Feb 13, 2025 Scritto da 

Sollevare la Croce, Figlio dell’uomo e Chiesa nell’integrità della vita

La cattiva reputazione è normale tra i Profeti

(Mc 8,34-9,1)

 

La Croce è normale fra i Profeti, i quali non hanno certo un grande riscontro di folle inneggianti, nel costruire la propria limpida città.

Essa non permane mai a dimensione d’idoli facili. Ma è questa la paradossale forma di «comunione» che misteriosamente attira l’umano.

Convivialità che trascina i cuori, malgrado attorno non si attenuino gli scontri per ambizione, o il gioco degli opportunismi.

Neppure oggi sembra placarsi il caos dei rovesci, mentre si affacciano crisi e commistioni, anche nel positivo intreccio dei paradigmi culturali.

Cosa fare?

«Sollevare» (v.34 testo greco) il braccio orizzontale del patibolo e caricarselo sulle spalle significava perdere la reputazione.

È un problema capitale, inscindibile dall’atteggiamento motivato e responsabile.

Infatti, se un seguace aspirasse alla gloria, tenesse alla propria onorabilità, non accettasse la solitudine… non potrebbe farsi autentico testimone del Cristo.

Sarebbe un pezzo di mondanità prolungata.

Invece la sorte del Maestro coinvolge anche quella dei discepoli.

Vale in ogni tempo, e per noi: il dono sino in fondo non viene sulla terra passando attraverso fama, successo, considerazione; l’essere costantemente accompagnato, approvato e sostenuto.

 

Simone attendeva non un esito problematico, tagliente, bensì consensi facili: uno svincolo, come tra amici di merende che si danno pacche sulle spalle.

Sognava una sequela conclamata, quindi un futuro di riconoscimenti - e rimane disorientato.

Non capendo il progetto, Pietro [«presolo con»] afferra Gesù come fosse un suo ostaggio.

E «cominciò a esorcizzarlo» (v.32 testo greco) affinché proprio il Maestro mettesse finalmente la testa a posto, e gli stesse dietro.

Qui trapela la base storica di tale “gesto” del capo degli apostoli - ossia il tentativo a lungo perpetrato dalla prima comunità di Gerusalemme, di trovare un compromesso col potere sacerdotale e politico d’allora.

Ebbene, tutto questo non è «salvare la vita» (v.35): in senso biblico, raggiungere pienezza umana e somiglianza alla condizione divina.

La mistica dozzinale successiva, suggestionata da filosofie cerebrali, su tale espressione ha messo tra parentesi l’avventura di Fede e inventato un netto contrasto tra vita corporale e spirituale.

Convincimento banale, che ha come vivisezionato le stesse persone ignare, indirizzate talora al masochismo.

Ma qui Gesù non parla di pene artificiose da accollarsi, né mai ha imposto mortificazione alcuna. Tantomeno in grado di produrre una qualche ‘salvezza dell’anima’ staccata dalla realtà.

 

«Sollevare positivamente la Croce»: affinché subentrino diverse energie, altre relazioni, situazioni imprevedibili, che ci fanno spostare lo sguardo e le attività.

Non in vista d’una qualche giusta retribuzione, ma per il nocciolo irriducibile d’ogni credente (o non) e di qualsivoglia questione.

Da ciò l’esigenza di non estraniarsi dai Vangeli, per la compiutezza di sé, una testimonianza viva, e la soluzione dei problemi - attraversati a partire ‘da dentro’.

Insomma, di Gesù possiamo annunciare la proposta, i criteri, e la stessa Presenza... nei fatti e nella integrità della vita - non chissà quando dopo la morte (Mc 8,38-9,1).

 

Altra definitività.

 

 

[Venerdì 6.a sett. T.O.  21 febbraio 2025]

233 Ultima modifica il Venerdì, 21 Febbraio 2025 12:04
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

At this moment, the Lord repeats his question to each of us: “who do you say that I am?” (Mt 16:15). A clear and direct question, which one cannot avoid or remain neutral to, nor can one remand it or delegate the response to someone else. In this question there is nothing inquisitional (Pope Francis)
In questo momento, ad ognuno di noi il Signore Gesù ripete la sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Una domanda chiara e diretta, di fronte alla quale non è possibile sfuggire o rimanere neutrali, né rimandare la risposta o delegarla a qualcun altro. Ma in essa non c’è nulla di inquisitorio (Papa Francesco)
Love is indeed “ecstasy”, not in the sense of a moment of intoxication, but rather as a journey, an ongoing exodus out of the closed inward-looking self towards its liberation through self-giving, and thus towards authentic self-discovery and indeed the discovery of God (Deus Caritas est n.6)
Sì, amore è « estasi », ma estasi non nel senso di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente dall'io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio (Deus Caritas est n.6)
Before asking them, the Twelve, directly, Jesus wants to hear from them what the people think about him, and he is well aware that the disciples are very sensitive to the Teacher’s renown! Therefore, he asks: “Who do men say that I am?” (v. 27). It comes to light that Jesus is considered by the people as a great prophet. But, in reality, he is not interested in the opinions and gossip of the people (Pope Francis)
Prima di interpellare direttamente loro, i Dodici, Gesù vuole sentire da loro che cosa pensa di Lui la gente – e sa bene che i discepoli sono molto sensibili alla popolarità del Maestro! Perciò domanda: «La gente, chi dice che io sia?» (v. 27). Ne emerge che Gesù è considerato dal popolo un grande profeta. Ma, in realtà, a Lui non interessano i sondaggi e le chiacchiere della gente (Papa Francesco)
In the rite of Baptism, the presentation of the candle lit from the large Paschal candle, a symbol of the Risen Christ, is a sign that helps us to understand what happens in the Sacrament. When our lives are enlightened by the mystery of Christ, we experience the joy of being liberated from all that threatens the full realization (Pope Benedict)
Nel rito del Battesimo, la consegna della candela, accesa al grande cero pasquale simbolo di Cristo Risorto, è un segno che aiuta a cogliere ciò che avviene nel Sacramento. Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione (Papa Benedetto)
And he continues: «Think of salvation, of what God has done for us, and choose well!». But the disciples "did not understand why the heart was hardened by this passion, by this wickedness of arguing among themselves and seeing who was guilty of that forgetfulness of the bread" (Pope Francis)
E continua: «Pensate alla salvezza, a quello che anche Dio ha fatto per noi, e scegliete bene!». Ma i discepoli «non capivano perché il cuore era indurito per questa passione, per questa malvagità di discutere fra loro e vedere chi era il colpevole di quella dimenticanza del pane» (Papa Francesco)
[Faith] is the lifelong companion that makes it possible to perceive, ever anew, the marvels that God works for us. Intent on gathering the signs of the times in the present of history […] (Pope Benedict, Porta Fidei n.15)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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