L’aspetto oscuro, alleato
(Lc 7,11-17)
Na’im significa Delizioso: simbolo di tutti i luoghi ameni e ridenti, dove la vita scorre tranquilla sino al giorno in cui la spensieratezza finisce: i sorrisi tramutano in lacrime e i canti in lamento.
Ci sono sempre due cortei, e due guide. La processione della morte giunge a prelevare tutti: essa è appunto preceduta da un cadavere.
Destino che abbatte e tentiamo di esorcizzare, ma - oltre le distrazioni - ci angoscia immaginare che la fine fisica sia una via senza ritorno.
Chi può bloccare la marcia dell’umanità diretta alla tomba?
Ecco in direzione opposta sopraggiungere un altro corteo, preceduto dal Signore della Vita, che ha la meglio.
Nell’opinione comune delle religioni, l’impurità è contagiosa, si trasmette immediatamente per contatto, e addirittura prevale sulla santità.
Secondo gli stessi rabbini, se ad es. un oggetto fosse venuto in contatto con il lembo di un mantello sacerdotale, non sarebbe stato santificato, malgrado avesse toccato una persona santa.
Ma se il medesimo oggetto avesse sfiorato un cadavere sarebbe diventato immondo.
Fissazioni sconclusionate e idoli stravaganti, tipici delle superstizioni.
Cristo infrange volutamente, in modo palese, sia la legge di purità che la consuetudine del pensiero comune.
Nel cammino di Fede che propone, non solo la vita ha la meglio sulla morte, ma la stessa morte non ha nulla d’immondo.
La realtà che sconcerta tutti noi non è più una frontiera oscura, bensì una ‘foce’.
Essa c’introduce nella pienezza, nell’espressione e fioritura completa delle nostre potenzialità.
[In tal guisa, l’Annuncio Pasquale risuona come sorgente d’attesa di Colui che rende pura ogni morte, e la trasforma in Grembo di Vita].
La “vedova” Israele era stata privata dell’affettuosità dello Sposo per l’opera deleteria delle false guide ufficiali.
Quella Nazione si era così ritrovata a generare figli spiritualmente moribondi, sin da giovani.
Infeconda, sterile, destinata alla solitudine [in ebraico il termine Israel è di genere femminile]. Ovvero: senza il vero Figlio di Dio.
Un popolo privato del Messia, quindi senza futuro.
Accanto a questo messaggio centrale, Lc - evangelista dei bisognosi - vuole richiamare l'attenzione delle sue comunità su chi è rimasto solo.
«E Gesù lo diede a sua Madre» (Lc 7,15b).
La Chiesa ha il compito di restituire figli o famiglia, a coloro che li hanno perduti.
La fraternità deve rispettare e accudire chi piange solitudine.
Al pari di Gesù, essa si distingue da tutte le altre forme devote competitive perché rianima, rende gli affetti, ridona equilibrio e voglia di farcela.
Segna sempre un trionfo della vita sulla caligine delle tombe.
Papa Francesco ha affermato: «Dio per donarsi a noi sceglie spesso delle strade impensabili, magari quelle dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte».
Insomma, nei nostri tentativi ed errori, [accanto] dobbiamo tenere tutti gli aspetti - che nel corso del tempo abbiamo imparato a conoscere, e ci siamo resi conto che sono parte di noi.
Questo cambierà la solidità di rapporto con noi stessi, gli altri, la natura, la storia, e il mondo.
Qui l’aspetto oscuro si fa corroborante, Alleato.
[Martedì 24.a sett. T.O. 17 settembre 2024]