Lug 28, 2024 Scritto da 

Completezza: Duplicità

Dall’affascinante proposta di Fede alla fatica del ripiegamento

(Mt 13,36-43)

 

La parabola del Seminatore come storicamente narrata da Gesù (vv.3-8) e quella delle zizzanie (vv.24-30) denotano la totale positività del suo Messaggio.

Il Signore proclamava un mondo nuovo; anzitutto un Cielo differente, tollerante e benevolo.

Perfino i vv.18-23 contengono una Lieta Novella, più che un giudizio: nel nostro campo sorgono spontaneamente sia buon grano che zizzanie, ma tutto ciò non è una maledizione a prescindere; anzi (v.23c).

Bisogna tuttavia ammettere che la metafora dei vv.37-43 trasforma la parabola originaria (vv.24-30) in allegoria morale.

Con elementi simbolici, le differenti espressioni figurate riprendono la narrazione originaria di Gesù, cercando d’interpretarla secondo i codici comuni della tradizionale predicazione rabbinica.

Come per i maestri d’Israele, anche qui l’intento prossimo è quello di scuotere gli ascoltatori, onde sottolineare l’importanza personale, comunitaria e spirituale, delle scelte dirimenti - nell’oggi.

 

In Casa (v.36) ossia nella Chiesa, si crea un dibattito anzitutto sulla spiegazione del perché Gesù non imponga una sterilizzazione preventiva del campo di grano.

Nell’incertezza, si tentano precisazioni particolari - secondo le quali però il brano [frutto di redazione, dibattito e riflessione successiva] rischia di rovesciare il senso della parabola gesuana stessa.

Infatti, nel suo popolo di fratelli e nella società, il Maestro non intendeva cancellare a priori il senso proficuo delle dinamiche ineffabili e misteriose del ‘mescolamento’: realtà di questo mondo a pieno titolo.

Tale l’Annuncio essenziale, universalista, del giovane Rabbi, a dispetto dei cliché puristi antichi.

La religiosità legalista era selettiva, élitaria, conformista; attenta al mantenimento delle gerarchie sociali.

In tal guisa, essa costituiva una cappa culturale a maglie fitte, e valutava in modo astratto, preventivo, ciò che dovesse venire considerato bene o male per tutti.

Eppure l’idea di perfezione algida [sterile di vita] non consentiva alle energie preparatorie dell’esistenza concreta di predisporre il futuro e generare la stessa Novità dello Spirito.

 

L’Incontro di Cristo col credente cambia tutto nella sua vita, certo - ma non a partire da una gradazione presupposta di valori, procedure e sentenze già scritte.

In realtà si diventa attenti a percepire l’eccentricità dei fratelli per il fatto che si è sperimentato l’abbraccio benedicente del Padre sui propri “difetti”.

Non per un senso di paternalismo emotivo, ma perché non di rado le risorse che risolvono i veri problemi e attivano la Redenzione di Dio vengono dal turbine di preziose contraddizioni e indigenze che abbiamo dentro.

Proprio esse ci rendono meno unilaterali, più duttili e completi. Eccezionali, vivi; in grado di affidarsi al mondo interno, invece che a quello esterno.

Quindi capaci di svolta.

Lo vediamo: per far crescere il mondo e farlo rinascere dalla crisi globale, ciascun soggetto (anche istituzionale) è chiamato a reinventarsi fuori d’ogni spartito già disposto e riconosciuto.

E oggi forse proprio a partire da ciò che nella consuetudine di pensiero non era considerato altro che pecca, o fastidiosa dissonanza; incompiutezza, limite… così via.

D’improvviso e in modo palese gli squilibri e le oscillazioni fanno la differenza anche dal punto di vista della qualità. Diventano occasioni da non perdere: una marcia in più; potenza sorgiva, spinta ad attivare l’inedito, e aprirsi.

Ecco una sostanziale differenza tra religiosità comune e vita di Fede. Il carattere di Duplicità ci fa più sani e perfetti - e Dio non è prevenuto.

Anzi, agli occhi del Padre sono proprio le incertezze irripetibili [non da protocollo] che rendono speciale, unico, ogni suo figlio.

 

Insomma, si cresce, ci si arricchisce, e si corrisponde alla propria Vocazione personale, solo mettendo in gioco, integrando e trasmutando i confini - non rinnegandoli.

 

 

[Martedì 17.a sett. T.O.   30 luglio 2024]

652 Ultima modifica il Martedì, 30 Luglio 2024 12:01
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Church desires to give thanks to the Most Holy Trinity for the "mystery of woman" and for every woman - for that which constitutes the eternal measure of her feminine dignity, for the "great works of God", which throughout human history have been accomplished in and through her (Mulieris Dignitatem n.31)
La Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei (Mulieris Dignitatem n.31)
Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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