(Lc 9,51-56)
Gesù intende operare un bel graffio controcorrente - e per farlo deve battersi: non gli bastava fare carriera “pettinando” le pecore.
Comprende che sono i tornanti e le crisi senza stabilità che producono il Risultato di Dio - quando scende in campo la tenacia della Fede.
Il giovane Rabbi lascia la sua regione per confrontarsi severamente e senza compromessi con la realtà consolidata della città santa - eterno intreccio d’interessi.
Sarà una lotta all’ultimo sangue, perché la posta in gioco è la felicità della gente.
Indurisce il volto senza buonismi [v.51 cf. testo greco] e va, ben sapendo quale crudele impegno si accollava.
Nessuno con la “testa sulle spalle” avrebbe avuto il fegato di esporsi a quel mortale pericolo.
L’opposizione del potere che vuole perpetuarsi è feroce, ma il Figlio di Dio non si lascia schiacciare dalle prudenze.
Il clima con cui inizia il suo Esodo è già pesante, ma non desiste.
Il Signore ancora manda messaggeri [Angeli] «davanti al suo volto» (v.52). Non rinuncia a diffondere l’onda vitale della sua proposta.
Infatti Egli valutava le relazioni spirituali “stabili” del suo tempo assai ambigue: esse accendevano i conflitti interiori - sebbene come oggi spegnessero quelli esterni, smussandoli (solo per un po’).
E nella Persona del Cristo, ‘Apostolo’ è chi tira la situazione in direzione opposta a quella consuetudinaria o fascinosa, disincarnata, sofisticata; comunque esterna.
Creando lo scompiglio che risolve i veri problemi, il Maestro in primis si distacca dal qualunquismo.
Non perché il conflitto si potrà poi “ricondurre”, “gestire”, “aggiustare” - con un diverso vincitore (vv.54-55).
A viso aperto, proprio i bisticci che esplodono serviranno a diradare le nebbie, accendere le anime, generare differenti sentieri (v.56).
Quindi - anche d’improvviso - si creerà la possibilità di mettere insieme forze nuove, risorse inedite e consapevolezze antiche.
Il Padre si serve di vie traverse, che s’intersecano e sovrappongono. Per una Genesi di Felicità a tutti i costi, anche a muso duro.
Lasciando uscir fuori il nostro carattere grintoso - non solo nei casi estremi - il Timoniere dell’anima, l’Amico irriducibile, potrà guidare la rotta personale e il viaggio di tutti. Favorendo il raggiungimento di obbiettivi caparbi e liberanti.
Se viceversa la storia fosse già stata scritta e in tal guisa la via permanesse esteriore, le esperienze sarebbero sempre quelle.
La vita non partorirebbe altre forme; solo riduzioni.
E le domesticazioni forzate possono sottrarci la ricchezza celata, rubando il destino personale: questo il vero errore da evitare!
Altrimenti, smarrita l’energia-Persona che porta a destinazione, l’Unicità impallidirebbe nelle mediazioni che ci tengono in ostaggio.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Qual è lo stile della tua testimonianza? Sei indignato, irascibile e furente, o semplicemente deciso?
[Martedì 26.a sett. T.O. 1 ottobre 2024]