Genitore dei genitori, per una diversa lettura degli eventi
(Lc 1,5-25)
Lc colloca la visita dell’angelo Gabriele a Zaccaria accanto all’Annunciazione a Maria (vv.26ss), in modo da aiutare le sue comunità a percepire le differenze tra assetto religioso e vita di Fede.
Anche oggi la comparazione consente di leggere in filigrana il balzo fra Primo e Secondo Patto.
Nella religione antica si dà per scontato che il luogo dell’incontro e dialogo con Dio sia come previsto: un recinto inviolabile e venerando, profumato d’incenso - nell’eco d’invocazioni e canti a formula fissa.
Terreno non decisivo, invece: perché distinto dalla vita ordinaria - dall’esistenza sommaria, mescolata a situazioni di campagna poco sterilizzate (pure con galline domestiche in libertà).
L’Appello forte e ben corrisposto della Fede avrà infatti il suo culmine in un ambito comune e inopportuno, lontano sia da “strumenti” capaci che da posti intangibili, appartati, eminenti.
La Parola-evento si cala su un territorio persino disprezzato. Non nel cuore d’una persona acclamata, o inceppata di pregiudizi - che sa solo ricalcare passi altrui e non riesce a emancipare).
Il Richiamo va appunto a posarsi su una giovanissima “inadatta”, Donna non di rilievo sociale o sacrale, che però accoglie la Novità dello Spirito. E spostando lo sguardo supera difficoltà insormontabili.
Senza spunti eccezionali, il credere di Zaccaria [zachàr-Ja: il Signore d’Israele «ricorda»] non diventa personale, bensì ripetitivo, immobile.
Così, a furia di commemorare e aspettare, il sacerdote di Dio e del popolo non attende più nulla.
Nelle religioni il mediatore fra cielo e terra è l’anziano dalle grandi reminiscenze; colui che fa memoria devota - d'accordo - eppure come in un museo: quasi imbalsama il decadimento temporale.
Un ruolo il suo, ancora refrattario agli orizzonti dell’Azione creatrice.
Il consacrato rimane sottoposto a relazioni di oppressione. Ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità - solo a portata di mano.
Il titolato del culto è infatti parte d'un ceto che ama frequentare i posti che contano, riluttante a uno Spirito che insiste e chiama per nome; che butta all’aria la vita, anche di luoghi deputati e delle stesse istituzioni, facendo breccia e infiammando coscienze, per smuovere situazioni.
Ecco invece la Povera, non appariscente ma animata dalla Fede (vv.26-45).
In quella cultura ogni Donna non era “persona giuridica”, piuttosto una non-persona, che doveva chiedere permesso su tutto.
Slegata dagli ambienti riconosciuti della religiosità di massa, Ella accoglie la Chiamata, senz’autorizzazioni di gente che conta - come le prime comunità di evangelizzazione rappresentate in filigrana.
Il contrario di Zaccaria, ossia dell'autorità riconosciuta - dentro e fuori Casa (Israele), dentro e fuori il Santuario.
L’ufficialità permane qui incapace di comunicare alcunché: il ministro impegnato nella meccanica passerella del rito non è «beato» (v.45) ma infelice; muto, perché non ha più nulla da dire a chi è in attesa fuori del tempio.
Niente di vitale e nessuna benedizione reale da trasmettere alla gente (vv.21-22); zero con cui colmare l'esistenza del prossimo.
Così in parte Elisabetta, che si nasconde (v.24), mentre la Vergine - ancora una volta, senza chiedere permesso a nessun paladino costituito - fa Esodo dal suo ambiente e si precipita a servirla (vv.39ss).
E per innescare una vita meno ingessata o sacrale - più giusta, ideale e comunitaria, del «popolo ben disposto» (v.17c) - ecco un primo scatto: la missione di Giovanni, figura dell’atteso ritorno del profeta Elia (v.17a). Testimone chiamato a recuperare le speranze del popolo e il suo tessuto sociale dilaniato.
Infine, tale “ricostruzione” avrà un esito imprevisto, lungi da pregiudizi: non più la normale continuità di un ovvio patto generazionale (Mal 3,23-24) bensì il definitivo ritorno del cuore dei padri verso i figli (v.17b)!
Il significato del nome Giovanni [Yhwh è Misericordioso, ha manifestato la sua Benevolenza, ha fatto Grazia] non allude a un qualche atto di paternalismo compassionevole da parte divina - bensì a un preciso discrimine dalla stirpe e dalle aspettative o costumanze antiche, ormai fini a se stesse.
Nella Bibbia il termine Misericordia descrive l’attenzione diversa e l’azione fecondante dell’Eterno in favore di chiunque abbia bisogno - in situazioni disperate. Intervento necessario per una differente genesi: epocale, che fa germogliare vita incredibile e missione temeraria, non secondo previsioni - neppure ricalcando propositi.
Il Nome che devia dalla tradizione è parabola della testimonianza fedele di Dio: d’ora in poi non bisogna solo “ricordare” le profezie ancora immobilizzate, senza vederne l’attuazione imprevedibile.
Pur assimilando le ricchezze spirituali del popolo, la discontinuità segna l’inizio di un’età completamente nuova.
È il passaggio alla realizzazione personale, e a un “regno” che dice Sì a tutto quanto si affaccia: che non decurta più la vita delle persone.
La diversa lettura degli eventi e delle ispirazioni consente di divenire ormai fecondi - persino padri e madri dei propri genitori e avi.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
In cosa la tua diversa lettura degli eventi e delle ispirazioni personali ti ha consentito di diventare fecondo e persino genitore dei tuoi genitori?