Set 2, 2024 Scritto da 

La vita agiata e non

Il Dio vero, la natura, e l’uomo autentico

(Mc 8,27-35)

 

Gesù guida i suoi intimi lontano dal territorio dell’ideologia di potere e dal centro sacro dell’istituzione religiosa ufficiale, affinché si distacchino dal loro stesso fortino.

Il territorio di Cesarea di Filippo era incantevole, celebre per fertilità e pascoli rigogliosi - zona famosa per la fecondità di greggi e armenti.

Quella sorta di paradiso terrestre alle sorgenti del Giordano, tanto era umanamente attraente che Alessandro Magno la ritenne dimora del dio Pan e delle Ninfe.

Anche i discepoli erano affascinati dal paesaggio e dalla vita agiata degli abitanti della regione; per non dire della magnificenza dei palazzi.

Cristo chiede agli apostoli - in pratica - cosa la gente si aspettasse da Lui. E il richiamo del contesto allude alle agiatezze che la religione pagana proponeva.

 

Mossa da curiosità e desiderosa di realizzazione temporale, la turba di gente stupefatta intorno al Figlio di Dio creava un gran rumore, solo apparente.

Ora c’è una svolta: l’atmosfera cambia, aumenta l’opposizione e si accumulano interrogativi; la folla va diradandosi e il Maestro si ritrova sempre più solo.

Mentre gli dèi mostravano di saper colmare di beni i loro devoti - e una sfarzosa vita di corte che ammaliava tutti - il Signore cosa offre?

Insomma, gli apostoli continuavano a essere influenzati dalla propaganda del governo politico e religioso, che assicurava benessere.

Gesù li “istruisce”, affinché potessero superare la cecità e la crisi prodotta dalla sua Croce, dall’impegno richiesto nell’ottica del dono di sé.

 

Il Figlio di Dio non è solo un continuatore dell’atteggiamento limpido del Battista, mai incline al compromesso nei confronti delle corti e dell’opulenza; né uno dei tanti restauratori della legge di Mosè… con lo zelo di Elia.

Su tale questione, nelle prime comunità cristiane erano vive le distanze col paganesimo, ma si registravano anche particolari contrapposizioni col mondo delle sinagoghe.

Attriti di non poco conto erano quelli che sorgevano tra giudei convertiti al Signore e semiti osservanti secondo tradizione.

Infatti, nei libri sacri si parlava di grandi personaggi che avevano lasciato un’impronta nella storia d’Israele, e avrebbero dovuto riapparire per inaugurare i tempi messianici.

In tutti si constatava una scarsa capacità di comprensione. E difficoltà di saper abbracciare la nuova proposta, che sembrava non garantisse gloria, né traguardi materiali.

 

La Fede non si accorda facilmente con i primi impulsi umani: è sconcertante per le vedute ovvie e le sue pulsioni.

Così nel passo di Vangelo il Maestro contraddice lo stesso Pietro, la cui opinione restava legata all’idea conformista e popolaresca de «il» [v.29: «quel»] Messia atteso.

Il capo degli apostoli deve smetterla di indicare a Cristo quale strada percorrere «dietro» (v.33) a lui!

Simone può ricominciare a fare l’allievo; piantarla di tracciare strade, sequestrando Dio in nome di Dio!

Da ciò il «segreto messianico» imposto a chi lo predica in quel modo equivoco (v.30).

Il Figlio di Dio non ci assicura successo mondano, né assenza di conflitti. Solo garantisce libertà da ogni vincolo col potere, e Amore che rigenera.

 

 

Sollevare la Croce, Figlio dell’uomo e Chiesa nell’integrità della vita

 

La cattiva reputazione è normale tra i Profeti

 

La Croce è normale fra i Profeti, i quali non hanno certo un grande riscontro di folle inneggianti, nel costruire la propria limpida “città”.

Essa non permane mai a dimensione d’idoli facili. Ma è questa la paradossale forma di «comunione» che misteriosamente attira l’umano.

Convivialità che trascina i cuori, malgrado attorno non si attenuino gli scontri per ambizione, o il gioco degli opportunismi.

Neppure oggi sembra placarsi il caos dei rovesci, mentre si affacciano crisi e commistioni, anche nel positivo intreccio dei paradigmi culturali.

Cosa fare?

«Sollevare» (v.34 testo greco) il braccio orizzontale del patibolo e caricarselo sulle spalle significava perdere la reputazione.

È un problema capitale, inscindibile dall’atteggiamento motivato e responsabile.

Infatti, se un seguace aspirasse alla gloria, tenesse alla propria onorabilità, non accettasse la solitudine… non potrebbe farsi autentico testimone del Cristo.

Sarebbe un pezzo di mondanità prolungata.

Invece la sorte del Maestro coinvolge anche quella dei discepoli.

Vale in ogni tempo, e per noi: il dono sino in fondo non viene sulla terra passando attraverso fama, successo, considerazione; l’essere costantemente accompagnato, approvato e sostenuto.

 

Simone attendeva non un esito problematico, tagliente, bensì consensi facili: uno svincolo, come tra amici di merende che si danno pacche sulle spalle.

Sognava una sequela conclamata, quindi un futuro di riconoscimenti - e rimane disorientato.

Non capendo il progetto, Pietro [«presolo con»] afferra Gesù come fosse un suo ostaggio.

E «cominciò a esorcizzarlo» (v.32 testo greco) affinché proprio il Maestro mettesse finalmente la testa a posto, e gli stesse dietro.

Qui trapela la base storica di tale “gesto” del capo degli apostoli - ossia il tentativo a lungo perpetrato dalla prima comunità di Gerusalemme, di trovare un compromesso col potere sacerdotale e politico d’allora.

Ebbene, tutto questo non è «salvare la vita» (v.35): in senso biblico, raggiungere pienezza umana e somiglianza alla condizione divina.

La mistica dozzinale successiva, suggestionata da filosofie cerebrali, su tale espressione ha messo tra parentesi l’avventura di Fede e inventato un netto contrasto tra vita corporale e spirituale.

Convincimento banale, che ha come vivisezionato le stesse persone ignare, indirizzate talora al masochismo.

Ma qui Gesù non parla di pene artificiose da accollarsi, né mai ha imposto mortificazione alcuna. Tantomeno in grado di produrre una qualche “salvezza dell’anima” staccata dalla realtà.

 

«Sollevare positivamente la Croce»: affinché subentrino diverse energie, altre relazioni, situazioni imprevedibili, che ci fanno spostare lo sguardo e le attività.

Non in vista d’una qualche giusta retribuzione, ma per il nocciolo irriducibile d’ogni credente (o non) e di qualsivoglia questione.

Da ciò l’esigenza di non estraniarsi dai Vangeli, per la compiutezza di sé, una testimonianza viva, e la soluzione dei problemi - attraversati a partire da “dentro”.

Insomma, di Gesù possiamo annunciare la proposta, i criteri, e la stessa Presenza... nei fatti e nella integrità della vita - non chissà quando dopo la morte (Mc 8,38-9,1).

 

Altra definitività.

 

 

[24.a Domenica T.O. B (Mc 8,27-35)  15 settembre 2024]

411 Ultima modifica il Domenica, 15 Settembre 2024 13:04
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Church desires to give thanks to the Most Holy Trinity for the "mystery of woman" and for every woman - for that which constitutes the eternal measure of her feminine dignity, for the "great works of God", which throughout human history have been accomplished in and through her (Mulieris Dignitatem n.31)
La Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei (Mulieris Dignitatem n.31)
Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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