Ago 16, 2024 Scritto da 

Teatranti e guide cieche, senza chiave di lettura

(Mt 23,13-22)

 

«Ahimé per voi, scribi e farisei teatranti, poiché chiudete il regno dei cieli davanti alla gente» (Mt 23,13).

Senza troppi complimenti, Gesù smaschera gli intoccabili veterani e capi religiosi, tutti d’accordo [per la prima volta nella loro vita] e coalizzati per motivi d’interesse.

Ipocrita è chi mette un velo alla realtà, affinché appaia diversa: il brutto deve sembrare bello, il male (o la fatica) un bene.

‘Radicalità del credere’ non è attaccamento alle sottigliezze di ragionamenti e discipline, bensì la Fede come corrente di vita - “dovere” sì, ma di amore.

Il tono durissimo e attualissimo fa comprendere che il Signore si duole profondamente [vv.13-16.23: «Ahimé per voi...»; «Ahi a voi...»].

Il giovane Rabbi non si sta confrontando con le doppiezze ben mascherate di scribi e farisei di due millenni or sono.

Egli parla da padrone perché si rivolge ai primi della classe nelle sue comunità. Vanitosi che fanno teatro di sé, usando il Signore a paravento, sequestrandolo; prendendolo in ostaggio.

Proprio gli esperti chiudono il Regno - ossia l’ambito in cui il Padre “regna”.

Essi presentano un Dio legislatore e giudice, in ultima analisi uguale a quello delle religioni o del Primo Testamento.

In tal guisa, proprio i leaders falsificano l’immagine della Chiesa.

Così facendo, sono proprio appunto i presunti eletti, gli integri ed esperti di ritorno nelle assemblee cristiane, che mortificano il Volto amabile dell’Eterno.

Lo rendevano una caricatura insopportabile, che allontanava i cuori.

Insomma, già nelle prime assemblee i responsabili che non sapevano mettersi da parte manipolavano Figlio e Padre.

Reintroducevano antiche trafile, forme di rispetto [e di dazio] nei loro confronti; nonché l’idea di un Dio moralizzatore, che imbarazzava di tormenti coloro che si affacciavano alla soglia delle assemblee.

Idiozie di superbi che ritenevano di non aver bisogno di compassione… esercitate sui segni (così ritenuti) del peccato altrui.

Tutto ciò chiudeva l'anima dei malfermi. Insomma, nulla aveva a che fare con il Progetto di salvezza del Padre.

 

«Verità» è ciò che si dona, non quel che si crede di possedere.

Nelle sue fraternità Gesù pretende guide illuminate, non di grido; non «recitanti» che si appiccicano a ruoli [sorpassati o à la page].

Ricominciavano invece a fare capolino discipline dell’arcano, tabelle di marcia, pretese, false forme di sudditanza e manipolazione.

Artifici utili solo ai marpioni che sapevano come trasformare la devozione spontanea delle persone in mercato, foro, e passerella - dove tutto si compra e si vende a prezzo (anche di realizzo).

Situazione che blocca la vita, perché lo zelo delle figure ufficiali non sempre è buono - in specie se di maniera.

Nei lontani e insignificanti - viceversa - Gesù incontrava persone forse eticamente più negative e compromesse delle guide conformiste, ma senza maschera.

Donne e uomini dal volto genuino, non «teatranti» con qualcosa di fasullo da salvare [vv.13-15 testo greco].

Gli ultimi e inesperti non erano doppi, né corrotti dentro. Non perdevano il senso della vicinanza.

Sempre i ‘piccoli’, gli ‘infanti’ conoscono il Padre che cammina col suo popolo. E non diventano sleali: possono dunque ricevere la gioia di una vita ritrovata.

 

 

[Lunedì 21.a sett. T.O.  26 agosto 2024]

454 Ultima modifica il Lunedì, 26 Agosto 2024 12:00
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Gospel of Matthew written in Hebrew or Aramaic is no longer extant, but in the Greek Gospel that we possess we still continue to hear, in a certain way, the persuasive voice of the publican Matthew, who, having become an Apostle, continues to proclaim God's saving mercy to us. And let us listen to St Matthew's message, meditating upon it ever anew also to learn to stand up and follow Jesus with determination (Pope Benedict)
Non abbiamo più il Vangelo scritto da Matteo in ebraico o in aramaico, ma nel Vangelo greco che abbiamo continuiamo a udire ancora, in qualche modo, la voce persuasiva del pubblicano Matteo che, diventato Apostolo, séguita ad annunciarci la salvatrice misericordia di Dio e ascoltiamo questo messaggio di san Matteo, meditiamolo sempre di nuovo per imparare anche noi ad alzarci e a seguire Gesù con decisione (Papa Benedetto)
The Church desires to give thanks to the Most Holy Trinity for the "mystery of woman" and for every woman - for that which constitutes the eternal measure of her feminine dignity, for the "great works of God", which throughout human history have been accomplished in and through her (Mulieris Dignitatem n.31)
La Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei (Mulieris Dignitatem n.31)
Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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