Nell’Annunciazione
(Gen 3,9-15.20; Lc 1,26-38)
Un grande teologo del Corpo Mistico ha scritto: «All’aurora c’è un momento stupendo: quello che precede immediatamente il sorgere del sole [...] il chiarore è andato crescendo, lentamente all’inizio, poi più in fretta» (É. Mersch).
La Fede ecclesiale annuncia e trasmette in Maria ‘tutta Santa’ uno stile, una Fede e una Speranza specifiche, ben denotate nella Scrittura.
Prorompente e affrancata, non alienata; indipendente dalla “notte”, non imbarazzata.
Capace di passare dal Dio dei padri al Padre. Dio del Figlio.
Alba dopo alba, vicenda dopo vicenda, genesi dopo genesi, trasloco dopo trasloco, viveva in modo deciso una sorta di ‘spiritualità dell’aurora nascente’. E la fiducia nel tempo.
Quando giungeva un punto interrogativo, capiva che era il momento di chiedersi e dare risposte.
Intuiva l’Opportunità di risorgere: tutta Feconda e senza perdere motivazioni, grazie a un’Alleanza paradossale, coi limiti e i pesi emotivi.
Quando un travaglio faceva irruzione, comprendeva che quei flutti invadevano la vita non per distruggere, bensì per smuovere un mare di riflussi forse ancora troppo calmo.
Non sognava di arginare o bloccare quella marea. Interiorizzava l’inquietudine dei dubbi come un grande momento di vita.
Una Felicità la sua che veniva dall’innovazione. Come una Presenza.
Invece di sentirsi costretta, sostava sopra ogni caso, per interrogarsi: «Cosa devo ancora imparare, da questo?».
Forse comprendeva che dentro la sua figura abituale c’era una donna capace di trasgressione - nel senso di sentirsi chiamata a capovolgere tutto l’antico e artificioso che non le corrispondevano.
Così ha iniziato, accogliendo l’Invito: ospitare in sé e dare spazio a un Eterno innominabile, creduto assolutamente trascendente e che mai si sarebbe mischiato con la carne!
Non solo un sacrilegio, bensì eresia. Ma nella Madre di Dio la paradossale eterodossia viene come spazzata oltre.
La sua spiritualità era sgombra dalla vera grande “macchia”: l’incapacità di corrispondere all’Annuncio personale.
«Peccato» - si dice appunto di una occasione persa: è la flessione dell’Unicità che siamo dentro.
Perla che tutti i giorni può cedere la sua eccezionalità al contorno normalizzante e affettato dell’opinione comune, restringendo lo spazio, l’onda vitale.
L’appello divino d’ogni istante orientava altrove i sogni di Maria e il suo sapere innato - anticamera della fiducia.
Nell’Alleanza di Radice e Seme, le decisioni non erano né restavano scadenti: senza fardelli cerebrali la Madre di Dio andava direttamente a nuove possibilità, e al fine.
In tale Forma viveva e tesseva una sorta di «spiritualità del sole che risorge». Richiamo d’ogni momento, nella gioia di cambiare se stessa e le cose; ovvero nella felicità di viverle così - persino di lasciare tutto.
Pur crescendo non invecchiava d’incertezze, perché sintonizzava il suo destino in avanti - dicendo Sì a quanto si affacciava - e d’istinto anche oggi la riteniamo Giovane.
Sapeva stare con le contraddizioni dell’ambiente soggetto all’antica devozione, e coi marosi inaspettati, come con l’eccentricità del Figlio.
Lo curava stando ‘presente’, nei semplici gesti quotidiani. Si affidava solo all’energia felice che affiorava tutti i momenti, e l’abitava.
S’immergeva nelle espressioni minime dei gesti con lo sguardo sull’adesso, per un agire nitido.
Inadeguata al miracolo ma se stessa, occupandosi non stremava - perché capace di rimettersi in gioco. Per questo conosceva il dialogo con il sentimento più temuto e sofferto: la solitudine.
Ma anche nel buio rigenerava, accogliendolo e uscendone col rinforzare i germi di cambiamento - alimentando nell'anima una sorta di giardino magico.
Sempre fuori dai binari, l’Immacolata ha superato tutti i pregiudizi.
[Immacolata Concezione, 8 Dicembre 2024]