Dove e quale Messia? Nel dilemma, la soluzione
(Lc 9,18-22)
Il popolo di Dio non si trova più nel chiuso di un grembo che protegge e garantisce il credente, e talora ci sentiamo come incapaci di mettere in campo il Risorto nel nostro limite.
Invero il sogno di una persona che risolva i problemi dal di fuori (come una scorciatoia) è ancora radicata.
Chimera alimentata dallo smarrimento e dall’angoscia che proviamo di fronte a un mondo segnato da contraddizioni - oggi persino dalle amare conseguenze della crisi globale.
L’auspicio di un Messia è tenuto vivo dal nostro trepidare... nell’attesa dell’intervento di Qualcuno in grado di stare [invece] dentro noi stessi e le cose.
Per questo Dio si rivolge non a un valoroso capitano, non a un sovrano potente, non a un eroe, bensì a chi offre amore. E ciascuno di noi potrebbe esserlo, sebbene le nostre opere paiano sciatte in loro stesse, o molto inferiori ai desideri.
Ma è Cristo stesso che si riversa in esse.
Egli è il Figlio dimesso, eppure non gioca in difesa: Liberatore autentico.
La Gloria divina ha una figura inattesa. L’Eterno non è un controllore, né un promotore di modelli che difendano l’ordine, o le convinzioni [antiche o alla moda che siano], né le belle maniere.
Il luogo appartato (v.18) è parafrasi del nostro rischio di equivocare.
Anche a quel tempo tutti aspettavano la venuta dell’Unto del Signore, ma ciascuna setta o scuola di pensiero a modo suo.
Alcuni attendevano un sovrano, altri un sacerdote, o comandante guerriero; un giudice, un vate...
Tutti “maestri”, afferrati a qualche privilegio sociale. Nessun servitore, intimo a noi stessi: sfuggiva la comprensione piena.
Gesù impone esplicitamente il silenzio messianico (v.21) perché non ricalca le attese, le speranze, i propositi nella norma - tutti esteriori.
Infatti sostituisce la prospettiva de «”il” Messia» [“quel” Messia atteso] con «il Figlio dell’uomo» (vv.20-22): lo sviluppo vero e pieno del progetto divino sull’umanità.
«”Il” Cristo» secondo mentalità comune era una figura prevedibile, dura, troppo normale, fissa nel tempo - che non aveva rispetto dei processi personali - e stracolma di rivendicazioni.
Il «Figlio dell’uomo» è Persona senza esagerazioni: più intima, vera e profonda; senza troppo metodo, né tipologie. Persona che per questo non cessa di crescere.
In Lc tutti gli eventi importanti della vicenda di Gesù sono inseriti in un momento di preghiera.
Non era facile neppure per Lui essere in sintonia con l’idea che la Gloria divina si potesse manifestare in situazione del tutto sfavorevole - solo qua e là pulsante luce.
E tu cosa dici (cf. v.20)? Al grande enigma, solo Dio-uomo Crocifisso [il Differente, e senza reputazione] è Giudizio, e Risposta che libera dalle insicurezze.
Col nostro Amico interiore che abbraccia, ci nutre e fa come da calamita, daremo tutto al Presente - lato migliore. Vicinanza d’Infinito e nostro versante eterno.
[Venerdì 25.a sett. T.O. 27 settembre 2024]