Smarrimento e ritrovamento: Salvezza in ‘luogo’ giovane e aperto
(Lc 2,41-51)
Il passo di Vangelo sconcerta, perché sembra ritrarre una famiglia distratta e un Gesù autentico, sorprendente, già scontroso e ribelle.
Lc scrive a più di mezzo secolo dalla morte e risurrezione del Signore, e vuol far trasparire la caratura di Fede e l’inclinazione delle sue comunità ancora in ricerca.
La storia cruenta del Maestro andava infatti compresa e interiorizzata come non era immediato intuire; neppure per i più intimi del Messia.
Sembra che la sacra Famiglia salisse a Gerusalemme ogni anno per la Pasqua (v.41).
Prima che in Israele si diventasse adulti e tenuti all’osservanza della Torah [13 anni] già il nostro Adolescente mostra segni di vocazione particolare.
Dal tono della narrazione si nota un Gesù desideroso di abbeverarsi e immergersi nel Mistero ancora inespresso del Padre.
Sognando di scoprire la sua Volontà, si trattiene nella città santa per comprendere a fondo la Parola di Dio - senz’accontentarsi dei catechismi impersonali, abbreviati.
Le prime espressioni di Gesù nel terzo Vangelo segnano il carattere di tutta la sua vicenda.
Egli si distacca con decisione dalla religiosità dei ‘padri’ (v.49).
Inizia a prendere distanza dalle idee comuni anche alla sua famiglia di origine: non appartiene a un clan definito.
La sua sarà una proposta divina in favore di tutte le donne e gli uomini del mondo.
In tal senso, Gesù ha ancor più onorato la fedeltà a Dio dei suoi genitori (vv.51-52) accogliendo l’intero spirito dei loro insegnamenti, e scavando oltre - intuendone il significato ultimo.
Come dire: in Lui le sacre Scritture divengono accessibili, con la chiave di lettura dell’intera sua vicenda e Persona.
Vita per noi - anche prima del Battesimo e della vicenda pubblica.
Lc scrive per incoraggiare i credenti che ancora non comprendevano tutto della personalità [e l’esito drammatico] del nuovo Rabbi.
Come Giuseppe e Maria, essi dovevano rendersi conto che non è facile capire il Figlio di Dio e accettarne l’unicità di carattere, sino alla sconfitta terrena.
Nella figura della sacra Famiglia, anche noi siamo invitati a «tornare a Gerusalemme» (v.45).
Qui, osservando l’autonomia di Cristo, gradualmente sapremo aprirci alla vocazione inedita che portiamo dentro - perché ‘rinati’ in Lui.
E di fronte agli accadimenti sconcertanti, impareremo a custodire la Chiamata personale - come Maria.
Perché anche Lei non ha trovato facile introdursi nella sua Pasqua: il ‘passaggio’ dalla religione delle tradizioni e delle attese alla Fede nel Figlio.
Ma «conservava attraverso» Parola ed eventi (v.51b), senza fermarsi a metà.
Il movimento della Salvezza familiarizza tutti nelle dinamiche di smarrimento [dalle ristrettezze] e ritrovamento [di una Presenza dentro le difformi presenze] allo scopo di non restringere gli orizzonti.
[Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, 8 giugno 2024]