Ago 17, 2024 Scritto da 

Filtrare e ingoiare. Dualità o pratica integrale: rami e Radici

(Mt 23,23-26)

 

Quando i capi di una religiosità equivoca vogliono accreditarsi, insistono sulle idee astratte o sui dettagli, e fanno finta di non vedere l’abnorme.

Anticamente, la doppiezza fra ciò che mostravano e ciò che coltivavano era proverbiale.

Per coprire il loro ignobile spirito di rapina (v.25), eccoli far spuntare ogni sorta di sottigliezze legalistiche, e mettere in ombra le esigenze sostanziali.

Anche in Israele, mai erano sulla linea dei Profeti: calcolavano di far soffrire Gesù che li smascherava, per scoraggiarlo con oltraggi beffardi e accuse - allo scopo di minarne l’audacia.

Eppure il nuovo Rabbi continuava nella sferzante condanna del formalismo religioso, che creava barriere ad ogni ricerca profonda delle motivazioni dell’agire. 

Tuttavia la sua vicenda ci fa comprendere che anche le condizioni aspre  e gli atteggiamenti ambigui degli stessi leaders possono essere un’occasione e uno spunto.

Forse un dono, per agire. L’uomo interiore vivifica anche rompendo una maschera, un ruolo, una mansione formale, un personaggio; un’icona consolidata del voler apparire e non essere.

Si tratta comunque anche per noi oggi, di correre il massimo rischio con Cristo, in favore d’una lunga avventura interiore.

Qui si toccano quegli spazi ove l’Appello per Nome non assomiglia a nessun altro.

Lì dove incontriamo noi stessi, la nostra identità vocazionale profonda, i  talenti inespressi, e la firma d’Autore divina, nell’Unicità.

Se non lo tacitiamo, ecco allora affiorare in noi il Seme vocazionale che non mente, e guida; il Risorto presente, che si svela comprensivo, delicato, attento, assolutamente personale, ma nitido.

 

La cura di dettagli e minuzie è buona e propulsiva (v.23) solo se si unisce a quest’intima scoperta della propria singolare Missione.

Qui il richiamo ai valori sostanziali non comporta noncuranza o disprezzo per ciò che sembra secondario: tale appello può celare un carattere irripetibile.

Privo di sollecitazioni estreme, il movente delle nostre azioni resterebbe forse il tornaconto e la preoccupazione della propria fama, e così via.

Ciò che pervaderebbe l’anima dal non fare o dal non dirsi nulla, rendendo arido e screditato il vissuto di Fede.

In tal guisa, anche una contraddizione interna o esterna può contribuire a partorire il nostro lato più profondo.

Perfino la rabbia per un disordine può attivare lo sviluppo, affinché corrispondiamo al nostro Nome.

Così… farci affondare le radici, e rinsaldare il tronco; stimolare intima giovinezza. Avendo di mira il Seme nascosto, prima d’innalzare rami.

 

Il Maestro propone una risalita all’essenzialità - anche affinché possiamo seguire la «via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi» [Gaudete et Exsultate n.11].

Tutto in una grande voglia di nascere ancora, nel piccolo e nel grande, per partorire il nostro lato più profondo.

 

 

[Martedì 21.a sett. T.O.  27 agosto 2024]

459 Ultima modifica il Martedì, 27 Agosto 2024 12:01
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Gospel of Matthew written in Hebrew or Aramaic is no longer extant, but in the Greek Gospel that we possess we still continue to hear, in a certain way, the persuasive voice of the publican Matthew, who, having become an Apostle, continues to proclaim God's saving mercy to us. And let us listen to St Matthew's message, meditating upon it ever anew also to learn to stand up and follow Jesus with determination (Pope Benedict)
Non abbiamo più il Vangelo scritto da Matteo in ebraico o in aramaico, ma nel Vangelo greco che abbiamo continuiamo a udire ancora, in qualche modo, la voce persuasiva del pubblicano Matteo che, diventato Apostolo, séguita ad annunciarci la salvatrice misericordia di Dio e ascoltiamo questo messaggio di san Matteo, meditiamolo sempre di nuovo per imparare anche noi ad alzarci e a seguire Gesù con decisione (Papa Benedetto)
The Church desires to give thanks to the Most Holy Trinity for the "mystery of woman" and for every woman - for that which constitutes the eternal measure of her feminine dignity, for the "great works of God", which throughout human history have been accomplished in and through her (Mulieris Dignitatem n.31)
La Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei (Mulieris Dignitatem n.31)
Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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