Nuova onda vitale
(Mc 1,29-39)
Il Signore non ammette l’equivoco di una fede che lo riduca alla stregua di acclamati santoni e guaritori (vv.34b.36-38).
In troppi lo cercano per questo, anche i seguaci più stretti (vv.29.36b), ma il Figlio di Dio impedisce ai suoi la chiacchiera popolaresca, a caccia di straordinario (vv.34b.37).
È l’adesione al suo stile di vita che aiuta a risollevarsi (vv.30-34a).
Per gli evangelizzati che si fanno banditori, il tenersi in piedi è legato a una Fede che evolve, quindi all’attitudine alla ripartenza (vv.38-39).
Già nella sinagoga il Signore aveva smosso le acque del quietismo.
Così non si lascia sfuggire l’occasione di “toccare” una donna [a quel tempo, una non-persona] e rendersi legalmente impuro attraverso il contatto diretto con la malata.
Poi, nessun rabbino si sarebbe mai lasciato servire proprio da una donna.
Insomma, Gesù mette in forse non solo la teologia, ma sconvolge i presupposti delle relazioni umane e spirituali.
Conta solo il ‘servizio’, in tutta la concezione antica considerata cosa indegna per un perfetto sviluppo della personalità.
Soprattutto nella mentalità classica, caratteristica dell’essere umano era il dominio e l’estraneità a ogni senso del prossimo.
Allora, in questo rivolgimento, è ottima l’idea dei discepoli di parlare direttamente a Gesù della difficoltà che non sanno affrontare (v.30b).
Di fronte a garbugli, squilibri, necessità proprie e altrui - prima di precipitarsi a imbastire soluzioni approssimative - rivolgersi al Signore è la scelta più sensata da fare, per una guarigione di fondo.
I presupposti di non-vita ci fanno prigionieri, incapaci di muovere verso Dio e i fratelli.
In Cristo siamo chiamati a introdurre i blocchi di coloro che sono ristretti da difficoltà, in una condizione nuova.
La bolla di energia soffocata che ci comprime caratterizza l'umanità anche del passato, e si ripropone.
Insomma, la frequentazione dei luoghi di preghiera (v.29) deve portarci - come Gesù - a ignorare alcune leggi di purità, se disumanizzanti.
Principio non negoziabile dei Vangeli è il bene reale della donna e dell’uomo concreti, così come sono e lì dove si trovano.
Pur riuscendo, rifiuteremo la tentazione del successo (v.35).
Ultima nota sulla pennellata di Mc circa la vicenda della suocera di Pietro, che ritrova le sue virtù inespresse grazie al contatto con la persona del Signore.
Icona d’un modello mentale ancora ristretto, che soffoca la gioventù di essere e fare.
Nell’anima del popolo antico, i talenti disattesi, soffocati, negati, non utilizzati, erano diventati disagi.
Ora Cristo Presente cura tali “infiammazioni”. Non siamo più resi ‘muti’ e ‘dipendenti’ dalla situazione o dalla mentalità ereditata.
E «sollevati» nella cura di sé e degli altri, il ritorno alla vita fluida diviene facile, anche con gesti minimi.
Le risorse intimamente tese e soffocate - che facevano appello con strette al petto - affiorano, e dilatano anche in favore altrui.
La “suocera” un tempo sdraiata, respira e vince l’invecchiamento. Riscopre ed esprime le sue capacità.
Questa l’azione risanatrice di Gesù, tutta alle porte di ciascuno.
[Mercoledì 1.a sett. T.O. 15 gennaio 2025]