza produce egli stesso morte e va incontro alla morte.
Il bene concreto della persona reale è valore assoluto. Dio non guarda meriti, ma i bisogni.
E la Fede personale è l’Oro divino che realizza la visione interiore.
Qualità di Relazione indistruttibile: tale Azione-compassione oltrepassa la ‘morte’ che guasta tutto.
Appunto, attirando e compiendo ciò che lo stesso gesto crede (vv.23.28.34.36.39).
Nella Bibbia ebraica non esiste il termine «immortalità».
La lentezza d’Israele nel credere alla vita senza fine è illuminante: fa comprendere che prima di credere nel mondo futuro, è necessario dare valore e amare l’esistenza in questo mondo.
Quando ne avremo passione allo stesso modo del Padre, ecco sorgere il silenzio d’uno spazio tutto nostro, irripetibile, fragrante, che sboccia da una Sintonia genuina.
Allora Egli ci trasformerà, si comunicherà a noi (v.43), ci farà simili a Lui e in grado di sostenere le sfide.
Infine capaci di sciogliere nodi di morte e aiutare le sospensioni degli altri.
[Martedì 4.a sett. T.O. 4 febbraio 2025]