Fede personale, Parola-evento
(Lc 7,1-10)
La Fede incipiente di un pagano convertito è l’esempio che Gesù antepone a quella degli israeliti osservanti.
Ciò che guarisce è credere all’efficacia della sua sola Parola (vv.7-8), evento che possiede forza generatrice e ricreatrice.
Il Signore dimostra cura, in genere toccando i malati o imponendo le mani, quasi ad assorbire ciò che s’immaginava fosse impurità, alterazione rispetto alla normalità - una “febbre” o paralisi che si riteneva rendesse indegno agli occhi di Dio il bisognoso.
Lc scrive il suo Vangelo per incoraggiare i membri di comunità e caldeggiare la Missione ai ‘lontani’.
Proiezione oltre confine che i giudeo cristiani non erano pronti a fare propria, a motivo d’un senso radicato di “elezione” religiosa e politica.
Ma dire «Fede» (v.9) significa caldeggiare un’adesione più profonda, e [insieme] una Manifestazione meno forte.
I distanti da noi sono persone totalmente ‘degne’ (v.4), sebbene talora vacillanti e fallibili.
Non autonome, insufficienti (v.6) come tutti - per il fatto che non si rendono conto che Dio è nella loro carne e nel loro focolare.
Grazie a tale nitida consapevolezza nel Figlio, essi possono finalmente comprendere l’Amore supremo del Padre, gratuito, senza riserve; che sbalordisce, fa superare l’impaccio e li lancia.
Lo straniero si scopre così persona completamente «degna».
Sebbene si riconosca manchevole (v.6) intuisce che la relazione con Dio non dipende da uno scambio di favori, da opere di legge, o norme.
Tantomeno si assoggetta ad una condizione religiosa a testa china.
E appunto ritiene che la Parola del Signore - per Via, fuori di luoghi e tempi sincronizzati o stabiliti - produca quel che afferma, anche a distanza.
Senza neppure segni che facciano baccano. Ma liberando l’Energia misteriosa, non convenzionale, del «Logos» (v.7).
Per Fede in Cristo, da incompleti diventiamo non solo degnissimi, ma siamo già così [qui e ora] esemplari, “perfetti” per realizzare la nostra vocazione.
Non c’è più assolutamente bisogno di «scongiurare» Dio per procura, raccomandazione, o interposta persona (v.4) come se fossimo dei «subalterni» (v.8) bisognosi d’altri intercessori (v.3).
La nostra opera è quella di dissodare e acquisire un nuovo ‘occhio’, intuitivo di altre virtù. E basta con i sensi di manchevolezza!
Essi finiscono per introdurci in dinamiche piramidali (v.8) che annientano la potenza nuova d’Amore - cronicizzando gli assetti, ingessati da noiose concatenazioni.
Stima spontanea e gratuità ci guidano onda su onda verso un nuovo modo di vivere e scambiarsi doni, nell’Ascolto.
Strada inaccessibile a coloro che agiscono per dovere e ovvia abitudine - sentiero identificato ma enigmatico, poco trasparente, subdolo e assai tortuoso.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
Come intendi e coltivi la certa e libera Venuta di Gesù nella tua Casa?
[Lunedì 24.a sett. T.O. 16 settembre 2024]