E i Piedi di Gesù, baciati dall’ospite imprevista e censurata
(Lc 7,36-50)
È l’Amore quel cammino di perfezione desiderato da Dio per farci crescere, e a nostro favore - non un formalismo sterilizzato da severi censori.
Ciò che unisce sul serio nelle convinzioni viene da dentro, dal nostro Nucleo; non dipende dall’esterno.
L’Amore non si programma a tavolino o sulla base di modelli. Esprime il cuore con sincerità.
Non è una realtà che soggiace a distanze che ritengono gli altri dei ficcanaso.
Quindi l’empatia e l’amorevolezza non appaiono o scompaiono a comando, secondo codice o stagione.
Appartengono al lato profondo dell’essere donne e uomini d’ogni tempo.
È la passione che può condurre l’esistenza nello Spirito in modo pregevole, non un paesaggio rituale.
L’Amore con tutto il cuore scatta quando abbiamo bisogno di fare l’Incontro decisivo: quell’occasione che sentiamo ci farà aprire le porte a risorse, capacità, talenti, energie, altrimenti inespresse o soffocate.
Sciogliendosi i capelli in pubblico, la “peccatrice” sembra quasi figura della ‘barchetta minore’ che si porge e non offre resistenza ma solo supporto a quella protagonista (Lc 5,2.7.11).
Si tratta d’una comunità spuria e seconda, rispetto alla chiesa ufficiale degli apostoli sempre “vicini” - e di estrazione culturale frammista, a differenza della prima comunità ancora giudaizzante.
Essa si propone al Tu-per-tu con un gesto d’indipendenza: ha bisogno di un rapporto più spontaneo e personale col Signore, unico che la guarda in modo non superficiale.
Relazione impedita proprio da coloro che si assiepano attorno a Lui, ma non apprezzano il favore ricevuto, sebbene da molto tempo partecipino del banchetto [eucaristico].
La “sicurezza” dei meccanismi e delle idee condite di pregiudizio impedisce di sperimentare il Gratis. Ecco il legame lacrime-Perdono.
Chi allontana gli imprevedibili non fa scaturire nessuna forza interiore nuova. Teme qualsiasi sobbalzo che possa incrinare il suo mondo abitudinario e ingessato.
Gli habitué bloccano qualsivoglia emancipazione o scoperta. Non amano le persone che hanno bisogno di liberarsi dalle strettoie della vita.
Non sono adoratori del grande Cammino del Maestro [cf. il continuo riferimento ai suoi «Piedi»].
L’adesione intima totale viene prima di ogni cosa che possiamo adempiere o pensare.
Il trasporto tutto umano privo di cortine è quel che non ci renderebbe stracolmi di supponenza e incapaci di riconoscere i suoi Doni.
Chi è convinto di dare lui qualcosa a Dio, certo non lo ama.
E la scelta che ci riguarda è fra particolari trascurabili o entrare nel cuore dell’autentica Relazione.
Su questo piano, il padrone di Casa soffre subito vertigini.
Simone è impaurito dalla sola idea che il Maestro tenti di farlo entrare in una nuova logica: «Suppongo...» (v.43).
Il brano di Vangelo vuol farci riflettere su chi è più disposto a crescere e amare.
Chiediamoci: sono essi coloro che [come Simone] possono allestire paraventi perbenisti, oppure le piccole anime che spontaneamente si accostano alla propria ‘sorgente’ - prive di maschera sociale?
Insomma, la Redenzione è frutto d’immediatezza personale commossa, persino già ottenuta senza opere di legge
[Giovedì 24.a sett. T.O. 19 settembre 2024]